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COME AFFRONTARE I PROBLEMI DEL POLICLINICO

-Al Ministro della Sanità

-Al Ministro dell’Università Ricerca scientifica-tecnica

-Agli Assessori Regionali Sanità, Lavoro e Bilancio

Alla stampa tutta

Agli Utenti, ai Lavoratori, agli Studenti

La tragica situazione del Policlinico, masmedianicamente diffusa, non è una EMERGENZA ma l’inevitabile conseguenza di una “eterna” gestione privatistica universitaria con l’aggiunta decennale di una logica aziendalistica in una realtà sanitaria altamente professionalizzata ed indispensabile per il diritto alla SALUTE da garantire in strutture pubbliche qualitativamente ed umanamente rispondenti ai bisogni dell’utenza.

  • Come e cosa fare per non continuare a prendere in giro cittadini e lavoratori con ulteriori investimenti e provvedimenti legislativi che, come nel passato, non affrontano alle radici i problemi e ne permettono la riproposizione, in anni successivi, con sempre maggiori tragicità e contraddizioni?

QUESTI SONO , NELLA NOSTRA ESPERIENZA DI OPERATORI DELLA SALUTE, I PUNTI IRRINUNCIABILI CHE, PARTENDO DAL POLICLINICO UMBERTO I° DI ROMA RIGUARDANO TUTTA LA SANITA’ A LIVELLO NAZIONALE:

- l’Università vista l’attuale proposta di legge sul trasferimento dal demanio degli edifici del Policlinico non ne deve diventare proprietaria. Nel caso i beni siano affidati all’azienda Policlinico il Direttore Generale deve essere nominato dalla Regione e si deve attivare una logica sanitaria e culturale regionale trasparente e partecipata dai cittadini, utenti , lavoratori e studenti. Nella ristrutturazione edilizia del Policlinico non devono entrare i finanziamenti di privati o fondazioni che ne snaturerebbero le finalità pubbliche.

- Ridurre drasticamente le convenzioni con le strutture sanitarie private, misura necessaria anche in considerazione degli evidenti fenomeni di corruzione nella gestioni e nella stipule di queste, emersi dalle recenti inchieste della magistratura (Speziale, Lady D), consentirebbe di reperire ingenti risorse finanziarie da investire nella sanità pubblica.

Tale misura renderebbe superflua l’integrazione degli stanziamenti pubblici con denaro proveniente dai privati, impedendo a questi di mettere mano sui beni pubblici.

Il controllo e l’eliminazione degli evidenti livelli clientelari e privatistici tangibili nel vissuto quotidiano e nella progettualità/gestione del Policlinico deve immediatamente

  • Imporre ed estendere a tutti i medici aziendali e universitari e soprattutto ai ruoli dirigenziali (DAI, UOC, UOS, UOD, PO, ecc.) l’obbligatorietà della scelta della sola attività nelle strutture pubbliche;
  • rendere trasparente e pubblica la disponibilità quotidiana dei posti letto in tutti i reparti, impedendo che il Policlinico continui ad essere la succursale delle cliniche e studi privati dei baroni e che i pazienti stazionino sulle barelle (prima del DEA e poi dei corridoi dei reparti) o vengano trasferiti lontano dai quartieri di residenza (bacino di utenza del DEA Policlinico 1 milione 250 mila cittadini).

3) Il personale deve avere un unico contratto e che sia quello che si avvicina di più al lavoro quotidiano effettivamente svolto, che raccolga gli istituti contrattuali migliori dei due comparti attuali. Assunzione diretta di tutto il personale esternalizzato e precario: non devono più esistere appalti che producono la vergognosa situazione attuale (a parità di lavoro trattamenti economici e normativi inferiori e diversi ed anche qui a beneficio di chi specula e si arricchisce sui lavoratori magari perchè amico dell’appaltatore di turno).

-Garantire con chiare ed univoche disposizioni l’assunzione nei ruoli aziendali di tutti i precari, atipici ed esternalizzati già in servizio da anni nelle aziende sanitarie (più di 8000 solo nel Lazio), ottenendo immediatamente nello specifico del Policlinico la PIANTA ORGANICA, indispensabile per eliminare cooperative, ditte appaltatrici e sub appalti (1200 lavoratori) che ricoprono parte della carenza cronica di personale adibito all’assistenza, alla cura della persona e dell’igiene in tutti i reparti e servizi dell’azienda. Da trenta anni fino ad oggi le contraddizioni di 1 medico e mezzo a paziente, di altri 200 medici assunti dall’azienda come COCOCO per i reparti di emergenza e di particolare aggravio, di nuovi ricercatori pagati anche essi dall’azienda su richiesta Di Frati preside della facoltà di Medicina, di scelte clientelari (cambi di area da operatori dell’assistenza ad amministrativi, categoria già in soprannumero, le costose consulenze, appalti senza controlli e gare di appalto, ecc.) foraggiate da vari dirigenti e la complicità di molti di CGIL, CISL, UIL, in barba a qualsiasi interesse assistenziale, hanno impedito che la PIANTA ORGANICA fosse presentata ed approvata da università e regione rendendo sempre più carente la qualità dei servizi, la professionalità ed il coinvolgimento dei lavoratori, la stabilità del rapporto di lavoro dei precari e degli esternalizzati super sfruttati, ricattati e senza alcun diritto giuridico e normativo. Le spese sostenute per le esternalizzazioni hanno ulteriormente aggravato i deficit sanitari aumentando il costo del personale per garantire un facile e cospicuo guadagno ai privati (prestatori d’opera e noi garanti di servizi) a tutto danno dei dipendenti esternalizzati, della qualità assistenziale, dell’aumento dei contributi alla spesa sanitaria di tutti i cittadini attraverso ticket e riduzione di posti letto e servizi sanitari.

-Totale revisione del sistema di finanziamento aziendale che avviene attualmente attraverso i DRG che pagano la sola malattia a totale danno della prevenzione e dei principi di salute e conseguentemente riducono e tagliano i servizi territoriale indispensabili, potenziano la scelta per le patologie più remunerative, mercificano i bisogni e “bagettizzano” le risposte del Sistema Sanitario Pubblico, sempre ed unicamente a favore di un privato che dilaga.

Partiamo dall’ EMERGENZA POLICLINICO

*per affrontare e risolvere le tragiche carenze ed errori/orrori del nostro

sistema sanitario nazionale/regionale,

*per arrivare ad una progettazione articolata su tempi brevi, medi e lunghi dei

diritti alla salute, come bene universale pubblico, gratuito, umanizzato e socialmente condiviso,

*per garantire un controllo diretto e una partecipazione decisionale ad utenti, lavoratori e studenti sulla concretizzazione dei loro bisogni e diritti.

SU QUESTI TEMI PROPONIAMO CONFRONTI/SCONTRI

CON TUTTI I RESPONSABILI DELLE ATTUALI SCELTE IN MATERIA DI SANITA’, DI RICERCA E DI DIDATTICA

ED UNA CAMPAGNA PUBBLICA FATTA DI LOTTE E MOBILITAZIONI PER IL DIRITTO A VIVERE LA SALUTE….

“SENZA SE E SENZA MA” !!

Roma,7/2/07

COBAS Sanità Università e Ricerca

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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