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LA NOSTRA SALUTE VALE PIU’ DEI LORO PROFITTI

Le manovre del governo tecnico, del “super Mario” Monti, (apprendista politico dell' €uro finanza),
privano il nostro paese di quel modello di sanità pubblica ritenuto tra i migliori del continente.
Ministri della salute, vecchi e nuovi, governatori regionali, dirigenti e commissari delle Asl ci
raccontano di sprechi e di spesa insostenibile, ma non citano mai i costi delle strutture sanitarie
private che vengono debitamente pagate dal pubblico. Un pubblico troppo spesso, come le
cronache degli ultimi anni ci raccontano, gestito da chi ha interessi proprio nella sanità privata.

Questo sistema di “mal governo” ha fatto sì che diverse regioni accumulassero negli anni un debito
sanitario impressionante (oltre il 50% dell’intero bilancio), per la cui cura, nel 2005, si introducono
i cosiddetti “Piani di Rientro”, in pratica una serie di accordi tra Stato e regioni che centralizza le
decisioni in materia sanitaria.
La Regione Campania in 7 anni ne ha confezionati diversi. Da ricordare quello stilato dall’assessore
Montemarano (legge 16/2008), sotto la giunta Bassolino, che declassa i presidi con meno di 100
posti letto, a cui fa seguito la riduzione da 13 a 7 Asl per l’intera rete regionale, fino al recente piano
di rientro firmato da Caldoro (decreto 49/2010), che taglia ospedali, riducendo i posti letto e reparti
interi, costringendo il personale ad una mobilità forzata, a carichi di lavoro inumani e turni
straordinari, che esternalizza servizi interi (pulizie, manutenzioni, lavanderie, mensa) a imprese che
assumono operatori con contratti atipici, che proroga la stabilizzazione dei precari.
Un piano accolto con favore alla prima seduta del consiglio dei ministri del governo Monti, che
elargisce 450 milioni (raccolti dai fondi FAS) a chi ha ben interpretato le politiche di austerità nella
sanità, anche se i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti. Chiusura di Pronto Soccorso nel centro di
Napoli (Ospedale S. Gennaro, Pellegrini, Ascalesi, Annunziata), dismissione della radioterapia
(IRCCS Pascale), tagli dei punti nascita nella provincia (Ospedale Maresca di Torre del Greco,
Apicella di Pollena). Tutti presidi situati in aree popolari, che da sempre svolgono un importante
ruolo di prevenzione, cura e assistenza per i cittadini, adesso costretti a rivolgersi alle strutture
private (una truffa per chi già paga la tassa di solidarietà e un Irpef maggiorato). Unica alternativa, i
ricoveri nell’Azienda delle barelle per “eccellenza”, il Cardarelli, in attesa che l’avveniristico
“Ospedale del Mare” superi i quotidiani scandali che ne hanno scandito i lavori durante questi
anni.
Il rigore del governatore Caldoro non si abbatte solo sui servizi sanitari. Altri settori sono interessati
dai tagli, vedi i servizi sociali, i cui operatori sono da mesi senza stipendi, i metalmeccanici
(Ixfin, Fincantieri, Iribus, Firema, Ergom, Alenia, la Fiat e il suo indotto) licenziati o in cassa
integrazione, i lavoratori dei trasporti regionali con la riduzione delle corse e quindi degli
stipendi (solo le tariffe aumentano), o i precari Bros formati con finanziamenti pubblici e mai
assunti, i lavoratori delle partecipate (Astir, Arpac, Multiservizi) impegnati nelle bonifiche di un
ambiente devastato da discariche e rifiuti contaminati, chi lavora e studia in scuola e università che
versano in gravi condizioni strutturali oltre che logistiche, gli ambulanti, i migranti.
Non basta più indignarsi. E’ ora di agire coesi contro questa crisi che non tocca a noi pagare.
Invitiamo la popolazione tutta, i lavoratori, gli studenti, la “società civile” a unirsi per assediare chi
sta alla regia della Regione Campania, e riprendersi la dignità che la politica affaristica locale e
nazionale ci sta sottraendo un pezzo alla volta da, ormai, troppi anni.
PRESIDIO PERMANENTE
MERCOLEDI 15 FEBBRAIO DALLE ORE 10:00
VIA S.LUCIA -NAPOLICoordinamento
Regionale per l’Opposizione Sociale
Info:opposizionesociale@libero.it st.in prop. 7/2/2012

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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