Home ›› Documentazione ›› Archivio Volantini ›› Leggiamo insieme il contratto

Leggiamo insieme il contratto

VISTO CHE QUESTO COME IL PRECEDENTE CONTRATTO E’ FATTO AD ARTE PER NON FARCI CAPIRE NIENTE……

PROVIAMO A LEGGERLO INSIEME:

DALL’8 APRILE 1999 QUESTO CONTRATTO DIVENTA ESEGUTIVO E DURA DAL 1 GENNAIO 1998 AL 31 DICEMBRE 2001 PER LA PARTE MORMATIVA , PER QUELLA ECONOMICA E’ VALIDO DAL 1 GENNAIO 1998 FINO AL 31 DICEMBRE 1999.

Ne vengono esclusi i dirigenti e si applica a tutti i lavoratori a contratto a tempo indeterminato e determinato del Servizio Sanitario Nazionale.

Alla scadenza si rinnova tacitamente di anno in anno qualora non ne sia data disdetta tre mesi prima e per iscritto di ogni singola scadenza. La vacanza contrattuale non può durare più di tre mesi.

LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA INTEGRATIVAha scadenza annuale, tratta una serie di materie dai sistemi di incentivazione, alla produttività, alla qualità assistenziale, all’orario ed all’organizzazione del lavoro, alle piante organiche, alla definizione dei vari fondi, alla sicurezza negli ambienti di lavoro, all’aggiornamento alla riqualificazione ed alla attività di formazione del personale, alla selezione per i passaggi orizzontali e verticali, alla definizione delle posizioni organizzative ecc. Il contratto collettivo integrativo dura quattro anni e questo significa per alcune realtà deboli che le aziende, d’accordo con i sindacati, possono imporre accordi capestro per una durata addirittura superiore a quella del contratto nazionale!

La delegazione trattante è composta dall’azienda, dalla R.S.U. e dai sindacati che a livello nazionale hanno firmato il contratto……così da permettere a CGIL, CISL ed UIL dove le votazioni dei rappresentanti delle R.S.U. non li vedevano maggioritari, di riacquistare terreno per le loro svendite!

Il principale obiettivo dichiarato nell’art.12 è “la razionalizzazione della

organizzazione del lavoro favorendo il recupero della motivazione del personale attraverso il riconoscimento della professionalità e della qualità delle prestazioni individuali”……hanno volutamente dimenticato che noi lavoriamo con un utenza che richiede cura, prevenzione, ascolto e che nessuna offerta di assistenza, se si vuole garantire continuità, confronto e coinvolgimento collettivo in una concreta qualità assistenziale, può essere individualista !!

Passiamo alla classificazione del personale:

ci sono quattro categorie A, B, C, D che però di fatto diventano sei poiché c’è il Bs ed il Ds; dentro ognuna di queste categorie ci sono quattro fasce ovvero la categoria A si articola in A1, A2, A3, A4 e via di seguito per tutte le altre con conseguenti differenze salariali. Vi faremo uno schemino per renderlo più chiaro.

Le quattro fasce retributive rappresentano, dopo il trattamento economico iniziale, lo sviluppo economico di ogni dipendente all’interno della propria categoria. I criteri per il passaggio da una fascia all’altra vengono stabiliti in contrattazione collettiva, sono regolati da “valutazioni selettive in base ai risultati ottenuti” e l’ultima fascia di ogni categoria viene data solo ai “massimi rappresentanti dell’azienda” ovvero a chi si distingue “nella capacità di adattamento ai cambiamenti organizzativi, alle esigenze di flessibilità, alla mobilità programmata, a proporre soluzioni innovative o migliorative dell’organizzazione del lavoro, ecc.”...nessuna vergogna trapela per così tanta miseria!! Ci si inserisce nelle diverse fasce se si ha avuto o no l’art. 45

(indennità di qualificazione professionale e valorizzazioni delle responsabilità) del contratto precedente, fino all’ex 5° livello ora categorie A, B e Bs; se si ha avuto o no l’art.45 e se si ha maturato l’anzianità di 20, 25 e 30 anni per l’ex 6° e 7° livello ora categorie C e D; se si ha avuto o no l’art.45 e l’art.49 per l’ex 8° livello ora categoria Ds.

