Martedì 18 luglio davanti all’Istituto Nazionale di Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” realtà molto diverse di lavoratori e lavoratrici( Almaviva, Alitalia, Sky Italia, Aci informatica, lavoratori esternalizzati della Sanità, operatori ed operatrici dello Spallanzani e di diversi ospedali romani), si sono incontrate insieme al Cobas per portare la propria solidarietà a due lavoratori, delegati sindacali del Cobas Sanità, dello Spallanzani, Alessia e Lorenzo, sottoposti ad un consiglio disciplinare dove rischiavano addirittura il licenziamento. Tra i circa 300 lavoratori delle realtà presenti al presidio alcuni sono ad oggi sotto ricatto di licenziamento , altri in condizioni di lavoro precarie e disumane. L’accusa che viene rivolta ai 2 compagni è basata su dichiarazioni rilasciate a Radio Onda Rossa il 30 Maggio scorso, considerate diffamatorie da parte della Dirigenza dell’Istituto. Tali dichiarazioni raccontavano le criticità delle condizioni di lavoro nello Spallanzani e sostenevano l’impossibilità da parte degli operatori di garantire, nella situazione attuale, qualità della cura e assistenza. Rivendicando la loro posizione a fianco dei cittadini che da anni subiscono politiche sanitarie fatte di tagli indiscriminati e privatizzazioni selvagge.
Come operatori della salute è un nostro dovere cercare soluzioni ai tanti problemi sanitari con i responsabili ma dobbiamo dire che nella maggior parte dei casi non ci si riesce. A questo punto due sono le strade percorribili o in nome della cosiddetta “immagine della Azienda si rimane in silenzio subendo e diventando anche complici o ci si rivolge anche agli utenti- finanziatori della sanità pubblica per metterli al corrente, da un punto di vista dei lavoratori, di quelle che sono le attuali offerte sanitarie. Non è un lamentarsi senza senso o ancora peggio un tentativo “furbesco” per non lavorare, ma un percorso di conoscenza che la cittadinanza HA IL DIRITTO DI SAPERE.
SABATO 21 OTTOBRE 2017 ore 10 Assemblea cittadina allo SPALLANZANI VIA PORTUENSE 292.
-CONTRO la sospensione di 4 mesi per Alessia e Lorenzo, delegata rsu e referente nazionale Cobas Sanità Università e Ricerca;
-CONTRO la privatizzazione, l’aziendalizzazione con conseguente annientamento del sistema sanitario regionale e nazionale;
-CONTRO i tagli, le chiusure, i rischi conseguenti, dei tanti servizi territoriali e sanitari per prevenzione, cura e riabilitazione;
PER IL DIRITTO ALLA SALUTE in ogni spazio e aspetto di vita.
PER LE LIBERTA’ SINDACALI E IL DOVERE/DIRITTO a controinformare e mobilitarsi con i cittadin@ tutt@.
PER ESSERE LAVORATORI DELLA SALUTE IN LOTTA PER I DIRITTI NEGATI dai sottorganici, agli straordinari, alle esternalizzazioni, alle miserie di stipendi, alla flessibilità, ai profitti sulla nostra pelle di banche, assicurazioni, case farmaceutiche, mafiosi …
MOBILITIAMOCI E LOTTIAMO INSIEME…
Cobas sanità università e ricerca
Alla direttrice generale IRCCS Lazzaro Spallanzani - Marta Branca
E p.c. Al Presidente Regione Lazio - Nicola Zingaretti
Oggetto: richiesta sindacato COBAS sanità università ricerca per incontro urgente
Come da vostre lettere del 3/6/2017 nelle quali si contesta a due nostri rappresentanti sindacali (Alessia Arcangeli eletta Cobas RSU e Lorenzo Fanelli eletto nell’esecutivo nazionale federazione Cobas) di aver, con le loro dichiarazione da una radio romana, “nuociuto gravemente all’immagine dello Spallanzani” nel loro denunciare le condizioni attuali di lavoro e le carenze assistenziali e di organico, comuni a tutte le realtà sanitarie del Lazio e a livello nazionale. Oltre a contestare NOI tali provvedimenti RIBADIAMO il nostro dovere, sia come operatori della salute che come rappresentanti sindacali, di rendere noto quanto avviene quotidianamente nei nostri posti di lavoro: ore di straordinario che, da mesi, sono ore ordinarie di lavoro; nessun rispetto delle leggi e contratti a salvaguardia della salute e della professionalità degli operatori e un inevitabile aumento del rischio nell’offerta sanitaria per tutti gli utenti ai quali dovremmo garantire cura con tutta la stanchezza accumulata da troppe ore di lavoro e in costante sottorganico.
