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Documento sulla nostra partecipazione alle RSU

Documento sulle RSU del COBAS Policlinico-Università

INDICE

1. PREMESSA

2. IL QUADRO LEGISLATIVO

3. L'ACCORDO COLLETTIVO QUADRO

4. SULLA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI

5. LA NOSTRA IDEA DI RAPPRESENTANZA

6. PERCHE' PARTECIPARE

7. COME VOGLIAMO PARTECIPARE

1. PREMESSA

Con l'accordo collettivo quadro per la costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie nelle Pubbliche Amministrazioni raggiunto fra l'ARAN e Cgil-Cisl-Uil si chiude una brutta partita iniziata subito dopo che l'esito referendario aveva determinato l'abrogazione dell'art.47 del decreto legislativo 3 febbraio 1993 n° 29, che stabiliva il criterio di maggiore rappresentatività sindacale per la partecipazione alla contrattazione collettiva nel pubblico impiego.

Cgil-Cisl-Uil sono così riusciti a far rientrare dalla finestra quello che il popolo italiano aveva solennemente bocciato con l'esito referendario. Prima ci avevano provato con l'intesa sulle rappresentanze sindacali unitarie recepita con l'accordo sul costo del lavoro del 23 luglio 1993, che prevedeva a loro favore la riserva del 33% dei seggi. Un vergognoso artificio, censurato anche dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza del luglio 1996, che consentiva a Cgil-Cisl-Uil di conservare il diritto alla rappresentanza anche quando i lavoratori gli negavano esplicitamente il consenso.

Così mentre un Comitato ristretto di parlamentari ha elaborato un testo unificato delle proposte di legge (n° 136 e abbinate) relative alle "Norme sulle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro, sulla rappresentatività sindacale e sull'efficacia dei contratti collettivi di lavoro", il ministro Bassanini prima col decreto legislativo 4 novembre 1997 n° 396 e poi con quello del 31 marzo 1998 n° 80 ha apportato quelle modifiche all'art.47 del decreto legislativo 3 febbraio 1993 n° 29 che avrebbero dovuto tenere conto per l'appunto dello spirito del pronunciamento referendario.

In realtà l'accordo per la costituzione delle RSU nella Pubblica Amministrazione viola palesemente quello spirito reintroducendo quei meccanismi blindati che già in passato avevano garantito il monopolio della rappresentatività sindacale a Cgil-Cisl-Uil.

2. IL QUADRO LEGISLATIVO

L'art.47 del D.Lgs. 29/93 così modificato stabilisce che nelle pubbliche amministrazioni possono costituire Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSA) le organizzazioni sindacali ammesse alle trattative per la sottoscrizione dei contratti collettivi (ai sensi dell'art.19 della legge 300 del 20 maggio 1970 -Statuto dei lavoratori). A queste organizzazioni sindacali spettano in proporzione alla rappresentatività i diritti sindacali.

L'ammissione alle trattative dei contratti collettivi nazionali dei singoli comparti è stabilita dall'art.47-bis del citato decreto che prevede una rappresentatività nel comparto non inferiore al 5 %, considerando a tal fine la media tra il dato associativo e il dato elettorale

Il dato associativo è espresso dalla percentuale delle deleghe per il versamento dei contributi sindacali rispetto al totale delle deleghe rilasciate nell'ambito considerato.

Il dato elettorale è espresso dalla percentuale di voti ottenuti rispetto al totale dei voti espressi nell'ambito considerato

In sede di prima applicazione (art.44 del D.Lgs. del 31 marzo 1998 n° 80) vengono ammesse alla contrattazione collettiva nazionale le organizzazioni sindacali che avevano nel 1997 una rappresentatività non inferiore al 4 % riferita al solo dato associativo rilevato dal Dipartimento della Funzione Pubblica.

L'art. 47 del D.Lgs. 29/93 stabilisce che in ciascuna amministrazione viene costituito un organismo di Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) del personale mediante elezioni alle quali è garantita la partecipazione di tutti i lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

3. L'ACCORDO COLLETTIVO QUADRO PER LA COSTITUZIONE DELLE RSU

Con l'accordo collettivo quadro per la costituzione delle RSU vengono stabilite le norme sulla elezione e sul funzionamento degli organismi di rappresentanza sindacale unitaria del personale.

