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Come coinvolgere i lavoratori della sanità e ampliare la coscienza dei cittadini per evitare la complicità nella distruzione dei Servizi - Parigi novembre 2003

INTERVENTO SEMINARIO PARIGI

TITOLO: Come coinvolgere i lavoratori della sanità e ampliare la coscienza dei cittadini per evitare la complicità nella distruzione dei Servizi

Quando un anno fa ci siamo ritrovati a Firenze,la maggior parte di noi erano operatori della sanità. Medici infermieri amministrativi e altro. In Europa la schiera di questi lavoratori è abbastanza incisiva.

Studi dell’OCSE: lo standard ottimale di 6,9 infermieri per mille abitanti, indicato dall’Ocse (tab. 7), si riferisce al personale che deve essere considerato direttamente impegnato nell’assistenza, escluse le unità che, pur rientrando nella professione infermieristica, non svolgono di fatto le attività assistenziali.

TAB.7 -  STANDARD ASSISTENZIALI (OCSE = 6,9  Infermieri ogni mille abitanti)

Rapporto tra popolazione e infermieri

Secondo l’Ocse la situazione italiana risulta di 1,6 unità in meno ogni mille abitanti (-88.000 rispetto alla popolazione italiana)

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* bisogna considerare 0,5 infermieri (ogni mille abitanti) destinati ad attività non assistenziali

Fonte: Il Sole 24 ore Sanità 27 marzo - 2 Apr. 2001 "Un buco da 100 mila unità". Rapporto Medici Infermieri vedi tab.5.

In Europa la presenza delle professioni sanitarie è distribuita in modo diverso (tab. 5). Se prendiamo in considerazione le due professioni principali, ci rendiamo subito conto che la media per ogni mille abitanti, fatta su nove Paesi, è del 4,3 per mille  per i medici e del 7,9 per mille per gli infermieri, dati che vengono confermati se comprendiamo nel campione anche Giappone, Canada e Stati Uniti.

TAB. 5 - LA PRESENZA DEI CAMICI BIANCHI A CONFRONTO CON LA SPESA SANITARIA

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Fonte: Il Sole 24 ore Sanità 3-9 luglio 2001, "Nelle cure ognuno fa per sé - Ocse: dai dati 2001 una fotografia in ordine sparso su ventinove Sistemi sanitari", "Il Ssn? Il più avaro d'Europa". Tabella adattata per consentire il confronto tra la presenza quantitativa di Medici e Infermieri e la spesa pubblica di ciascun Paese.

Fig. 1

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Physicians (pp. 99–100)

The data show the number of practising physicians working in public or private health services. Not all countries report the data strictly according to the recommended definitions. Countries also differ in the way they compile national statistics on employment in the health sector. The number of physicians per head of population is steadily increasing in western and, to a lesser extent, in central parts of the Region. Previously high and increasing ratios in the eastern part began to decline in the early 1990s.

(From Atlas of health in Europe, WHO 2003)

Fig. 2

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Nurses (p. 102)

The data show nurses who have completed a programme of nursing education (either basic or at university level), and are qualified and authorized in their country to practice nursing in all settings for the promotion of health, the prevention of illness, the care of the sick and rehabilitation. The international comparability of statistics on nurses is particularly limited, owing to the variations in national definitions and practices.

(ibidem)

Non è un caso che la spinta a costruire questa rete sia partita dai lavoratori della sanità che più di chiunque altro sono coscienti di come l’evoluzione dei sistemi neoliberisti europei abbia significato, e sempre più significa, una progressiva cancellazione del diritto alla salute di milioni di cittadini europei ed un peggioramento della loro qualità di vita. La tendenza europea è quella di trasformare i Sistemi Sanitari, in larga misura pubblici, in luoghi di produzione industriale della cura, dove la funzione statale di sovrintendere alla salute individuale e collettiva è trasferita ai privati.

Alcuni punti vanno comunque chiariti per fare in modo che questa rete possa proseguire il suo cammino allargandosi a tutti i cittadini. Ed una precisazione poi, merita la parola “cittadino”: quando parliamo di cittadino non ci riferiamo ovviamente al concetto di cittadinanza, ma ad un concetto più generale di colui che si rivolge alle strutture sanitarie senza distinzione di nazionalità, permessi o altro.

