LETTERA APERTA DEI LAVORATORI DELLA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE POLICLINICO UMBERTO I

Non è la prima volta che ci rivolgiamo ai responsabili e dirigenti regionali ed aziendali,a politici, a giornali, opinione pubblica, e specialmente a tutti gli utenti e cittadini…

Ogni volta abbiamo raccontato e dimostrato come stavano funzionando i nostri servizi sanitari e i nostri compiti formativi, e come si stesse riducendo, sia a livello di quantità che di qualità, l’offerta plurispecialistica nel campo neurologico, psichiatrico e neuroevolutivo per l’età evolutiva.

Tutto il Sistema Sanitario nazionale e quello laziale sta pagando cattive gestioni, sprechi, commissariamenti e la mancanza di un articolato processo di programmazione che, con la trasformazione degli ospedali in aziende, la progressiva chiusura di moltissimi servizi territoriali, gli aumenti dei ticket e la riduzione dei Livelli Essenziali di Assistenza, i finanziamenti unicamente rivolti alla cura attraverso i DRG ovvero le patologie ignorando la prevenzione e dando ai privati tutta la gestione della riabilitazione, ha trasformato il DIRITTO ALLA SALUTE in una fonte di profitto con un mercato sempre più gestito e controllato dal privato mentre il pubblico risponde ai bisogni dei cittadini in modo inefficace ed inappropriato.

NOI DELLA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE siamo una delle tante realtà della sanità pubblica in “smantellamento” e non possiamo rimanere passivi rispetto a questa agonia, determinata o accettata passivamente da molti, e VOGLIAMO ANCORA UNA VOLTA RAGIONARE CON VOI SU QUELLO CHE VOGLIAMO E DOBBIAMO FARE…non solo su quel poco di assistenza sanitaria pubblica che ci è rimasto, ma sui bisogni dei nostri giovani utenti e delle loro famiglie che è nostro e vostro dovere garantire. Nei nostri servizi e reparti si rivolgono bambini ed adolescenti, da zero e diciotto anni, con problematiche e patologie neurologiche (malattie rare, epilessie farmacoresistenti, disabilità motorie), neuroevolutive (disturbi d’apprendimento, autismo, disabilità cognitive), psichiatriche (esordi psicotici in adolescenza, disturbi d’umore e comportamento, isolamento sociale, tentativi di suicidio ed atti di autolesionismo); all’anno ci sono più di 8000 visite e presenze nei diurni e 500 ricoveri nei due reparti degenza. Ci sono tempi di attesa di 6 mesi per una visita nell’ambulatorio generale ed 8 per osservazione e diagnosi nei diurni specialistici, 3 mesi per il reparto adolescenti a meno che non ci sia un’emergenza con trasferimento dai DEA e dai Pronto Soccorsi di tutta Roma e provincia.

 

Negli anni i nostro organico (portantini, infermieri, terapiste, assistenti sociali, psicologi, medici) si è ridotto all’osso ed alcune importanti figure, come gli assistenti sociali, sono proprio sparite

 

…abbiamo solo 1 psicologo strutturato ed 1 cococo da 7 anni; i medici da 24 sono diventati 8 con 2 cococo rinnovati da 10 e 4 anni; i portantini erano 20 ora le pulizie sono tutte esternalizzate con 5 operatori; gli infermieri andati in pensione e morti sono stati sostituiti solo in piccola parte con alcune unità esternalizzate di operatori di una cooperativa e le assenze per infortuni, L.104, lunghe malattie, quelli che sono stati esonerati dai medici competenti ed INAIL dai lavori gravosi e dai turni sulle 24 ore non vengono sostituiti; le terapiste sono solo 5; c’è 1 tecnico per l’elettroencefalografia prima erano 5!

 

Ma NON è solo una questione di numeri che non tornano, è la complessità qualitativa della nostra specialistica che deve essere salvaguardata e garantita, che non può funzionare solo in parte e male, che non può offrire falsità ai bisogni reali di prevenzione, cura e riabilitazione, che non può abbandonare alla solitudine ed alla sofferenza chi chiede aiuto per i propri figli, perchè deve rivolgersi alle nuove generazioni e rispondere ai loro bisogni di crescita.