Possono promuovere la costituzione di rappresentanze sindacali unitarie nelle Amministrazioni che occupano più di 15 dipendenti le associazioni sindacali rappresentative firmatarie del citato accordo quadro

Possono presentare liste oltre alle associazioni sindacali rappresentative anche altre organizzazioni sindacali, purché costituite in associazione con proprio statuto e aderenti all'accordo quadro sulle RSU e alle norme sui servizi pubblici essenziali (legge 12 giugno 1990, n°146).

Pertanto i sindacati autorganizzati e autogestiti (costituiti con proprio statuto) che intendono partecipare alle elezioni delle RSU devono in prima battuta aderire formalmente, dandone comunicazione all'ARAN, entro il 30.9.98, la quale ne rilascia certificazione.

Le liste dovranno invece essere presentate entro il 20.10.98 alla commissione elettorale (costituita entro il 15.10.98 dai firmatari dell'accordo quadro).

Il numero dei componenti delle RSU eleggibili a suffragio finto-universale (perché i precari nella P.A. non hanno diritto di voto) sono:

Numero Componenti RSU Numero dipendenti

3 Fino a 200

3 (fino 200 dip.) + 3 (ogni 300 dip.) Fino a 3000

3 (fino 200 dip.) + 30 (3 ogni 300 fino 3000 dip.) + 3 (ogni 500 oltre i 3000 dip.) Oltre i 3000

La partecipazione alle elezioni delle RSU comporta quindi l'adesione a questo accordo forcaiolo il cui obiettivo è esplicitamente quello di ricondurre la contrattazione sotto il monopolio di Cgil-Cisl-Uil. Infatti l'adesione all'accordo prevede la rinuncia a costituire nell'Amministrazione RSA poiché la RSU subentra a quest'ultima a tutti gli effetti. Ma come "clausola di salvaguardia" si dice anche che le associazioni sindacali rappresentative possono costituire nelle Amministrazioni terminali di tipo associativo…

La riserva prevista nel vecchio accordo sulle RSU è oggi esplicitata dal doppio livello di rappresentanza (Associazioni sindacali rappresentative/RSU) che sarà esclusivo appannaggio di quelle stesse centrali sindacali che firmano contratti vergognosi utili a difendere i loro privilegi (come si chiamano altrimenti i 2855 distacchi sindacali appena concertati con l'ARAN ?) ma non quelli dei lavoratori.

Alle associazioni sindacali che non raggiungono la fatidica quota di sbarramento del 5 % (e pertanto considerate non rappresentativi) rimane solo la possibilità di eleggere i componenti della RSU che dovranno fare i conti non solo con gli eletti di altre organizzazioni all'interno della stessa, ma anche con i sindacati rappresentativi che parteciperanno da "leoni" alla trattativa decentrata.

Il vero elemento di blindatura è però rappresentato dalla scarsa agibilità conferita alle RSU obbligate a spartire i diritti e le tutele sindacali con le associazioni sindacali rappresentative. Per fare un esempio dal 1 gennaio 1999 il monte ore dei permessi sindacali calcolato in 81 minuti per dipendente verrà ripartito secondo un criterio di "equità" in 30 minuti per la RSU e 51 minuti per le associazioni sindacali rappresentative. Ammirevole però che la successiva spartizione dei 51 "minuti-rappresentativi" avvenga col meccanismo proporzionale.

L'accordo sulle RSU prevede che nella contrattazione collettiva integrativa i poteri e le competenze contrattuali saranno esercitate sia dalla RSU che dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del CCNL del relativo comparto. E chi non firma il contratto? Sarà ancora rappresentativo? Oppure sarà rappresentativo ma non potrà partecipare alla contrattazione decentrata?

Le decisioni nell'ambito della RSU vengono assunte a maggioranza dei componenti. Qualche piccola idea su quello che può accadere laddove Cgil-Cisl-Uil riescono a conseguire una maggioranza significativa? Pensate alla proclamazione di uno sciopero, alla indizione di una assemblea o peggio all'apertura di una vertenza. Quanto poi alle decisioni relative alla contrattazione decentrata dove la RSU spartisce il suo potere con i sindacati rappresentativi l'accordo fa rimando alle modalità previste dai Contratti Collettivi di Comparto.

Se la filosofia è quella prevista per la ripartizione dei permessi, ammesso e non concesso che una RSU abbia deciso a maggioranza di opporsi ad aspetti particolarmente odiosi contenuti nel contratto abbiamo veramente motivo di dubitare della sua effettiva capacità di concretizzare modifiche importanti stante il ruolo di controllore - censore svolto dai sindacati rappresentativi che dovranno invece garantire l'applicabilità in sede locale di quanto deciso a livello nazionale.