Premesso che in data 03/06/2017 veniva notificata da parte del Direttore Generale dello IRCCS Lazzaro Spallanzani, Dott.ssa Marta Branca, una contestazione di addebito disciplinare ai danni di due dipendenti: Alessia Arcangeli, delegata RSU Aziendale eletta nella lista del Cobas Sanità Università e Ricerca e Lorenzo Fanelli, membro dell’Esecutivo Nazionale della medesima organizzazione.
È questa la piattaforma politica formulata dalle 2000 persone riunite in assemblea nazionale a Bologna il 4 e 5 febbraio, che hanno proseguito il lavoro sul piano femminista antiviolenza e stanno organizzando lo sciopero delle donne dell’8 marzo che coinvolge diversi paesi nel mondo. I punti esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.
La Confederazione COBAS aderendo allo SCIOPERO INTERNAZIONALE DELLE DONNE proclama lo sciopero generale di tutto il personale dipendente pubblico e privato per l’intera giornata dell’8 marzo 2017 contro la violenza maschile sulle donne.
SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, ALLORA CI FERMIAMO!
L’8 marzo è una giornata di lotta, non un’occasione per locali, ristoranti e fiorai di far girare l’economia. Prende vita dagli scioperi delle operaie che dai primi del Novecento in tutto il mondo animarono le lotte per i loro diritti violati di persone e lavoratrici. Ricordiamo Il primo, quello delle camiciaie di New York nel 1909, poi lo sciopero e la rivolta delle operaie di Pietrogrado, l’8 marzo del 1917, perché senza donne non c’è rivoluzione possibile!
Niente fiori e cioccolatini, dunque: non abbiamo niente da festeggiare, abbiamo tutto da cambiare!
Dopo le straordinarie giornate di mobilitazione che hanno visto milioni di donne nelle piazze di tutto il mondo, dalla Polonia, all’Italia, alla Germania, alla Turchia, dal Brasile all’Argentina, il prossimo 8 marzo sarà l’occasione per riprenderci questa giornata di lotta: sarà SCIOPERO GLOBALE DELLE DONNE. Lanciato dalle donne argentine, ha raccolto l’adesione di oltre 22 paesi al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo”. Differenti luoghi e contesti, analoga condizione di subalternità e violenza per le donne: NI UNA MENOS, allora, non una di meno in piazza, la chiamata rimbalza ai quattro angoli del pianeta: Uniamoci per continuare a lottare!
Ecco le parole chiave per spiegare il vero ed unico scopo di tutte le varie riforme e leggi che stanno invadendo la nostra vita!
Partiamo dal TTIP (Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti), il cui obiettivo, al di là della riduzione dei già esigui dazi doganali, è soprattutto quello di ridefinire le regole del gioco del commercio e dell’economia mondiale, anche attraverso l’armonizzazione di regolamenti, norme e procedure su beni/servizi prodotti e scambi fra le due aree, per arrivare alla riforma della Pubblica Amministrazione, alla legge Brunetta e alle varie leggi di stabilità che hanno e stanno erodendo ogni principio di diritto sia come cittadini che come lavoratori.