Notate che l’indennità infermieristica che veniva corrisposta dal novembre 1990 al personale del ex 5°, 6° e 7° livello è già stata tolta dal 31/12/99. Questo significa una decurtazione dello stipendio di L. 240.000 annui per l’infermiere generico più L. 120.000 ogni cinque anni di anzianità dai venti ai trenta anni;di L. 2.400.000 annui per il professionale e caposala più L. 1.200.000 ogni cinque anni di anzianità dai venti ai trenta anni…un bel regalo visto che gli assegni ad personam, la nuova indennità “professione specifica” e le varie fasce retributive inventate in questo contratto fanno solo passare per “aumenti” i nostri soldi “riciclati”!!

L’art.15 ci spiega la progressione interna ovvero come avverranno i passaggi da una categoria all’altra immediatamente superiore (passaggi verticali) e quelli nell’ambito della stessa categoria tra profili diversi dello stesso livello (passaggi orizzontali).

L’allegato 1 del contratto divide i lavoratori secondo le sei categorie e definisce i requisiti culturali e professionali necessari per accedervi (l’esperienza di 5 o 4 anni è prevista solo per il personale amministrativo e tecnico,solo per la categoria D e Ds è di 3 o 2 anni anche per i profili sanitari visto che si parla di capacità di coordinamento ed organizzative funzionali all’azienda!)

L’art.20 e 21 introducono le posizioni organizzative nelle categorie D e C che avranno funzioni di direzione. Percepiranno un’indennità di funzione dai 6 ai 18 milioni (art.36) e…udite, udite…verranno finanziati con i nostri soldi (art.38), visto che il fondo della produttività collettiva verrà decurtato in sede di contrattazione collettiva da un 10% ad un 15 % per pagare chi è stato scelto dall’azienda per fargli quadrare i conti rendendo “produttiva” la malattia degli utenti e lo sfruttamento dei lavoratori.

L’art.23 parla del rapporto a tempo parziale che può essere concesso ad un 25 più 10% (gravi situazioni familiari) della dotazione organica complessiva. Esso si articola in orizzontale (riduzione di orario in tutti i giorni lavorativi) e in verticale (articolazioni su alcuni giorni della settimana, su alcuni mesi o periodi dell’anno)

Dopo due anni si può richiedere la trasformazione a tempo pieno. L’amministrazione deve entro 6 mesi dalla domanda dell’interessato concedere il tempo parziale , ritardando al massimo di altri sei mesi con provvedimento motivato per esigenze del servizio.

L’art.26 riguarda l’orario di lavoro e la sua articolazione. Al di fuori dei reparti e servizi funzionanti 12 ore possono essere previsti periodi che vanno da 28 a 44 ore settimanali… i criteri di flessibilità e l’assimilazione delle aziende sanitarie a fabbriche ci portano a spremere profitto dalla malattia, a vendere efficienza come “eliminazione degli sprechi” ed a trasformare la salute in una merce.

L’art.27 porta a 35 ore l’orario lavorativo rimanendo volutamente generico su chi ha diritto a tale riduzione e dando questo ulteriore strumento di divisione in mano all’azienda, ai capi servizio ed ai sindacati per favorire “gli amici”. Inoltre non si parla di assunzioni per attuare questa riduzione d’orario ma solo di diminuzione delle ore di straordinario per trovare i finanziamenti…..quindi più carichi di lavoro per tutti come “riduzione” di orario !?!

L’art.29 riguarda l’attività formativa differenziando quella obbligatoria da quella facoltativa. L’amministrazione è tenuta alla formazione del personale, compreso il neo assunto, e deve trattare modalità, priorità e tempi nella contrattazione decentrata. Ci chiediamo come questo si concili con le assunzioni di cooperative infermieristiche, con contratti interinali e con gli appalti che, non avendo il nostro contratto ma solo un rapporto privato con l’azienda, non partecipano alla formazione, non possono garantire qualità assistenziale ed essendo doppiamente sfruttati, non hanno nessuna garanzia contro il burn out.

