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Signori e signore si chiude aprile 2003

Signore e Signori: si chiude…

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INIZIATIVA E CONFERENZA STAMPA

MERCOLEDI’ 16 APRILE ORE 10:00

ANDRONE DEL POLICLINICO

Avevamo letto il protocollo d’intesa tra Università e Regione, avevamo visto i faccioni di Storace su tutti i muri di Roma inneggianti all’”apertura” del S. Andrea, avevamo avuto sentore dei topi più informati che tentavano di abbandonare la nave in fretta ed in furia, ma, quando poi sono realmente arrivate le lettere della Direzione Generale e Sanitaria, non abbiamo potuto fare a meno di trasalire.

Ricapitolando, in data 28 marzo 2003 il Direttore Generale Tommaso Longhi comunica la chiusura di 192 posti letto di degenza ordinaria più 14 di Day Hospital, come previsto dopo l’inizio delle accettazioni al S. Andrea. La decorrenza del provvedimento è il 31 marzo, ed in data 01 aprile (!!!) la dottoressa Moscatelli (Dirigente Medico di presidio) firma le relative disposizioni attuative ad effetto immediato.

Siamo abituati al fatto che tutti i processi di ristrutturazione vengono perpetrati sulla pelle dei lavoratori (vedi il recente caso FIAT) in termini di livelli occupazionali, mobilità coatta, flessibilità selvaggia. Già circolano elenchi di personale da ricollocare compilati con i più variegati criteri: dall’appartenenza alla Cooperativa, all’anzianità, all’esonero, passando per la malattia. E come succede in ogni processo di ristrutturazione, solo ai più funzionali (ed asserviti) al sistema produttivo verrà garantita la permanenza.

Ma in questo caso, chi ne fa le spese, oltre agli operatori sanitari, sono anche i malati.

Basta passare un qualsiasi giorno della settimana, in una qualsiasi ora, al DEA per rendersi conto della già cronica carenza di posti letto all’interno dell’ospedale: circa 30 malati in attesa di p.l. stazionano per alcuni giorni ammassati su barelle contigue e sedie in un locale unico. Questa carenza deriva storicamente da due fattori:

  • la gestione baronale dei posti letto all’interno dei Dipartimenti/Istituti universitari (che, ricordiamolo, dovrebbero mettere a disposizione del DEA il 65% della loro dotazione), gestione clientelare che sottrae continuamente risorse alla richiesta del territorio;
  • il collasso organizzativo che allunga i processi diagnostico-terapeutici dei ricoverati, allungando la degenza media e diminuendo il turn-over dei pazienti.

E se la situazione di carenza di posti letto per il territorio di riferimento produce gli effetti ben visibili nella foto, possiamo immaginare cosa sta succedendo dal primo aprile con la chiusura effettuata.

In sostanza, la domanda di salute del territorio è rimasta la stessa (ricordiamo che il bacino di utenza del Policlinico come DEA2 conta quasi 1 milione e mezzo di abitanti), mentre si pretende che chi finora si è rivolto a noi venga dirottato in un altro ospedale lontano chilometri.

Inoltre i reparti chiusi al Policlinico non corrisponderanno ad equivalenti aperti al S. Andrea dove la corsa all’accaparramento del posto letto sarà vinta dal barone più potente di turno o, peggio, dalla struttura privata che si sostituirà a quella pubblica.

Vedi ad esempio il caso della Neuropsichiatria infantile dove si devono chiudere subito 9 posti letto fino ad arrivare a ridurre da 56 a 30 gli attuali posti letto e day hospital, o della Chirurgia d’urgenza (19 posti letto) non ancora attiva al S. Andrea (ad oggi e chissà ancora per quanto… privo di DEA).

Avevamo già scritto che c’era solo da gioire nell’apertura di un nuovo ospedale, ma la situazione attuale dimostra che non di apertura trattasi, ma solo di operazioni di facciata che avranno come effetto l’ulteriore penalizzazione della sanità pubblica a tutto vantaggio di quella privata secondo le abituali logiche baronali accademiche, logiche di spartizione del potere.

Ora più che mai è necessario ribadire che la salute dei cittadini e la dignità degli operatori sanitari non sono merce di scambio per derive elettorali (vedi le prossime elezioni provinciali) e giochi di potere.

Denunciamo pubblicamente la smobilitazione in atto del Policlinico Umberto I.

Roma 10/04/03

COBAS POLICLINICO-UNIVERSITA’

www.cobas.ite-mail: policlinicodiroma@cobas.it

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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