4. SULLA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI DELLE RSU

Dopo questo quadro funesto diventa veramente difficile decidere a cuor leggero di partecipare a questa competizione elettorale degna di un regime da apartheid.

E infatti ci sembra doveroso premettere che se lo si facesse nello spirito di queste "regole" potremo veramente parlare di una scelta suicida e priva di senso. Suicida perché a questo scontro l'autorganizzazione arriva in ordine sparso e in modo frammentato, rendendo ancora una volta l'immagine di una pattuglia disordinata che si batte con coraggio ma con tanta confusione fra le sue fila e spesse volte senza riconoscere dove passa la linea stessa del fronte. L'autorganizzazione si è rivelata nel suo complesso inadeguata ad affrontare lo scontro con Cgil-Cisl-Uil, non riuscendo a proporsi ai lavoratori come alternativa concreta e reale ad una dittatura sindacale ormai pluridecennale. La mancanza di un progetto di ricomposizione comune alle forze autorganizzate da un lato contribuito a fare aumentare i processi di lacerazione interni alle singole organizzazioni e dall'altro ha aumentato quelle forme di competizione esasperata fra organizzazioni che in alcuni casi sembravano degne delle mitiche lotte tribali tra correnti democristiane.

Prova ne sia che neanche oggi che i lavoratori vengono chiamati ad eleggere i loro rappresentanti in una competizione truffa le forze autorganizzate riescono a trovare le energie sufficienti per denunciare questo imbroglio. Per qualcuno conta forse di più capire quante "bandierine" riuscirà a piazzare piuttosto che lavorare per creare condizioni in cui si possano radicare lotte e conflitti sociali.

5. LA NOSTRA IDEA DI RAPPRESENTANZA

Abbiamo già nelle orecchie il rombo assordante di una campagna stampa martellante che partirà senza sosta dopo il 20 ottobre. Le sirene Cgil-Cisl-Uil vomiteranno addosso ai lavoratori fiumi di inchiostro, manifesti, spot, televisioni per raccontargli che finalmente la democrazia nei luoghi di lavoro è a portata di mano: basta votare. Forse anche turandosi il naso. Votare per istituzionalizzare la fabbrica dei consensi che troppe volte ha funzionato a cicli alterni, e che attualmente vive il suo momento più critico grazie alle vergognose politiche sul lavoro e sull'occupazione prodotte dal governo Prodi.

Il nostro obiettivo non è quindi quello di difendere le vecchie RSA contro la nuova proposizione delle RSU. Ci pare però francamente inaccettabile, in analogia a quello che sta accadendo nella modifica più generale del sistema elettorale con l'abolizione del sistema proporzionale, l'introduzione di questo premio ulteriore a chi supera lo sbarramento della rappresentatività: non basta che dove otterrà più voti avrà in proporzione più delegati RSU, perché superato il quorum del 5% avrà anche il diritto a costituire nell'amministrazione "terminali associativi". Sembra una brutta cosa da associare a malati terminali, stadi terminali … ed invece è l'escamotage più perverso per regalare a Cgil-Cisl-Uil quello che neanche più le riserve di seggi riuscivano a garantire.

Per quanto ci riguarda la nostra idea di rappresentanza non ha niente a che spartire con questo ibrido proposto negli accordi di fine luglio. Siamo per un unico soggetto contrattuale ma dotato di poteri di contrattazione reale, eletto dai lavoratori e dagli stessi revocabile in qualsiasi momento, che risponde direttamente all'unico organo che ci ostiniamo a pensare sovrano: l'assemblea dei lavoratori.

E allora il nostro dilemma non può essere solo stare nelle RSU o fuori da queste. Ma se sia utile mantenere la nostra esperienza, per quanto minoritaria, all'interno dei luoghi di lavoro nei quali abbiamo iniziato un percorso di radicamento, speso energie e speranze.

6. PERCHE' PARTECIPARE

Prima di dare una risposta è forse però utile fare un ragionamento più ampio. Quello che è andato in crisi in questi ultimi anni è il modello "operativo" dell'autorganizzazione: se da un lato non sempre (o perlomeno non automaticamente) l'esistenza di un sindacato autorganizzato o autogestito che dir si voglia, ha comportato lo sviluppo di lotte e quindi una crescita di un quadro politico - sindacale in grado di alimentare con nuove energie il conflitto, dall'altro molto spesso la vertenzialità si è limitata alla conquista di un effimero diritto alla rappresentanza: la partecipazione alle trattative.

