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I Cobas contro l’Asl 12

SABATO, 05 GENNAIO 2008 la Nuova Venezia
 
 
 

I Cobas contro l’Asl 12

«Rispetti il contratto»

 
 
 
 
 
 

Esposto in Procura dei Cobas Sanità contro l’Asl 12. Dopo essersi (per ora inutilmente) rivolta alla Direzione provinciale del Lavoro Paola Gasbarri, coordinatrice provinciale del sindacato di base, ha presentato un esposto in cui contesta all’azienda sanitaria veneziana il mancato rispetto di una legge che recepisce una direttiva comunitaria sull’orario di lavoro. «Nell’agosto 2005 - ricorda Gasbarri - al termine di quattro mesi di indagini la Direzione provinciale del lavoro di Venezia (sezione ispezioni del lavoro) riscontrò gravi illeciti sulle situazioni lavorative del personale ospedaliero in servizio all’Umberto I. Erano stati rilevati: mancati riposi giornalieri e settimanali, superamento delle 13 ore di lavoro continuativo, abuso delle ore di lavoro straordinario oltre i limiti previsti, abuso delle reperibilità oltre i limiti contrattuali previsti. L’Asl 12 avrebbe dovuto pagare un’ammenda, ma nell’ottobre 2005 presentò ricorso. Ci risulta che anche oggi permangano condizioni di lavoro per il personale che non rispettano né il decreto attuativo delle direttiva comunitario sull’orario di lavoro, nè le normative contrattuali».

L’Asl 12, insomma, non potendo o non volendo assumere, per garantire il servizio ai cittadini avrebbe abusato della reperibilità o degli straordinari del personale. «Il riposo giornaliero previsto di 11 ore consecutive ogni 24 ore - sottolinea Gasbarri - spesso non viene garantito al personale ospedaliero. Questo limite rappresenta la soglia minima a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori: senza adeguato riposo non è consentito, infatti, un indispensabile recupero psico-fisico».

Questioni contrattuali, ma non solo. Con il personale stressato, infatti, a rimetterci potrebbero essere anche i pazienti. «In queste condizioni di sovraccarico lavorativo aumenta la possibilità di rischio clinico per i pazienti - conclude Gasbarri - Gli operatori sanitari si trovano infatti in oggettiva difficoltà nel garantire adeguata qualità assistenziale e nel rispondere con professionalità e garanzia di cura alla domanda dell’utenza». La Direzione provinciale del lavoro «ha sostenuto che un’ulteriore indagine potrà partire solo al termine del contenzioso ancora aperto». Di qui la decisione di ricorrere alla Procura per l’accertamento della violazione delle norme.

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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