QUANDO LA CALUNNIA DIVENTA STRUMENTO … PER FARE POLITICA

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QUANDO LA CALUNNIA DIVENTA STRUMENTO … PER FARE POLITICA

Eravamo indecisi se rispondere o meno all’ennesimo comunicato delirante che il gruppetto dei CARC dell’Ospedale Spallanzani di Roma ha postato su Indymedia. Non per mancanza di riposte quanto perché siamo fermamente decisi ad interrompere questa stucchevole telenovela. Non ci interessa avere alcun confronto politico con i signori in questione, che per quanto ci riguarda rivelano sempre più la loro propensione alla calunnia e alla provocazione, ricorrendo persino alle menzogne per sostenere le loro tesi sul complotto universale consumato ai danni del loro partitino.

Ci sembra superfluo ribadire che l’incompatibilità sviluppatasi all’interno dell’Ospedale Spallanzani tra l’esperienza COBAS e il gruppetto dei 4 lavoratori aderenti ai CARC è diventata sempre più lampante con l’accentuarsi del loro comportamento ambiguo, che li ha portati a strumentalizzare l’agire sindacale e sociale della Confederazione per garantire copertura alla loro sempre più connotata attività partitica, a partire dalle manifestazioni pubbliche dove al posto delle bandiere e striscioni COBAS hanno sempre preferito portare in piazza i simboli del partito.

Così come non hanno avuto pudore ad utilizzare la firma COBAS nei materiali a sostegno delle iniziative dei CARC, mai condivise se non addirittura contrastate dalla nostra Confederazione.

Perché costoro non hanno il coraggio di dire che non hanno mai voluto confrontarsi con le strutture della Confederazione, a partire da quelle di categoria, anche quando sono stati invitati a farlo, visto che questa tragicommedia va avanti ormai da anni?

Perché non hanno neanche la lealtà di riconoscere che la richiesta di chiarimento loro rivolta scaturisce proprio dall’interno del Cobas Spallanzani e parte da quando avevano addirittura spinto affinché l’intera struttura sindacale aziendale aderisse al Fronte Popolare?

Certo per loro è molto più semplice fare le vittime e al contempo non dimenticare la vecchia arte – antica almeno quanto il settarismo che si portano dentro come tara ereditaria – della calunnia.

Perché sono calunnie, quelle riferite sulla riunione del 15 dicembre 2003, confezionate ad arte, come si confà a soggetti esperti nell’arte della menzogna, sapientemente mescolate con qualche elemento di verità al fine di renderle più credibili.

La riunione con la Direzione della Spallanzani in quella data c’è stata: ad essa non ha partecipato “il vertice della federazione del Cobas Sanità”, ma 2 compagni dell’esecutivo provinciale di Roma del COBAS Sanità insieme a Lorenzo, da sempre compagno di riferimento COBAS allo Spallanzani.

Abbiamo citato Lorenzo non a caso, ma per dimostrare che a quella riunione, nonostante il diktat della Direzione, che non voleva discutere alla presenza dei rappresentanti dello Spallanzani, i compagni dell’esecutivo provinciale hanno preteso e ottenuto la partecipazione di questo compagno in rappresentanza del Cobas aziendale.

La riunione aveva per oggetto i provvedimenti disciplinari che in quel momento pendevano su diversi lavoratori (Lorenzo compreso) e i due compagni dell’esecutivo provinciale portavano concretamente l’impegno di tutta la Confederazione a sostenere la lotta dei lavoratori dello Spallanzani.

Esattamente il contrario di quello di cui oggi li si accusa, cioè di “non aver dato nessun supporto, né “politico-sindacale”, né semplicemente sindacale, né economico come del resto non è stato fornito MAI nessun sostegno morale o pratico nelle numerosissime iniziative di lotta interne o esterne all’ospedale.”

Ancora una volta bugiardi. E chi li pagava gli avvocati che sostenevano i ricorsi contro i provvedimenti disciplinari (compresi quelli di chi oggi ci denigra) dei lavoratori dello Spallanzani? O forse qualcuno vuole fare intendere che il sostegno arrivava invece che dalle casse del COBAS da quelle del mitico partitino ? Scusate il sacrilegio, ma ci eravamo scordati che quelle sono destinate unicamente al sostegno della rivoluzione, mica a legittimare i procedimenti disciplinari della borghesia “plutoimperialista” …

I nostri detrattori mentono sapendo di mentire, anche quando fanno finta di non sapere che la Confederazione Cobas non ha una cassa centralizzata e che ogni singola realtà, Spallanzani compresa, gestisce autonomamente le risorse che provengono dai suoi iscritti.

E siccome la menzogna non basta, bisogna andare oltre, insinuare che la “controrivoluzione preventiva” avanza, e che anche il Cobas è in combutta con la Direzione della Spallanzani, quindi con Bush e Berlusconi … inventarsi nomi e aggiungerne altri (vi siete dimenticati il capo della polizia De Gennaro e il ministro Pisanu) per dimostrare che tolti i 4 veri e sinceri comunisti presenti allo Spallanzani gli altri sono tutti “rifarditi”, venduti alla borghesia imperialista.

Ma fateci il piacere!!! Non perdete più altro tempo con noi, fatevi il vostro nuovo sindacatino, quello che per altro avete già scodellato, e presentatevi ai lavoratori per quello che siete, senza ricorrere a coperture delle sigle che detestate, degne solo di partorire i nuovi mostri della socialdemocrazia.

Ve lo abbiamo già detto: il vostro atteggiamento “da mestatori”, non ci spaventa, né ci spaventano i vostri schizzi di fango: il percorso e la storia dei COBAS sono sotto gli occhi di tutti, anche all’ospedale Spallanzani, dove continuiamo ad essere una realtà riconosciuta dai lavoratori, nonostante la fuoriuscita del gruppetto dei CARC, e non saranno certo le vostre squallide menzogne ad impensierirci.

Per quanto ci riguarda non ci saranno altre risposte scritte alle vostre attuali e/o future provocazioni, ma questo non vuol certo dire che siamo disposti a subirle ancora per molto.

COBAS Sanità

Roma 20 giugno 2004

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