 

 

Ogni giorno dobbiamo misurarci SULLE EMERGENZE e dal 27/6 il nostro reparto degenza Neurologico, con 5 giorni di preavviso, è stato trasferito da Via dei Sabelli al Policlinico, in clinica Pediatrica, con la promessa di ritornare a fine agosto alla NPI. Alcuni genitori dei nostri giovani utenti si sono opposti a questo trasferimento, ed insieme a noi operatori, si sono rivolti a giornali e televisioni, perché volevano difendersi l’assistenza plurispecialistica che noi gli garantiamo e che fa una differenza per un offerta sanitaria professionale ed umanizzata. La direzione sanitaria preferisce voler credere che siamo noi lavoratori a strumentalizzare i genitori ed i nostri giovani utenti…anche se ha grosse difficoltà a dirci quali potrebbero essere i nostri interessi…pur di non considerare ed ascoltare esperienza e proposte di chi quotidianamente sta “in trincea” e vuole lavorare salvaguardando la qualità senza diventare complice di compromessi e mezze risposte nell’offrire “il meglio di niente”.

 

INFATTI SE LA REGIONE E LE DIREZIONI AZIENDALI NON MANTERRANNO LA PROMESSA DI ASSUNZIONE PER 45 GIORNI NEL PERIODO ESTIVO DI 3 MEDICI COCOCO , fatta un mese fa per garantire la continuità assistenziale nel reparto per esordi psicotici, DAL 15/7 DOVRANNO CHIUDERE L’AMBULATORIO GENERALE, I 3 SPECIALISTICI, 3 DIURNI E IL CENTRO PRELIEVI DELLA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE, perché con 8 medici lavoriamo in modo improprio ed i nostri pazienti rischiano risposte e cure insufficienti e tardive. Se poi a settembre NON CI VERRANNO RIDATE le postazioni dei lavoratori esternalizzati (4 infermieri e 2 ausiliari), assegnati ad altri reparti del Policlinico dopo il trasferimento del reparto Neurologico Pediatrico, TUTTI I SERVIZI ED I 2 REPARTI DELLA N.P.I. DI VIA DEI SABELLI RESTERANNO CHIUSI.

 

Questa MISERIA DI ORGANICO “coperta ormai striminzita tirata da una parte all’altra” comporterà per la nostra specialistica un’ulteriore aumento delle liste e dei tempi già lunghi di attesa, con la trasformazione di un disagio in patologia, di una richiesta di aiuto in sofferenza, ignorando la fragilità, i pericoli, le paure, ma anche le possibilità di resilienza, delle diverse ed articolate fasi di crescita. NESSUNO dovrebbe fare della risposta sanitaria un qualcosa che può solo essere razionalizzata per “evitare” gli sprechi ed i furti, che intanto continuano e non certo…per garantire l’assistenza diretta, e TUTTI dovrebbero impedire che la salute venga mercificata e sia, unicamente e sempre più, fonte di profitto per i privati. Alla NPI non siamo né possiamo essere produttivi, bisogna finanziare i bisogni di prevenzione, cura e riabilitazione in età evolutiva, accettando che i nostri costi possano superare i guadagni se è necessario, per un progetto terapeutico individualizzato, prolungare un ricovero anche per più di 3 mesi; se bisogna sostituire un operatore che sta in infortunio per un agito aggressivo di un ricovero psichiatrico; se dobbiamo aumentare le visite e diminuire i tempi di attesa; se dobbiamo sopperire a tutti i servizi territoriali chiusi e ridotti e alla riabilitazione ormai tutta privatizzata.

 

SE per far questo ci serve personale qualificato, formato e con un rapporto di lavoro continuativo, deve esserci dato, altrimenti DEVE ESSERE CHI PROGRAMMA E DECIDE SUL SISTEMA SANITARIO PUBBLICO A DECRETARE LA MORTE, LA FINE, LA CHIUSURA DEI NOSTRI SERVIZI PERCHE’ SI RIFIUTA, INSIEME A NOI, DI FARLI FUNZIONARE MALE E CON SEMPRE MENO GARANZIE DI APPROPRIATEZZA PER I NOSTRI GIOVANI UTENTI E LE LORO FAMIGLIE.

 

 

Vi chiediamo chiarezza e coerenza, vi chiediamo di essere ascoltati

 

per programmare al meglio le nostre risposte per garantire salute perché siamo noi a darle ed a condividerle con gli utenti…CHIEDIAMO TROPPPO !???

 

 

Roma Luglio 2014

 

Gli Operatori della NeuroPsichiatria Infantile

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