Ma veniamo ai punti:

  • Ogni peggioramento della qualità dell’assistenza operato dalle politiche liberiste europee è andato di pari passo con il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari.
  • Per la strutturazione stessa dei sistemi neoliberisti tendenti allo sfruttamento non solo delle risorse lavorative, ma anche di quelle ambientali e sociali, il peggioramento della qualità di vita e della salute delle popolazioni potremmo dire che si è “globalizzato”.
  • Non esiste possibilità di lotta, e speriamo di vittoria, senza un agire comune tra utenti ed operatori sanitari.
  • Le complicità con i sistemi liberisti, sia da parte di associazioni di lavoratori che di utenti vanno smascherate per evitare che sia l’alternanza di governi più o meno democratici a scandire il tempo di un unico progetto neoliberista, che sotto varie forme e tendenze investe la totalità dell’Europa e del mondo.

GLI OPERATORI SANITARI

Il volto delle strutture ospedaliere e la tipologia dell’operatore della sanità sono andati nel corso di questi anni progressivamente modificandosi. Possiamo individuare 6 linee di tendenza comuni a tutto lo spaccato europeo, con differenze più o meno marcate nei vari paesi:

  • Congelamento pressoché totale degli stipendi-base degli operatori sanitari, diminuzione delpotere d’acquisto salariale, e contestuale aumento del salario accessorio legato al merito ed alla “funzionalità” dell’operatore al sistema. Esempio progetti di produttività

COSTO LAVORO, RETRIBUZIONI LORDE E NETTE: OPERAIO MEDIO INDUSTRIA MANIFETTURIERA

VALORI ASSOLUTI IN EURO: lavoratore con coniuge e due figli a carico – anno 2002

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(fonte ISTAT)

  • Progressiva precarizzazione delle figure sanitarie anche altamente professionali (classicamente i medici, oggi anche gli infermieri), con conseguente abbassamento della conflittualità sui luoghi di lavoro dovuta alla maggiore ricattabilità e differenziazione legislativa delle figure assistenziali
  • Esternalizzazione della maggior parte dei servizi economiali e di pulizia, con la progressiva cancellazione di intere classi di figure sanitarie e l’entrata di grosse fette di capitale privato nel pubblico, legato a criteri perlopiù clientelari e privo di controlli rispetto alle prestazioni.
  • Aumento continuo dei carichi di lavoro e dell’orario straordinario, agevolato da una legge europea che taglia fuori gli operatori sanitari da qualsiasi tetto massimo di ore lavorate (legge…) Tabella orario di lavoro

Tabella orari di lavoro infermieri

Paese Ore/settimana Stipendio in € Esternalizzazioni
Grecia 37,5 - 40 800 SI
Germania 38,5 1290 – 5000 SI
Spagna 37 1900 SI
Italia 36 1200 – 1400 SI

(dal questionario diffuso dalla Rete Europea per la Salute)

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  • Aumento dei rischi per la salute dei lavoratori della sanità (già affrontato da altri compagni)
  • Investimenti praticamente nulli per la formazione, delegata il più delle volte ad Istituzioni private ed a carico economico del lavoratore.

I CITTADINI

L’esperienza giornaliera che il cittadino ha della sanità è quella

  • di una progressiva diminuzione del diritto alla cura,
  • del continuo aumento di barriere che impediscono questo accesso (Ticket, età, censo, razza, tipologia di patologie, ecc), con l’esclusione delle categorie sociali meno protette come i sans paier o determinate patologie non remunerative.
  • Della difficoltà di accesso alle strutture pubbliche in contrapposizione a quello alle strutture private. Con la conseguenza di determinare una selezione in base al reddito tra chi può permettersi di pagare una prestazione e chi no.
  • Della quasi totale scomparsa delle forme preventive e delle cure riabilitative, che colpiscono maggiormente la parte debole dei cittadini (gli anziani).

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In sostanza: della perdita di un diritto!!!

Note

The first (eastern) group consists of the 12 countries of the former USSR that now constitute the Commonwealth of Independent States (CIS). The second (central) group is the 15 central and south-eastern European countries (CSEC) in rapid transition, including the three Baltic states. The third (western) group represents the western part of the Region, consisting of the 15 member states of the European Union (EU).

(From Atlas of health in Europe, WHO 2003)

Fig.3

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Hospital beds (pp.103–105)

The number of available beds includes beds in all hospitals, regardless of specialty. The main limitation on intercountry comparability is that some countries count nursing homes and similar institutions as hospitals while others do not. The number of hospital beds per 100 000 population and the average length of stay are clearly declining throughout the Region, with the highest levels still in the eastern part. A number of countries have seen a remarkable reduction in psychiatric beds.

