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Doc Sanita altre realta

PER UNA PIATTAFORMA UNITARIA DI LOTTA DI TUTTE LE REALTA’ DI BASE DELLA SANITA’.

L’analisi dell’attuale stravolgimento del sistema sanitario nazionale con la totale sostituzione della risposta ai bisogni desideri di chi cura e di chi è curato con la mercificazione della salute ed il profitto sulla malattia è già patrimonio dei dibattiti, iniziative di lotta, confronti con tutti i sindacati di base che, come NOI COBAS, sono presenti nelle aziende ospedaliere ed in quelle territoriali e che stanno vivendo un ulteriore approfondimento negli incontri Europei ed internazionali dopo il Forum di Firenze.

Quello che vogliamo proporre con queste poche riflessioni è una piattaforma di lotta da rendere punto unificante per il rinnovo del contratto del S.S.N. che ha già visto i sindacati di stato far girare con i soliti metodi “carbonari”una piattaforma generica e volutamente a grandi linee che assicurano proporranno ai lavoratori con un referendum.

Cinque sono i punti qualificanti sui quali vogliamo puntare:

Umanizzazione della cura e gratuità di tutti i servizi per contrapporci ad una logica aziendalistica e di profitto.

Diritto alla prevenzione per riaffermare il diritto alla salute ed allo stato sociale.

Abolizione e non estensione della libera professione per tutte le categorie sanitarie per rifiutare la frantumazione dell’organizzazione del lavoro, tutti i metodi strumentalmente meritocratici, il nuovo assetto universitario delle professionalità, ed ottenere consistenti aumenti salariali specialmente per le categorie più usurate relegando il salario accessorio ad un ruolo del tutto marginale e ribadendo che la dignità di chi cura non passa diventando delle brutte copie “dei superiori” (l’infermiere del medico, l’OTA dell’OSS, L’OSS dell’infermiere..e via dicendo) e garantendo masochisticamente la restaurazione aziendale nel trasformare, specialmente gli infermieri, in chi controlla e gestisce la riduzione degli organici, gli aumenti dei carichi di lavoro, la pluralità di mansioni e l’ esternalizzazione, svilendo alle fondamenta la nostra professionalità ed il nostro lavoro.

Opposizione alla flessibilità del lavoro (Co.Co.Co. part time di prima assunzione, lavoro interinale, esternalizzazione di pulizie, mense, interi reparti, lavanderie, distribuzione, con ditte e cooperative) per ottenere lo sblocco immediato di assunzioni per tutte categorie.

Formazione di tutte le categorie come strumento di condivisione dei progetti sanità basati sul lavoro di equipe, sulla riscoperta dell’individuo come unicità mente-corpo, sulla funzione di servizio pubblico e gratuito per tutti partendo dai bisogni e desideri di chi lo utilizza facendosi parte attiva e decisionale del processo di cura e di prevenzione.

Mai come in questo specifico frangente politico unificare le nostre capacità di analisi, di proposizione e di lotta fra chi cura e chi è curato e ribadire il nostro essere operatori della salute in una sanità malata diventa un elemento che, oltre a distingurci dalle millantatrici voci di una “maggiore scelta e possibilità di decidere”, ci permette di interrompere questo lenta ma inesorabile distruzione del sistema sanitario pubblico.

Possiamo tornare indietro alla Riforma Sanitaria del ’78 ed a tutti i servizi che a livello territoriale non sono stati creati, passando fra le abberranti leggi e le lente ma corrosive trasformazione che governi di centro destra e di centro sinistra hanno permesso nella sanità, mantenendo la libera professione, introducendo l’intra moenia, abolendo i finanziamenti alla prevenzione, pagando unicamente il danno con i DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi per definire il tariffario), favorendo il potenziamento delle strutture private finanziate come quelle pubbliche, regalando a coperative tutta l’assistenza di anziani, tossicodipendenti, portatori di handicap fisici e psichici, introducendo ticket su farmaci e prestazioni diagnostiche, imponendo la chiusura di interi ospedali e di moltissimi servizi territoriali (CIM, consultori, SERT, ambulatori), fino ad arrivare, con uno stato sociale totalmente annullato, alla devolution ed al potere delle regioni che già stanno applicando nuove tasse e ticket sull’assistenza diretta per le prestazioni nei DEA e per i ricoveri, la totale flessibilità con contratti differenziati ed un salario accessorio totalmente assoggettato al profitto aziendale ed ai vari piani di risanamento, l’ipotecamento degli immobili della sanità pubblica e l’introduzione delle fondazioni e di qualsiasi capitale privato per la copertura dei bilanci regionali.

