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Finché ci sarà chi vuole arricchirsi con i soldi pubblici, discriminando sempre più tra i lavoratori, il nostro stato di agitazione non deve mai finire

Proclamiamo lo Stato di Agitazione “Globale”

Ancora una volta siamo chiamati ad una mobilitazione per l’applicazione dell’art.31 della legge 761/79, per affrontare quella che sembra la battaglia principale dei lavoratori universitari del Policlinico e , a fronte della quale, un’amministrazione ottusa continua a rispondere picche.

Avviene però che, limitandosi a questa battaglia, si perda di vista il punto generale della situazione disastrosa in cui versano i lavoratori del comparto e si confondano le gravi responsabilità delle amministrazioni, con quelle altrettanto gravi di chi in questi anni ha permesso che tale situazione si deteriorasse sempre più.

Bisognerebbe innanzitutto chiedersi perché da qualche anno i lavoratori universitari sono costretti a rincorrere l’equiparazione con gli ospedalieri, che non hanno certo uno splendido contratto, per racimolare qualche lira in più e vedersi riconosciute, almeno economicamente, le funzioni realmente svolte????

La risposta è semplice: perché sia il contratto precedente, sia il biennio economico, sia il contratto ancora da approvare (del quale sono “pubbliche” solo le linee guida), non hanno previsto una equa progressione di carriera ed economica per TUTTI i lavoratori universitari. Già la parola TUTTI è in piena contraddizione con il principio portante di tutti questi contratti (compresi ovviamente quelli ospedalieri). Ci viene chiesto dai confederali di rivendicare nelle nostre lotte le posizioni organizzative. Meccanismosubdoloescogitato, dalla controparte in accordo con i sindacati firmatari del contratto, per eliminare qualsiasi regolare selezione interna (intesa come mezzo aperto a tutti i lavoratori con determinati requisiti) ed attribuire premi economici a persone scelte con criteri per lo più clientelari.

Facciamo una sintesi (ovviamente molto limitata):

1) Nel contratto 1999-2002 gli unici passaggi previsti erano l’inquadramento degli ex 5 livelli in C1, dei 7 in D1 e degli 8 in EP1. I passaggi dovevano avvenire previa disponibilità di posti. Con la famosa preintesa del 2000, avversata dal Cobas perché iniqua verso gli altri livelli, passarono tutti in blocco.

Da rilevare che secondo il contratto il fondo economico che gestisce le indennità di responsabilità e la progressione all’interno delle categorie è lo stesso. E’ diverso il fondo per l’indennità di posizione, ma c’è una norma di riequilibrio per la quale alla fine può concorrere nella misura del 50%.

Insomma il fondo è una coperta troppo corta che se tirata dal lato delle indennità premianti per pochi rischia di scoprire i passaggi di categoria dei molti.

Così è successo che una lunga lista di nomi, nei quali siamo fieri non compaia nessun nome Cobas, ha usufruito delle indennità di posizione e di conseguenza non ci sono stati passaggi di categoria per nessuno. La battaglia non è quindi quella di allargare le posizioni organizzative, ma di eliminarle e ridistribuire i fondi a tutti.

2) Tutti ci aspettavamo che il biennio economico, così come era avvenuto per il contratto ospedaliero, tenesse in conto i famosi IV e VI livelli, maggiormente numerosi al Policlinico e penalizzati dal contratto. Ma l’unica novità del biennio è stata quella di istituire i fondi pensione, e su questa scelta molto discutibile che mette a rischio i risparmi di migliaia di lavoratori andrebbe fatto un discorso a parte. Inizia così la rincorsa tramite l’art. 31 al contratto ospedaliero.

3) Ma veniamo al prossimo futuro. Attualmente l’unica documentazione conosciuta, perché pubblica, circa il nuovo contratto 2002-2005 che sarà approvato tra poco è l’ipotesi di Piattaforma presentata dai confederali. In merito alle progressioni verticali (da B a C, da C a D ecc)si legge: “ L’intervento potrà consistere nel sostituire all’attuale percentuale dei posti liberi, una percentuale del personale in servizio destinata al passaggio…….a prescindere dai vuoti inorganico e dalla programmazione.”...”ferma restando la possibilità di perfezionare l’ipotesi in corso d’opera….possiamo intanto esemplificare così l’operazione: stabilire ogni anno il passaggio del 5% del personale in servizio significa garantire una concreta prospettiva di progressione di carriera.”

Insomma nessun passaggio automatico per i IV ed i VI, come invece avevano avuto delle categorie nel contratto precedente. Ma di tutti solo il5% (di categoria o totale?????) !!! E con quali criteri si decide chi passa e chi no? Inoltre si propone di istituire l’area della Dirigenza per gli EP ( Sempre più in alto!!!!). Un capitolo a parte viene dedicato al personale che opera nelle strutture di assistenza, proponendo l’introduzione di un ambito specifico che unifichi gli istituti principali delle due normative contrattuali (universitarie ed ospedaliere), ma questo è tutto da definire.

Ci rendiamo conto che le 4 paginette fornite dai Confederali sono poche per decifrare l’impianto di un contratto, ma questo passa il convento della trasparenza, salvo poi ritrovarsi, come con gli ospedalieri, con un contratto già approvato e mai sottoposto ad un confronto con i lavoratori.

Un ultimo punto tra le proposte di mobilitazione di CGIL-CISL e UIL è quello dei contratti diesternalizzazione e degli atipici.

Non smetteremo mai di ricordare che l’introduzione di queste nuove tipologie lavorative derivano da accordi nazionali che vedono le prime luci nel pacchetto Treu, firmato da tutti i sindacati e proseguono la loro strada con il patto per l’Italia, che se non porta la firma della CGIL, non è carente delle altre due. Piangere sul latte versato non serve a nulla, va fatta una proposta radicale, che non preveda solo una vaga tutela per i lavoratori precari, a progetto, CO.CO.CO. , appaltati e quant’altro. Questi lavoratori svolgono un lavoro utile, molto spesso quello più sporco: vanno inseriti a pieno titolo nell’organico aziendale ed universitario!!!

Detto questo siamo favorevoli a forme di mobilitazione che abbiano un respiro più complessivo, che diano una risposta forte alla progressiva mercificazione della salute dei cittadini, che garantiscano il diritto ad un lavoro dignitoso e garantito per chi opera negli ospedali ed a contatto con l’utenza. Tutto questo passa dalla lotta per contratti equi, con aumenti in paga base, svincolati da premi economici per pochi singoli, che permettano ai lavoratori una qualità di vita decente (la media attuale degli aumenti per il pubblico impiego a regime è di 70 euro lordi), che gli consentano di svolgere il loro lavoro liberi da vincoli di asservimento economico e di carriera ai vari Dirigenti e che gli restituiscano la dignità e la voglia di lavorare tutti insieme per garantire a se stessi ed ai cittadini il diritto non solo alla salute , ma ad una qualità di vita diversa.

Perdere di vista questa visione generale, significa chiudersi in piccoli recinti di vertenzialita’, condannarsi a rincorrere oggi l’equiparazione con gli ospedalieri e domani i pochi benefici economici delle posizioni organizzative o le quattro lire di un nuovo contratto….non rendendosi conto che la posta in gioco è molto più alta, e’ quella di distruggere l’università, la sanità pubblica eanni di conquiste e di lotte dei lavoratori.

Finché ci sarà chi vuole arricchirsi con i soldi pubblici, discriminando sempre più tra i lavoratori, il nostro stato di agitazione non deve mai finire!!!!!

Roma, 09/12/2003Cobas Policlinico-Università

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