Entro il 15 settembre il direttore generale, dott. Longhi, presenterà il suo piano per lo smembramento del Policlinico che dovrà essere accettato e sovvenzionato dal ministero.

ASSEMBLEA DI TUTTI I LAVORATORI

MERCOLEDI' 12 SETTEMBRE ORE 10.00 ALL'ANDRONE

Le paure che circolano per i corridoi sono tante, ma più che altro, come tutte le cose che riguardano il nostro ospedale, non si capisce bene cosa deve esserci scritto in questo piano e se è definitivo!! L'arroganza di Longhi ha raggiunto in questa occasione il massimo storico: ignorando i lavoratori, ma anche le RSU, ha siglato un accordo del quale abbiamo avuto notizia solo dai quotidiani. Il massimo della non trasparenza ha da sempre caratterizzato tutte le tragedie e le commedie alle quali abbiamo assistito negli ultimi, oramai, decenni. D'altra parte è altrettanto vero che non abbiamo mai visto attuato alcun progetto, anche se dato per definitivo. Il grosso pachiderma Policlinico è sopravvissuto indenne a governi di destra e di sinistra ed ha conservato intatte nei secoli le sue disfunzioni, le sue sacche baronali, il suo moltiplicarsi di primari e servizi, la sua cronica insufficienza di personale infermieristico ed ausiliario….ma anche, e non è secondario, la sua capacità di essere, bene o male, punto di riferimento sanitario per un territorio molto vasto con un bacino di utenza di centinaia di migliaia di cittadini.

Ci sembra quindi doveroso, prima di fare qualsiasi piano di riduzione, fare quattro conti sulla salute della gente e non solo sul pareggio del bilancio aziendale!.

Quando nel lontano '92 venne approvata la legge sull'aziendalizzazione delle strutture ospedaliere ci fu, sia a destra che a sinistra, un coro di consensi perché questo sembrava essere il solo modo per tagliare gli sprechi nella sanità pubblica : mettere a capo delle aziende ospedaliere dei manager che avrebbero portato in parità i bilanci e pagare non più a posti letto ma in base alle prestazioni erogate. Tutto questo si è rivelato nella realtà un fallimento: la maggior parte delle aziende ospedaliere sono in disavanzo e la qualità dell'assistenza e delle prestazioni sanitarie, oramai mercificate, sono in calo continuo.

In base a questa stessa logica perversa che ha fatto della salute una merce, ci troviamo oggi davanti a un piano che prevede il taglio di 700 posti letto al Policlinico, deciso esclusivamente con criteri aziendalistici e fregandosene totalmente del fabbisogno territoriale . I letti chiusi al Policlinico, se mai verranno veramente aperti, saranno trasferiti in tutt'altre zone. Ed allora cosa succederà? I cittadini continueranno a rivolgersi al nostro ospedale che non sarà in grado di soddisfare la richiesta e fornirà quindi, se ancora ce ne fosse bisogno, la scusa per dirottare un'altra parte consistente della sanità pubblica verso quella privata (vedi convenzioni per lungodegenze, riabilitazione, ecc).

Siamo stati i primi a denunciare lo scandalo di troppi primari, troppi sprechi e troppi servizi fantasma, ma non è certo la riduzione dei posti letto ed il loro trasferimento la soluzione del problema!! Nessuno ha infatti finora parlato di razionalizzare i posti letto, aumentando magari quelli di ortopedia o neurotraumatologia a scapito delle chirurgie o del potenziamento del DEA. Quello che realmente serve al territorio non è ancora una volta tenuto in nessuna considerazione: prima bisogna far quadrare i bilanci, accontentare i 400 primari, agevolare gli appalti e le strutture private…..

Ma parliamo anche di bilancio: quanto pesa su quello aziendale la "De Maria" pagata ai primari? E gli appalti dei servizi alle ditte esterne? E le cooperative di infermieri? E le opere faraoniche di ristrutturazione mai ultimate? Cosa c'entra tutto questo con l'assistenza e come si conciliano gli oltre 300 precari, tra infermieri ed ausiliari, tuttora presenti nell'ospedale con una assistenza dignitosa e capillare? Ma è ovvio che in una fase di ristrutturazione i precari saranno più ricattabili, si potranno licenziare e trasferire più facilmente. Sta a vedere che alla fine saranno i nostri stipendi da fame a far saltare questo cavolo di bilancio?

Sentiamo parlare ogni giorno alla televisione di licenziamenti più facili, di flessibilità, di abolizione delle pensioni di anzianità, di attacchi allo statuto dei lavoratori, di privatizzazioni: nel nostro piccolo non siamo niente altro che una notizia del telegiornale, magari regionale!!

E' ora di rendersi conto che da questa storia non se ne esce con la solita raccomandazione: l'ospedale deve essere un servizio pubblico e solo una battaglia che veda uniti dipendenti sanitari ed utenti può aver ragione di questa logica basata solo sul profitto.

PER NOI I PUNTI DA PORTARE AVANTI SONO:

 

Roma 10 settembre 2001 Cobas Policlinico-Universita'

Internet: www.cobas.it e.mail: policlinicodiroma@cobas.it