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Fig. 4Fig. 5

Fig. 6

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(From Atlas of health in Europe, WHO 2003)

Il concetto che i sistemi neoliberisti cercano di far passare è che la sostenibilità pubblica dei sistemi sanitari è un costo che oltre a non essere sostenibile, non garantisce una buona assistenza. A differenza del regime privatistico che proprio perché staccato dai legacci statali sarebbe più snello e più efficiente. Da qui l’aumento enorme delle assicurazioni private.

Public expenditure on health, % Total expenditure on health
  1960 1970 1980 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Austria 69,4 63 68,8 73,5 73,4 73,5 74,2 74,4 70,9 69,7 70 69,7 69,3 69,4 67,9
Belgium                 70,5 72,6 71,5 72 72,2 72,1 71,7
Czech Republic   96,6 96,8 97,4 96,8 95,5 94,8 93,9 92,7 92,5 91,7 91,9 91,5 91,4 91,4
Denmark     87,8 82,7 83,5 83,2 82,7 82,2 82,5 82,4 82,3 82 82,2 82,5 82,4
Finland 54,1 73,8 79 80,9 81,1 79,6 76,1 75,5 75,6 75,8 76,1 76,3 75,3 75,1 75,6
France       76,6 76,3 76,6 76,5 76 76,3 76,1 76,2 76 76 75,8 76
Germany   72,8 78,7 76,2   77,3 76,4 76,5 76,7 76,8 75,3 74,8 74,8 75 74,9
Greece   42,6 55,6 53,7 53,4 54,6 54,5 50,2 52 53 52,8 52,1 53,4 56,1 56
Hungary         89,1 88 87,4 87,3 84 81,6 81,3 79,4 78,1 75,5 75
Ireland 76 81,7 81,6 71,9 73 71,5 73,3 71,9 71,6 71,4 74,6 76,5 72,8 73,3 76
Italy       79,3 79,2 77,1 76,7 74,9 72,2 71,8 72,2 71,8 72 73,4 75,3
Luxembourg   88,9 92,8 93,1 93 92,8 92,9 91,7 92,4 92,8 92,5 92,4 87,9 87,8  
Netherlands     69,4 67,1 69 72,8 73,6 72,9 71 66,2 67,8 64,4 63,3 63,4 63,3
Norway 77,8 91,6 85,1 82,8 84,5 84,8 84,6 84,6 84,2 84,2 84,3 84,7 85,2 85,2 85,5
Poland       91,7 75,6 76,4 73,8 72,8 72,9 73,4 72 65,4 71,1 70 71,9
Portugal   59 64,3 65,5 62,8 59,6 63 63,4 61,7 64,7 64,8 65,4 67,6 68,5 69
Slovak Republic                     91,7 91,6 89,6 89,4 89,3
Spain 58,7 65,4 79,9 78,7 77,5 77,4 76,6 75,5 72,2 72,4 72,5 72,2 72,1 71,7 71,4
Sweden   86 92,5 89,9 88,2 87,2 87,4 87,1 86,7 86,9 85,8 85,8 85,7 85 85,2
Switzerland       52,4 52,8 53,8 54,3 54,2 53,8 54,7 55,2 54,9 55,3 55,6  
United Kingdom 85,2 87 89,4 83,6 83,3 84,6 85,1 83,9 83,9 82,9 80,1 80,2 80,5 80,9 82,2
United States 23,3 36,4 41,5 39,6 41,2 42,4 43,1 44,8 45,4 45,6 45,3 44,5 44,2 44,2 44,4
Private insurance - % Total expenditure on health
  1960 1970 1980 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Austria 6,8 8,1 7,6 9 9 8,9 8,8 8,6 8,3 7,7 8,1 7,6 7,3 7,2 7,4
Denmark     0,8 1,3 1,2 1,2 1 1,1 1,2 1,4 1,4 1,4 1,7 1,6 1,6
Finland 2,4 1,7 1,4 2,1 1,9 2,4 2,5 2,5 2,4 2,4 2,6 2,6 2,7 2,6 2,5
France       11 11 11 11,2 12 11,9 12,4 12,4 12,6 12,6 12,7 12,7
Germany   7,5 5,9 7,2   11,8 12,3 12,1 12 11,7 12,3 12,3 12,5 12,6 12,6
Greece                              
Hungary                       0 0,1 0,2 0,3
Ireland       9,1 9 8,6 8,9 9,2 9,1 9,2 8,7 8,9 8 7,6 6,8
Italy       0,6 0,7 0,8 0,9 0,9 1 1 1 0,9 0,9 0,9 0,9
Luxembourg                         1,5 1,6  
Netherlands                       15,5 15,7 15,2 15,5
Portugal       0,8 0,9 1,2 1,3 1,4 1,3 1,4 1,5        
Slovak Republic                     0 0      
Spain   3,3 3,2 3,7 2,9 3 3,2 3,4 3,4 3,5 3,5 3,7 3,8 3,9 4
Switzerland       11 10,7 10,9 11,5 11,7 12,2 12,9 11,5 11,4 10,4 10,5  
United Kingdom   0,9 1,3 3,3 3,4 3,4 3,4 3,3 3,2 3,3          
United States 22,5 21,9 28,4 34,2 33,9 33,7 34,2 33,9 33,8 33,7 33,5 33,8 34,4 35,1 35,6

