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Ancora una denuncia

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Al direttore generale Azienda Policlinico

Al direttore sanitario Azienda Policlinico

Al direttore DSNPEE

Come caposale di questo dipartimento, dopo aver più volte chiesto aiuto con lettere e documenti circostanziati, dopo aver sottolineato le difficoltà e la distanza oggettiva dal Policlinico, dopo aver tentato di spiegarvi la specificità della richiesta assistenziale che i nostri giovani pazienti ed i loro familiari continuamente ci rivolgono,

vista la totale sordità ai nostri problemi e il reale rischio, non solo di non rispondere ai bisogni, ma di essere addirittura " nocivi "alla salute mentale e fisica di chi è nostra responsabilità curare ,

VOGLIAMO DENUNCIARE :

1) se un nostro paziente deve effettuare un intervento urgente da DEA, prima che l'ambulanza sia disponibile passano decine di minuti preziosi e ci viene richiesto (secondo l'individualità di chi è in turno) di interpellare prima la consulenza medica o chirurgica: questo ha significato a volte l'attesa di ore, senza che noi come dipartimento fossimo provvisti di strutture di emergenza o diagnostiche.

2) quando ordiniamo materiale per l'assistenza (dai farmaci, ai presidi chirurgici, ai disinfettanti, ecc.) aspettiamo settimane e spessissimo i nostri buoni arrivano al magazzino ma poi.....spariscono nei meandri burocratici. Dobbiamo, allora, rincominciare la trafila ed aspettare nella speranza di un "favore personale".

3) per un intervento dell'ufficio tecnico, dopo fax e solleciti, riceviamo "timide risposte" con la motivazione della mancanza di soldi, ma neanche i sopraluoghi richiesti per la verifica dei bisogni e dei pericoli strutturali, che solo dei tecnici dovrebbero valutare, vengono effettuati considerando, noi caposale che li sollecitiamo, delle "rompiscatole". Inoltre si richiede la nostra firma a lavoro ultimato, anche questo senza alcuna verifica di un tecnico, a tutto pericolo dei pazienti e scaricandoci una responsabilità che non possiamo sostenere professionalmente.

4) per andare a ritirare i farmaci, quali i barbiturici, od altro materiale che non possiamo aspettare per giorni dobbiamo prendere l'autobus o mezzi personali, sprecando ore che potremmo dedicare all'assistenza diretta e disubidendo, di fatto, alla vostra disposizione di non uscire in divisa dall'azienda.

5) non esiste una coordinatrice del dipartimento e le carenze strutturali del personale d'assistenza pesano, insieme alle assenze correnti, sui carichi di lavoro dei singoli perpetuando una mentalità di " appartenenza alla cattedra"; non siamo state ancora ascoltate per far presenti alla direzione tutti i nostri bisogni e la specificità delle richieste delle patologie che ricoveriamo; abbiamo scritto fiumi di parole, di proposte e di idee per offrire un'assistenza qualificata e ci troviamo ancora contro un muro di silenzi che, diventando "nocivo" per i nostri giovani ricoverati e per noi lavoratori, è FOLLE sopportare.

CHIEDIAMO, nell'attesa di un incontro con tutti i responsabili, DI RICEVERE IMMEDIATAMENTE DISPOSIZIONI SCRITTE SUI PUNTI SUCCITATI , DECLINANDO OGNI RESPONSABILITA' SUGLI INEVITABILI PERICOLI DELLA NOSTRA ASSAI DISCUTIBILE OFFERTA ASSISTENZIALE .

LA VOGLIA, IL DESIDERIO, LA CAPACITA',

PER LAVORARE PROFESSIONALMENTE ED EMPATICAMENTE

CON I NOSTRI GIOVANI UTENTI E LE LORO GRAVI PATOLOGIE

NOI CE L'ABBIAMO, VOI DOVETE DARCI SOLO ALCUNI

STRUMENTI.

6/12/99

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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