UNA STORIA TRAGICOMICA

Era una giornata buia e tempestosa. Era il 28 Aprile, un martedì’.

Alle 11.00 del mattino una trentina di figure in tuta bianca compaiono sul tetto della direzione sanitaria del Policlinico: sono gli "invisibili", i disoccupati romani in lotta!!

I lavoratori, un po’ stupiti (se ancora ci si possa stupire di qualcosa lavorando qui dentro) cominciano a concentrarsi sotto l’androne e guardano con apprensione un "invisibile" calarsi con una corda dal tetto e oscillare ripetutamente.

Non arrivano i vigili del fuoco, un po’ perché se cade un disoccupato (o un lavoratore) non è poi una grande perdita, un po’ perché al Policlinico, si sa, arrivano tutti in ritardo.

Arriva in compenso tanta, tantissima, troppa polizia (ma anche carabinieri).

Quando la mano divina,che si sa non è mai stata dalla parte dei disoccupati, colpisce i dimostranti mandando giù un temporale, questi, che non sono certo eroi (altrimenti starebbero in televisione il giovedì’ sera), decidono che è meglio occupare la direzione sanitaria oggi che la camera mortuaria domani.

Tutti insieme*, lavoratori e disoccupati, attendiamo nel salone delle conferenze l’arrivo del Direttore Sanitario.

 

Arrivano i giornalisti, arriva Tarsitani, arriva l’addetto stampa del Policlinico, arriva qualche professore curioso (hai visto mai che nel casino qui ci danno qualche altro primariato?!), arrivano i caschi e i manganelli delle guardie, arriva qualche malato incerto se dare ragione ai dimostranti che parlano di diritto alla salute o ai funzionari di PS che classificano tutti dei delinquenti.

Alla fine del dibattito, visto che non possiamo prendercela con Tarsitani, che perlopiù ci da ragione, decidiamo che anche per lavoratori e disoccupati è ora di pranzo e ci accingiamo ad andare via.

Ma evidentemente le forze dell’ordine non hanno fame: infatti ci impediscono di uscire, a meno che gli invisibili non si facciano identificare!!

Dato che riteniamo che "identificare gli invisibili" sia già una contraddizione in termini (purtroppo le guardie non afferrano certe sottigliezze!), decidiamo di autosequestrarci anche noi dipendenti. Ma alcuni lavoratori, presi dai morsi della fame, decidono di dare alla polizia i loro documenti in modo da fare finalmente tana libera tutti!!!

La proposta viene accettata esattamente per cinque minuti, al sesto il responsabile di PS decide che non è più responsabile e, rimandando tutto ad ordini superiori, ricomincia da capo e chiede di identificare tutti.

La situazione è tragica: oltre alla fame abbiamo anche impellenti bisogni fisiologici, e poi scusate, una volta che avevamo avuto la brillante idea di autosequestrarci ecco che ci sequestrano davvero!!!

Il sequestro sta assumendo la connotazione di una festa: arrivano gli onorevoli di Rifondazione e dei Verdi, arrivano i colleghi che vorrebbero farsi sequestrare anche loro, magari dando i documenti, ma la polizia non li vuole, Tarsitani fa avanti e indietro cercando una soluzione, arrivano altri giornalisti..........

Se solo passasse Dario Fo ci scritturerebbe in blocco!!!!

Alle due e mezzo arrivano finalmente ordini dall’alto: tutti liberi...ci salutiamo, ognuno torna ai suoi doppi turni, alla disorganizzazione dei reparti, ad un contratto che scade fra poco, alla lotta quotidiana per trovare uno schifo di lavoro sottopagato...

Salutiamo gli invisibili...speriamo di rincontrarci presto, magari in corsia....

 

Cobas Policlinico Uuniversità

 

Roma 4/05/98