Copyright OECD HEALTH DATA 2003 2nd ed. (modificate)

CONCLUSIONI

Noi sappiamo che questo non corrisponde alla realtà e che i sistemi sanitari migliori sono proprio quelli pubblici, sia per maggior efficacia che per costi più bassi. Il problema è far si che questo semplice concetto sia compreso dalla maggior parte della gente e venga preso come cavallo di battaglia delle popolazioni europee.

Come fare???

Ogni sistema sanitario per essere publico,gratuito e generalizzato ha bisogno principalmente di adeguati finanziamenti e su questo fronte già vediamo differenze notevoli tra i diversi paesi europei

RIPARTIZIONE DELLA SPESA PER LE PRESTAZIONI SOCIALI PER FUNZIONI – ANNO 2000

(Valori percentuali sul PIL)

PAESI Malattia Invalidità Vecchiaia Superstiti Sostegno alla famiglia Disoccupazione Casa Altro Totale spesa
EU 15 7,2 2,1 10,9 1,3 2,1 1,7 0,6 0,4 26,2
EU 11 7,3 2 10,7 1,4 2,1 1,8 0,3 0,4 26
EU 12 7,3 1,9 10,7 1,4 2,1 1,8 0,3 0,4 26
                   
B 6,3 2,2 8,5 2,6 2,3 3 : 0,4 25,3
DK 5,7 3,4 10,7 0 3,7 3 0,7 1 28
D 8,1 2,2 11,6 0,5 3 2,4 0,2 0,5 28,5
EL 6,8 1,3 11,8 0,8 1,9 1,6 0,8 0,6 25,5
E 5,8 1,5 8,3 0,8 0,5 2,4 0,2 0,1 19,6
F 8,2 1,6 10,8 1,7 2,7 1,9 0,9 0,4 28,3
IRL 5,5 0,7 2,6 0,8 1,7 1,3 0,4 0,3 13,4
I 6,1 1,4 12,8 2,6 0,9 0,4 0 0 24,3
L 5,1 2,8 7,5 0,6 3,4 0,7 0,1 0,2 20,2
NL 7,5 3 9,5 1,4 1,2 1,3 0,4 1,4 25,7
A 7,2 2,3 10,7 2,8 3 1,3 0,1 0,5 27,9
P 6,2 2,6 7,7 1,5 1,1 0,8 0 0,3 20,2
FIN 5,8 3,4 7,8 1 3,1 2,6 0,4 0,5 24,4
S 8,6 3,8 11,7 0,7 3,4 2,1 0,7 0,8 31,7
UK 6,7 2,4 11,2 1,1 1,8 0,8 1,5 0,3 25,8

Fonte: EUROSTAT (2003), Statistiques Sociales Européennes. Protection Sociale, Dépenses et recettes (1991-2000)

LA SPESA PER LE PRESTAZIONI SOCIALI PER FUNZIONI: MALATTIA

(Valori percentuali sul PIL)

