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Criteri per coordinamento

PROPOSTA CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE ART. 10 COMMA IV° DEL CCNL BIENNIO ECONOMICO 2000-2001

Secondo il COBAS SANITA’ UNIVERSITA’ per riempire di contenuti le roboanti parole usate dall’Azienda per l’applicazione dell’articolo succitato, bisogna partire dalla qualità aziendale raggiunta negli obiettivi strategici.

Il reale significato delle funzioni di coordinamento sta nella capacità di questi coordinatori di impegnarsi nel verificare il lavoro di equipe ed il coinvolgimento del proprio gruppo di operatori nell’umanizzazione/efficacia dell’offerta assistenziale.

Questo deve avvenire attraverso LINEE GUIDA E PROGETTI che riducano l’attesa per le prestazioni; che stimolino la partecipazione dell’utente nell’esprimere i propri bisogni/desideri ed i limiti dell’offerta nelle prestazioni vissute; che facciano vivere continuità e coerenza in tutti i momenti della cura (visite, ricoveri ordinari ed in diurno) e nell’informazione/invio alla cura; che coinvolgano tutti gli operatori nella diversità/specificità dei ruoli attraverso un qualificato e mirato processo di formazione.

Queste Linee Guida e Progetti finalizzati devono essere pubblicizzati dalle singole strutture e dall’azienda attraverso opuscoli rivolti agli utenti, ai loro parenti ed agli altri operatori, così da stimolare confronti, nuove idee ed eventuali cambiamenti.

Visti i magri risultati ottenuti dall’attuale applicazione delle varie voci del salario accessorio che, in alcuni casi, si sono dimostrati addirittura contrari alla richiesta di qualità assistenziale perché ci si è rivolti ai singoli e ad una meritocrazia fatta di clientelismo e divisioni, NOI COBAS RIBADIAMO che la qualità ed umanizzazione dell’assistenza non può essere raggiunta solo da chi ha un ruolo di comando o da un turno in contrapposizione ad un altro, perché è un coinvolgimento di tutti gli operatori di quel servizio che oltre a rivolgersi a chi curano interagiscono sulle dinamiche e le condizioni del proprio lavoro.

Chi coordina ha il compito di far comprendere questo, di coinvolgere tutti in un processo di crescita e di trasformazione, di controllarne i limiti ed anche eventuali individualità che se non corrette potrebbero vanificare gli obiettivi dati.

Quindi le caposale che hanno già beneficiato dell’art. 10 comma 2 e tutti coloro che se ne sentono in diritto, devono presentare i loro progetti e linee guida, già sperimentati, in atto o in via di attuazione servendosi dell’aiuto dell’ufficio Qualità che è, secondo noi, la struttura aziendale che deve coordinare tali attività.

Questo parametro, insieme all’anzianità di servizio, come espressione di una reale esperienza, devono essere i CRITERI per la commissione nell’applicazione del comma 4 (II° corresponsione) e per iniziare, da parte dell’Azienda un’efficace informazione su quanto è già stato fatto, ma è rimasto limitato ad un servizio o reparto, e potrebbe essere attuato in altre realtà per concretizzare l’obiettivo della SALUTE PUBBLICA e non del profitto ai danni di essa.

Il tutto deve essere reso pubblico insieme ai motivi che avrebbero portato all’esclusione di alcuni progetti.

In coerenza con quanto detto si ribadisce il nostro essere contrari alle posizioni organizzative ed alla loro ulteriore estensione sia per le divisioni/contrapposizioni che hanno creato fra i lavoratori, sia per i criteri adottati che non hanno riqualificato assistenza e professionalità, sia per i finanziamenti sottratti all’art. 39 per altre finalità e progetti.

Ottobre 2003

COBAS SANITA’- UNIVERSITA’ POLICLINICO

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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