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Interpellanza parlamentare

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA RISTRUTTURAZIONE DEL POLICLINICO UMBERTO I°.

Da molti anni il Policlinico è al centro di leggi, provvedimenti, scandali, sprechi e tutte le proposte di ristrutturazione non hanno minimamente risolto e tanto meno intaccato i reali problemi di questa grande e specializzata struttura assistenziale.

La contraddizione maggiore è la convivenza fra gli interessi privati dei baroni universitari che continuano a professare la libera professione dentro e fuori l’ospedale e l’assistenza pubblica; questa, inoltre, deve confrontarsi quotidianamente con la ricerca e la didattica che un Policlinico universitario ha come scopi istituzionali. Tutti i manager che si sono susseguiti nelle loro proposte e piani industriali hanno dovuto fare i conti oltre che con la regione e l’università anche con la facoltà di medicina, andando di fatto a favorire interessi individuali e primariati assolutamente inutili e spesso contrapposti alla domanda assistenziale dell’utenza.

Di fatto anche la proposta del direttore generale, consegnata alla Regione in questi giorni per un “piano di risanamento delle attività assistenziali dell’azienda Policlinico”, si preoccupa di ricondurre all’equilibrio finanziario l’azienda entro il 2004, trasferendo posti letto, riducendo e trasferendo primariati e personale ma non dedica neanche poche righe ai criteri che dovrebbero determinare tali scelte nel costante equilibrio fra offerta e domanda sanitaria, fra efficacia ed efficienza, nell’ ascolto dei bisogni/desideri dell’utenza per il diritto alla salute ed alla cura e contro la trasformazione dei servizi assistenziali in beni produttivi. Inoltre, come succede per altre Aziende sia regionali che nazionali, vengono applicati generici parametri personale/posti letto che non differenziano le varie categorie (medici, infermieri, agenti socio sanitari, tecnici, amministrativi, ecc.), ma si dimentica che in queste altre situazioni da anni sono state approvate piante organiche e sono stati stabiliti carichi di lavoro specifici che non permettono la penalizzazione di alcune figure di assistenza diretta e che garantiscono una qualità minima assistenziale, cosa che non è stata mai fatta al Policlinico. Infatti l’esubero dichiarato è per le figure mediche ed amministrative, però per passare dall’attuale rapporto personale/posti letto di 3,9 a quello di 3,5 non si fa nessuna distinzione di categorie, ben sapendo che i tanto nominati “primariati inutili” che verrebbero eliminati, non prevedono neanche attualmente tutto gli infermieri e gli ausiliari necessari per la cronica carenza di tali figure all’interno del policlinico e che il trasferimento di posti letto nelle altre strutture (Sant’Andrea, Bracciano, Latina) richiedono la mobilità di chi deve fare assistenza diretta.

Cerchiamo di dare alcuni dati secondo noi chiarificatori:

come previsto dalla convenzione Università Regione nel 1977 al Policlinico con 2350 posti letto avevamo 370 primari e paragonando questi numeri con quelli di altre grosse ASL romane già si determinava una paurosa sproporzione (San Camillo-Forlanini 2340 posti letto con 48 primari; Policlinico Gemelli 1791 posti letti con 100 primari), se questi dati venivano paragonati a livello nazionale le sproporzioni diventavano macroscopiche ed il rapporto medici posti letto x 10 al Policlinico nell’aprile 2000 era di 6,94 contro una media di riferimento del 4,07.

Nel frattempo non è stata mai approvata una pianta organica e successivamente dei carichi di lavoro che motivassero tali sproporzioni e non si è mai presentato il numero complessivo dei dipendenti universitari e regionali NON medici che prestavano e prestano servizio per l’assistenza diretta.