  1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
PAESI                
                 
EU 15 7,5 7,4 7,4 7,3 7 7 7,1 7,2
EURO 11 7,7 7,6 7,6 7,5 7,2 7,2 7,2 7,3
EURO 12 7,7 7,5 7,5 7,5 7,2 7,1 7,2 7,3
                 
B 6,9 6,7 6,3 6,7 6,2 6,3 6,4 6,3
DK 5,9 5,6 5,6 5,4 5,4 5,7 5,7 5,7
D 8,3 8,4 8,6 8,6 8,1 8 8,1 8,1
EL 5,5 5,6 5,6 5,5 5,7 5,7 6 6,8
E 6,6 6,4 6,1 6,2 5,9 5,8 5,8 5,8
F 8,2 8,2 8,2 8,3 8,2 8,2 8,1 8,2
IRL 6,7 6,6 6,6 6 5,8 5,6 5,7 5,5
I 6,4 6 5,5 5,6 5,7 5,7 5,8 6,1
L 6,2 5,5 5,7 6 5,6 5,3 5,3 5,1
NL 9,4 8,5 8,3 7,8 7,6 7,5 7,7 7,5
A 7,2 7,3 7,4 7,2 7,1 7,2 7,4 7,2
P 6,1 6,6 7 5,9 5,9 6,1 6,3 6,2
FIN 7,2 6,7 6,5 6,6 6,2 6 6 5,8
S 8,7 7,9 7,6 7,5 7,5 7,8 8,2 8,6
UK 6,7 6,6 6,5 6,4 6,3 6,5 6,5 6,7

Fig. 7

Spesa per malattia in percentuale sul PIL

Oggetto1

(fonte ISTAT)

Total expenditure on health, % GDP (Public + Private)

  1960 1970 1980 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Austria 4,3 5,3 7,6 7,1 7,1 7,5 7,9 7,9 8,2 8,3 7,6 7,7 7,8 7,7 7,7
Belgium   4 6,4 7,4 7,8 8 8,1 7,9 8,6 8,8 8,4 8,4 8,5 8,6 9
Czech Republic       5 5,2 5,4 7,2 7,3 7,3 7,1 7,1 7,1 7,1 7,1 7,3
Denmark     9,1 8,5 8,4 8,5 8,8 8,5 8,2 8,3 8,2 8,4 8,5 8,3 8,6
Finland 3,8 5,6 6,4 7,8 8,9 9,1 8,3 7,7 7,5 7,6 7,3 6,9 6,9 6,7 7
France       8,6 8,8 9 9,4 9,4 9,5 9,5 9,4 9,3 9,3 9,3 9,5
Germany   6,2 8,7 8,5   9,9 9,9 10,2 10,6 10,9 10,7 10,6 10,6 10,6 10,7
Greece   6,1 6,6 7,4 7,2 7,9 8,8 9,7 9,6 9,6 9,4 9,4 9,6 9,4 9,4
Hungary         7,1 7,7 7,7 8,3 7,5 7,2 7 6,9 6,8 6,7 6,8
Ireland 3,7 5,1 8,4 6,1 6,5 7,1 7 7 6,8 6,6 6,4 6,2 6,2 6,4 6,5
Italy       8 8,3 8,4 8,1 7,8 7,4 7,5 7,7 7,7 7,8 8,2 8,4
Luxembourg   3,6 5,9 6,1 5,9 6,2 6,2 6,1 6,4 6,4 5,9 5,8 6,1 5,6  
Netherlands     7,5 8 8,2 8,4 8,5 8,4 8,4 8,3 8,2 8,6 8,7 8,6 8,9
Norway 2,9 4,4 6,9 7,7 8,1 8,2 8 7,9 7,9 7,9 7,8 8,5 8,5 7,6 8
Poland       5,3 6,6 6,6 6,4 6 6 6,4 6,1 6,4 6,2 6 6,3
Portugal   2,6 5,6 6,2 6,8 7 7,3 7,3 8,3 8,5 8,6 8,6 8,7 9 9,2
Slovak Republic                     5,9 5,8 5,8 5,7 5,7
Spain 1,5 3,6 5,4 6,7 6,9 7,2 7,5 7,4 7,6 7,6 7,5 7,5 7,5 7,5 7,5
Sweden   6,7 8,8 8,2 8,1 8,3 8,6 8,2 8,1 8,4 8,2 8,3 8,4 8,4 8,7
Switzerland 4,9 5,6 7,6 8,5 9,2 9,6 9,6 9,8 10 10,4 10,4 10,6 10,7 10,7 10,9
United Kingdom 3,9 4,5 5,6 6 6,5 6,9 6,9 7 7 7 6,8 6,9 7,2 7,3 7,6
United States 5 6,9 8,7 11,9 12,6 13 13,3 13,2 13,3 13,2 13 13 13 13,1 13,9