Trattare, mediare, ricercare compromessi spendibili nell'applicazione di contratti vergognosi, in alcuni è diventato un modo più soft per subire comunque accordi di svendita, una variante "compatibile" delle trattative istituzionalizzate. Non è bastata a volte neanche la denominazione roboante a determinare il connotato politico sindacale di una realtà di base o autorganizzata. O c'è qualche folle tra noi che può pensare che è bastato definirsi sindacato autorganizzato, autogestito o di base per essere sicuro di non aver scimmiottato modelli vetero - sindacali da Cgil anni '50 ?

Questa premessa è d'obbligo per evitare ragionamenti puristi che individuano principalmente in questo tipo di percorso le ragioni della perdita di identità e di motivazione ideale. Non basta rifiutare di partecipare alle RSU per sperare di scoprire nuove motivazioni, spazi virtuali per ricreare i mitici interventi dei collettivi di lavoratori.

I lavoratori aggregati dalle realtà autorganizzate non sono i militanti politici dell'antagonismo sociale ma semplici lavoratori che hanno acquisito la coscienza di non essere più difesi da Cgil-Cisl-Uil. La loro richiesta si esaurisce molto spesso nel chiedere adeguamenti salariali più remunerativi ed inquadramenti professionali più gratificanti. Non è necessario sottolineare quanto sia lontana questa richiesta dal bisogno irrinunciabile di trasformazione della società per cui noi militanti comunisti abbiamo speso energie, fatiche, speranze decennali. Ma continuiamo a pensare che questo sia ancora meglio del niente o peggio del velleitarismo bieco di chi pensa che se i lavoratori non hanno maturato un grado di coscienza rivoluzionaria tanto vale considerarli come nemici. Quello che in questi anni ci è mancata è stata invece la capacità di saper stare dentro le contraddizioni come forza antagonista senza farci travolgere dalla piena delle modernizzazioni sociali. Dove sta scritto che non possiamo stare nelle RSU in modo conflittuale razionalizzando e organizzando il nostro sforzo per sabotare questo strumento liberticida? Cosa ci potranno fare oltre a tentare di cacciarci pagando però davanti ai lavoratori un prezzo politico salatissimo?

Forse è un sintomo della nostra debolezza ma non si capisce bene perché all'improvviso abbiamo così paura delle regole: perché forse abbiamo deciso di rispettarle ? Nell'abc della politica sta scritto che chi gestisce il potere stabilisce anche le regole, ma che queste vengono applicate solo dove ci sono il rapporto di forza lo consente. Il picchetto davanti alla fabbrica è sempre stato un reato eppure è sempre stato uno strumento di lotta sindacale ….

Perché dovremo regalare a Cgil-Cisl-Uil con la nostra astensione la possibilità di normalizzare i luoghi di lavoro? Per quello che ci riguarda intendiamo contendere fino all'ultimo il diritto agli spazi di agibilità sindacale a partire dalla realizzazione di un coordinamento di delegati RSU che dovrà rendere visibile proprio quello che Bassanini vuole nascondere: il diritto dei lavoratori a scegliere in libertà chi li deve rappresentare.

7. COME VOGLIAMO PARTECIPARE

Le segreterie nazionali dell'USI Sanità e del COBAS Sanità intendono dar vita a questo fine ad un nuovo soggetto sindacale unitario che concretizzi un percorso di ricomposizione delle realtà autogestite ed autorganizzate che operano nelle strutture sanitarie pubbliche e private. Dopo anni di battaglie comuni sulle stesse tematiche e con le stesse parole d'ordine si può considerare maturo il tempo per affrontare insieme ed in modo più razionale le scadenze prossime che ci attendono, a partire da quella che sarà l'elezione delle RSU nelle strutture del servizio sanitario nazionale. Vogliamo presentarci in tutti gli ospedali e in tutte le aziende sanitarie in cui ne avremo l'opportunità, aprendo le nostre liste anche a lavoratori che vogliono utilizzare il nostro strumento per dar vita all'opposizione contro la dittatura sindacale di Cgil-Cisl-Uil anche in luoghi dove l'autorganizzazione non è stata finora presente.

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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