Attualmente i posti letto sono già diminuiti a 1600 prima dell’estate per arrivare il 10 settembre a 1200 posti letto occupati, i primari restano 370 con un totale di quasi 2000 medici, il personale non medico (infermieri ed ausiliari) è carente di 500 unità visto che al personale viene spesso obbligato il raddoppio dei turni di lavoro e vengono rifiutate le ferie ( 27 miliardinel bilancio ‘2000 per il pagamento delle ore di straordinario del personale non medico più altri 16 miliardi per il personale laureato e la dirigenza), che da dieci anni sono rinnovati contatti a tempo determinato per 350 lavoratori, che il bilancio 2001 prevede una spesa per una cooperativa infermieristica di 3 miliardi e mezzo e che le pulizie ed altri servizi economiali vengono già appaltati a varie ditte con una spesa di 103 miliardi l’anno (bilancio ‘2000). L’esternalizzazione e le cooperative vengono evidentemente usate per una carenza strutturale degli organici e non per una situazione d’emergenza con un’applicazione illegale di tutti i decreti e leggi sulla sanità e molti servizi economiali (cartelle cliniche, elaborazioni dati, ufficio tecnico, ecc.) sono stati appaltati nonostante l’esubero ora dichiarato di personale che avrebbe potuto eseguire tali lavori. Inoltre la spesa farmaceutica al Policlinico, tanto per fare un esempio di cattiva gestione, è aumentata negli ultimi due anni di 15 miliardi, nonostante la diminuzione della quantità dei farmaci nel prontuario e del numero di utenti.

Ma la cosa più grave in tutto questo balletto di numeri è stato l’utilizzo “privatistico” dei posti letto da parte dei baroni che li hanno sempre usati come succursale delle loro cliniche e studi privati con una eclatante sproporzione di posti letti per la chirurgia mentre decine e decine di pazienti, dopo attese estenuanti , venivano trasferiti dal DEA al di fuori del policlinico nelle cliniche convenzionate ed altri venivano ricoverati con “i fogli di intrasportabilità” direttamente nei dipartimenti e cliniche.

AL POLICLINICO NON E’ MAI ESISTITO UN PIANO D’ASSISTENZA CHE PREVEDESSE UN RAPPORTO FRA POSTI LETTO/SERVIZI ED ESIGENZE DELL’UTENZA CHE FACEVA RIFERIMENTO A TALE STRUTURA SANITARIA DISATTENDENDO DI FATTO I PRINCIPI CHE DEVONO REGOLARE L’OFFERTA PUBBLICA DI ASSISTENZA E DI SALUTE.

NOI SIAMO PIU’ CHE CONVINTI CHE SE NON VIENE FATTO UN SERIO PIANO DI RISTRUTTURAZIONE A BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE PER STABILIRE QUALI E QUANTI POSTI LETTO/SERVIZI SONO NECESSARI PER UN DEA DI II LIVELLO (BACINO DI UTENZA 1 MILIONE E 400 ABITANTI) E PER IL RESTO DELLA POPOLAZIONE CHE SI DEVE RIVOLGERE AL POLCLINICO…. QUALSIASI RIDUZIONE, RISTRUTTURAZIONE, TRASFERIMENTO IN ALTRI SEDI, DIVENTA UNA PRESA IN GIRO PER L’ASSISTENZA PUBBLICA A TUTTO FAVORE DI QUELLA PRIVATA E L’ANNULLAMENTO DI FATTO DEL DIRITTOCOSTITUZIONALE ALLA SALUTE.

Anche se l’ultimo decreto legge sugli interventi urgenti in materia di spesa sanitaria (settembre 2001) prevede una riduzione a 5 posti letto per 1000 abitatanti le ultime tragedie di morti per “malasanità”nella ricerca di un posto letto dimostrano che la salute non può essere una merce, che non è una questione di efficienza, che il servizio sanitario non deve essere produttivo e che le strutture sanitarie ormai aziende possono unicamente eliminare gli sprechi, i favoritismi e gli intrallazzi ma non la loro capacità di risposta alla domanda dell’utenza.

PER QUESTO CHIEDIAMO NELL’IMMEDIATO PRIMA DI QUALSIASI RISTRUTTURAZIONE E TRASFERIMENTO DI LETTI/SERVIZI E PERSONALE:

  • presentazione di un piano a breve, medio e lungo termine sulle esigenze assistenziali(posti letto e servizi) del bacino di utenza che fa riferimento al Policlinico;
  • carichi di lavoro rispondenti ad una reale qualità assistenziale con conseguente risoluzione di tutti i rapporti a tempo determinato (infermieri, agenti socio sanitari, tecnici, vigilatrici) e di quelli impropriamente esternalizzati (vedi cooperative infermieristiche e quelli che il personale interno potrebbe garantire ).
  • valutazione numerica e qualitativa della funzione didattica e di ricerca del Policlinico.

Settembre 2000

Cobas Policlinico sanità-ricerca

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