Public expenditure on health, % GDP

  1960 1970 1980 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Austria 3 3,3 5,2 5,2 5,2 5,5 5,9 5,9 5,8 5,8 5,3 5,4 5,4 5,4 5,3
Belgium                 6 6,4 6 6 6,2 6,2 6,4
Czech Republic       4,9 5,1 5,2 6,8 6,9 6,8 6,5 6,5 6,5 6,5 6,5 6,7
Denmark     8 7 7 7 7,2 7 6,8 6,8 6,8 6,9 7 6,9 7,1
Finland 2,1 4,1 5 6,3 7,2 7,2 6,3 5,8 5,7 5,8 5,5 5,3 5,2 5 5,3
France       6,6 6,7 6,9 7,2 7,1 7,3 7,2 7,1 7,1 7,1 7,1 7,2
Germany   4,5 6,8 6,5   7,7 7,6 7,8 8,1 8,4 8,1 7,9 8 7,9 8
Greece   2,6 3,7 4 3,9 4,3 4,8 4,8 5 5,1 5 4,9 5,1 5,3 5,2
Hungary         6,4 6,8 6,7 7,2 6,3 5,9 5,6 5,5 5,3 5,1 5,1
Ireland 2,8 4,2 6,8 4,4 4,8 5 5,1 5 4,9 4,7 4,8 4,7 4,6 4,7 4,9
Italy       6,4 6,6 6,5 6,2 5,9 5,3 5,4 5,6 5,6 5,6 6 6,3
Luxembourg   3,2 5,5 5,7 5,5 5,7 5,8 5,6 5,9 5,9 5,5 5,4 5,4 4,9  
Netherlands     5,2 5,4 5,7 6,1 6,3 6,1 6 5,5 5,5 5,5 5,5 5,5 5,7
Norway 2,2 4 5,9 6,4 6,8 6,9 6,8 6,7 6,7 6,6 6,6 7,2 7,3 6,5 6,8
Poland       4,8 5 5,1 4,7 4,3 4,4 4,7 4,4 4,2 4,4 4,2 4,6
Portugal   1,6 3,6 4,1 4,3 4,2 4,6 4,6 5,1 5,5 5,6 5,6 5,9 6,2 6,3
Slovak Republic                     5,4 5,3 5,2 5,1 5,1
Spain 0,9 2,3 4,3 5,3 5,3 5,6 5,8 5,6 5,5 5,5 5,4 5,4 5,4 5,3 5,4
Sweden   5,8 8,2 7,4 7,2 7,3 7,5 7,1 7,1 7,3 7,1 7,1 7,2 7,1 7,4
Switzerland       4,5 4,8 5,1 5,2 5,3 5,4 5,7 5,7 5,8 5,9 5,9  
United Kingdom 3,3 3,9 5 5 5,4 5,8 5,9 5,9 5,8 5,8 5,5 5,5 5,8 5,9 6,2
United States 1,2 2,5 3,6 4,7 5,2 5,5 5,7 5,9 6 6 5,9 5,8 5,7 5,8 6,2

Copyright OECD HEALTH DATA 2003 2nd ed. (modificate)

Il primo passo deve essere quindi quello di chiedere l’aumento dei fondi destinati dai singoli stati ai sistemi sanitari pubblici e, possibilmente, non al di sotto di una soglia comune europea.

Vediamo inoltre che il concetto stesso di malattia portato avanti dai sistemi attuali è legato esclusivamente alla cura e non alla prevenzione.

Su questo punto va fatta chiarezza, noi crediamo che la parola prevenzione vada estesa non solo a programmi di screening di massa o a tutto quanto specificatamente legato alla prevenzione secondaria, ma soprattutto alla coscienza che non c’è prevenzione che tenga in un mondo dove dominando il profitto, i fattori di malattia entrano nel quotidiano delle nostre vite.

Crediamo che sia compito di questa rete e di questo movimento tenere sempre costantemente uniti in ogni momento di lotta tutti i tasselli di un progetto neoliberista globale al quale contrapporsi con la coscienza che non può esistere salute in un mondo dove domina il lavoro precario, la nocività ambientale, il razzismo: in poche parole la mercificazione della vita.

Abbiamo analizzato il problema dai due punti di vista: degli operatori sanitari e dei cittadini, proprio perché nel modo di affrontare le cose che vogliono imporci queste due figure sono rigorosamente staccate.