Sono i conti dell’azienda che devono tornare….nient’altro!?!

L’art.34 parla del lavoro straordinario . Come in altri contratti viene ribadito che non può essere usato come fattore ordinario di programmazione del lavoro..ma tutti sappiamo come di fatto ci venga obbligato dalla carenza di organico, ormai strutturale, e come i tetti vengano sfondati vergognosamente a tutto danno della nostra salute e della qualità dell’assistenza.

L’art.35 ci regala i criteri per la progressione economica orizzontale proponendo

“ metodologie per la valutazione permanente delle prestazioni e dei risultati dei singoli dipendenti”….che non interessi il raggiungimento di obiettivi qualitativi e migliorativi dell’assistenza, che tutto è finalizzato alla contrapposizione ed alla divisione fra lavoratori e che verranno proposte pagelline e note dei caposervizi per “conquistarsi” il diritto di un passaggio di fascia…è ormai palese…

il processo di aziendalizzazione è come un ciclone che spazza via ogni diritto!

L’art.38 può essere capito solo da un economista visto che parla dell’istituzione dei vari Fondi (per il finanziamento del trattamento accessorio e per la produttività) riferendosi a quelli del precedente contratto, agli avanzi di amministrazione e pareggio bilancio (non crediamo sia il caso del policlinico) ed a particolari finanziamenti regionali (risorse aggiuntive). Come rappresentanti Cobas RSU ci impegniamo a pubblicare tutte le cifre ed i dati che l’azienda ci darà in contrattazione decentrata. Questo va preteso da tutte le RSU.

L’art.39 è l’ultima chicca…tutto centrato sull’istituzione di un fondo per finanziare anche le posizioni organizzative con i soldi tolti alla produttività collettiva ed al finanziamento delle diverse fasce retributive.

Infine nelle disposizioni particolari art.41 si modificano alcune disposizioni per le assunzioni a tempo determinato per le sostituzione di gravidanza, puerperio, malattie anche brevi ove sussistano “documentati motivi di urgenza”, che possono essere eccezionalmente prorogati almeno per una volta per sostituire lo stesso dipendente assente anche se per un diverso motivo.

SCHEMA DELLE CATEGORIE E DELLE FASCE:

A (ex 1°, 2°, 3° livello)

A1 (ex 3° livello + art.45)

A2

A3

A4

B (ex 4° livello)

B1 (ex 4° liv. + art.45)

B2

B3

B4

Bs (ex 5° liv.) (infermiere con 30 anni+art.45 ed assegno di 1.108.000 a.l.)

Bs1 (ex 5° liv.+art.45)(gli infermieri generici e quelli psichiatrici mantengono un assegno ad personam se già

maturato di 120,240 e 360.000)

Bs2

Bs3

Bs4

C (ex 6° liv.)

C1 (ex 6° liv.+art.45)(infermiere senza art.45 con assegno ad personam di 155.000 annue lorde)

(infermiere con 20 anni d’anzianità)

C2 (infermiere con 20 anni +art.45)

(infermiere con 25 anni)

C3 (infermiere con 25 anni +art.45)(infermiere con 30 anni)

(infermiere con 30 anni+art.45 ed assegno di 1.108.000 annuo lordo)

C4

D (7° liv.)

D1 (7° liv. +art.45)(infermiere con 20 anni)

D2 (infermiere con 20 anni+art.45)

(infermiere con 25 anni)

D3 (infermiere con 25 anni+art.45)

(infermiere con 30 anni ed assegno di 11.000 annue lorde)

D4 (infermiere con 30 anni+art.45)

Ds (8° liv.)

Ds1 (8°+art.45)(8° bis con integrazione tabellare di 257.000)

Ds2 (8° bis +art.49 con integrazione tabellare di 257.000+assegno 90.000 annue lorde )

Ds3

Ds4

- Marzo 2000-

COBAS POLICLINICO UNIVERSITA’

Info su: www.azimut-onlus.org

 

Dai un contributo ai progetti internazionali dei Cobas

Associazione Azimut

Codice Fiscale 97342300585