Come “addizionale” il ruolo dei sindacati di stato e della concertazione, l’avvallo alla totale svendita della dignità degli operatori, l’opposizione tutta formale, l’annientamento del diritto di sciopero e la “democrazia” blindata delle RSU, i contratti svendita, un’ideologia legata ai ruoli, alle nuove professioni, alle paggelline, al salario accessorio, alla libera professione, al business dei crediti formativi, alla più incontrollata flessibilità, al clientelismo ed ai favoritismi, che nega l’annientamento del sistema sanitario nazionale ed ignora l’umanizzazione/qualità dei servizi offrendo il “rispetto dei clienti” in una logica tutta di profitto.

COSA VOGLIAMO NOI ??!!

Da dove partiamo ce l’abbiamo chiaro, quale sono i nostri nemici e cosa dobbiamo combattere l’abbiamo già individuato da anni, quello che dobbiamo riuscire a fare è una piattaforma contrattuale condivisa e discussa fra tutti i sindacati di base che, pur lasciando specifici margini di manovra, unifichi le realtà del sistema sanitario pubblico e privato offrendo garanzie anche ai lavoratori ancora “non dipendenti” delle aziende e concretizzi momenti di partecipazione nella discussione e gestione della salute da parte direttamente degli utenti.

Non ci interessano banchetti od una rappresentazione estranea alle realtà dove lavoriamo, non stiamo facendo nessuna campagna elettorale ne tanto meno abbiamo mai fatto della delega il nostro fine politico, dobbiamo però fare uno sforzo collettivo per focalizzare alcuni obiettivi che attraverso la loro diffusione possano iniziare a minare dalle fondamenta la distruzione dello stato sociale e del diritto alla salute.

Dobbiamo rivolgerci senza peli sulla lingua e rivendicandoci il nostro “andare contro corrente”ad alcune categorie, come gli infermieri, prescelti per diventare lo strumento esecutivo dei piani governativi e corteggiati dai sindacati di categoria moltiplicatisi in questi ultimi anni, che vengono totalmente privati della loro professionalità e del ruolo significativo di garanti dell’umanizzazione dell’assistenza. Non una “missione” ma l’unica certezza per una dignità lavorativa contro il burn out e le svendite individuali per le posizioni organizzative.

Dobbiamo iniziare a creare mobilitazioni, obiettivi e lotte all’interno delle categorie più deboli e più sfruttate come le cooperative e le ditte d’appalto inserendoli nel nostro contratto e superando le loro paure ed i maggiori ricatti che subiscono con una piattaforma dei lavoratori per i non garantiti.

Dobbiamo rifiutare la formazione come appiattimento agli interessi aziendalistici e gli ECM come ulteriore inserimento del privato nel pubblico (vedi tutti gli accreditamenti) e dobbiamo imporre a livello aziendale e regionale che l’inserimento degli OSS, come quella degli OTA, non sia una riduzione di organico con l’esternalizzazione selvaggia delle pulizie ed un aumento di carichi di lavoro a tutto danno di una qualità assistenziale già estremamente carente e incontrollata.

Oltre ad una piattaforma contrattuale potremmo anche decidere delle battaglie in comune da un punto di vista legale: tipo quella contro le esternalizzazioni che ormai superano numericamente gli organici di quasi tutte le aziende ed iniziare una campagna nazionale di assunzioni di tutti i precari (vedi la battaglia vinta al Policlinico di Roma con l’assunzione di 360 fra infermieri, vigilatrici ed ausiliari e le mobilitazioni a Napoli ed in altre città).

VI PROPONIAMO AL PIU’ PRESTO UN INCONTRO NAZIONALE A ROMA NELL’AULETTA COBAS DEL POLICLINICO DI ROMA.

Aprile 2003

Federazione Cobas Sanità

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