  • Il lavoratore della sanità risolverà i suoi problemi a livello sindacale
  • Il cittadino protesterà, con le associazioni preposte o da solo, il più delle volte con lo stesso operatore sanitario che vede come controparte e asservito alla difesa di un sistema che lo danneggia. Molto spesso l’operatore sanitario è l’unico referente del cittadino che quindi lo identifica con il sistema stesso

In tutte e due le situazioni faremo il gioco del sistema e la nostra protesta rientrerà nel range previsto e controllato di conflittualità che ogni sistema neoliberista presuppone.

Rompere questo schema culturale e politico è il compito che questa rete deve perseguire nel prossimo anno allargando il suo intervento al territorio, alle organizzazioni dei malati e dei cittadini. Facendo opera di controinformazione continua, denunciando la progressiva chiusura di strutture pubbliche ed il potenziamento di quelle private. Rivendicando per gli operatori della sanità un ruolo non di meri esecutori dei disegni padronali, ma quello di coscienza critica e di lotta ad un apparato liberista che danneggia in ugual misura lavoratori e utenti. Rivendicando per i cittadini il diritto al controllo popolare sui servizi sanitari e sulle politiche sanitarie.

A questo proposito va sottolineato come deve essere chiaro che secondo noi la rete non deve accettare nessuna forma di complicità degli operatori sanitari con il sistema e che quindi condanna espressamente ogni forma di mercificazione del dissenso (premi economici per maggior “duttilità” nel seguire le direttive), come condanna ogni forma di attività lavorativa privata svolta dagli operatori sanitari a qualsiasi livello.

Un ultimo chiarimento va fatto sulle scelte operate in questi anni da molti sindacati ufficiali. Noi crediamo che ci sia una grossa responsabilità di alcuni di questi nello smantellamento dei sistemi sanitari pubblici e nel peggioramento delle condizioni di vita degli operatori sanitari. Le leggi di progressiva privatizzazione ed aziendalizzazione dei sistemi sanitari , come pure le modifiche, in senso di precarizzazione del lavoro, sono state fatte in maggior parte con il consenso, espresso o tacito, dei sindacati ufficiali. Siamo come sempre aperti a qualsiasi confronto, ma crediamo che su alcuni punti bisogna essere intransigenti, proprio perché non ci interessa far parte di quel dissenso “previsto” e “controllato” tutto funzionale a dare una parvenza di democraticità ai sistemi neo liberisti.

PROPOSTE:

Per cominciare un percorso di lotta comune crediamo sia necessario evidenziare alcune parole d’ordine dalle quali partire per cominciare a muoversi e a concretizzare il nostro agire.

Per quanto riguarda i cittadini e gli operatori sanitari gli obbiettivi che, secondo noi, vanno perseguiti sono:

  • Difesa del potere d’acquisto salariale degli operatori sanitari europei
  • Rifiuto di ogni forma di libera professione, in concorrenza con il pubblico, per tutte le figure sanitarie
  • Battaglia europea contro la dilatazione dell’orario di lavoro degli operatori sanitari europei in tutte le sue forme
  • Aumento dei fondi destinati dai singoli stati ai sistemi sanitari pubblici e, possibilmente, non al di sotto di una soglia comune europea, che sia in grado di garantire oltre alla cura anche la prevenzione primaria e secondaria.
  • Innalzamento qualitativo delle prestazioni erogate dai vari sistemi sanitari, omogeneizzando le punte di eccellenza e le esperienze più avanzate.
  • Costruzione di reti locali europee aperte al contributo dei cittadini e delle associazioni che difendono il diritto alla salute, con l’obbiettivo comune di lottare per un Servizio Sanitario pubblico che sia universale, gratuito, generalizzato e umano. A questo proposito crediamo non vada mai dimenticato che un nuovo e diverso sistema sanitario deve essere soprattutto profondamente UMANO, rispettoso della dignità e della psiche dei cittadini e dei lavoratori e non invasivo nelle cure.Compito delle reti locali sarà anche quello di portare avanti le parole d’ordine del controllo popolare sui servizi sanitari e sulle politiche sanitarie.

Ci aspetta un anno di battaglie, a cominciare dalla giornata del 1 Dicembre. Crediamo che solo lottando tutti insieme, cittadini e operatori sanitari, solo uscendo dai ghetti nei quali vogliono rinchiuderci, potremo dimostrare che realmente un’altra sanità è possibile.

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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