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COME E CHI HA SPECULATO DENTRO IL POLICLINICO SULLA CAMERA MORTUARIA

COME E CHI HA SPECULATO DENTRO IL POLICLINICO

SULLA CAMERA MORTUARIA.

Dopo la venuta dei NAS ed il comunicato stampa del direttore generale del 18/9/06 in merito alla temporanea chiusura della Camera Mortuaria ed alla sospensione del servizio garantito(si fa per dire!) da alcune imprese funebri, come COBAS abbiamo iniziato a raccogliere dati, racconti, testimonianze ed abbiamo richiesto ufficialmente tutte le delibere aziendali che riguardavano questo appalto! Molte cose già si sapevano ed altre hanno ulteriormente rafforzato la nostra certezza di pratiche illegali sia rispetto agli utenti che ai lavoratori esternalizzati che svolgevano in camera mortuaria il loro servizio. E’ importante, però, raccontare tutto quello che abbiamo saputo nella speranza che il resto..il marcio..esca fuori al più presto anche attraverso chi, come noi, vuole fare piazza pulita di tutti i “silenzi” che permettono, con diversi livelli di complicità, il proliferare di interessi privati nelle strutture sanitarie pubbliche.

Nelle due delibere avute si inizia con il direttore generale Longhi, il 12/6/02, ad assegnare per un anno il servizio interno trasporto salme ad una serie di agenzie funebri (Agostini Simone S.R.L., Mostacciano S.N.C:, Feio S.A.S., Veca S.A.C., Fabozzi S.N.C., Rosselli S.R.L.) che propongono interventi di ristrutturazione negli ambienti della camera mortuaria ed il trasporto delle salme con mezzi propri e proprio personale nell’arco delle 24 ore. Le ditte non chiedono nessun compenso, se non l’autorizzazione di apporre una targa pubblicitaria con i nomi delle ditte in questione che si costituiranno in associazione consortile, la Gefit, con il sig. Maceratesi che ne diventa il rappresentante legale. Sempre Longhi, con una delibera del 19/12/02, contraddicendo quanto era già stato firmato e deliberato, stabilisce che alla Gefit venga assegnato un furgone di proprietà aziendale per trasportare le salme.

L’8/9/03 il commissario straordinario Cosi, anche se è passato un anno e non si sono visti i lavori che ammonteranno a 120.000 euro, riassegna il servizio alla Gefit per altri due anni, gli lascia il furgone (tanto è vecchio) e la targa pubblicitaria...visto che la direzione sanitaria ne ha accertato la buona prestazione d’opera e la ripartizione tecnica dell’azienda ha dato il placet ai lavori proposti dalla Gefit per la ristrutturazione (nella delibera del 2002 era previsto che l’ufficio tecnico controllasse l’esecuzione dei lavori!?).

Arriviamo a settembre 2006…..DOPO 4 ANNI NON E’ STATO FATTO NIENTE, LE CONDIZIONI DELLA CAMERA MORTUARIA SONO PIETOSE… MA LE DITTE CONTINUANO A RESTARE DENTRO IL POLICLINICO…E NON SOLO CON LA TARGA!

Infatti da noi, come in tutti gli altri ospedali, la gestione delle camere mortuarie avviene con una vera spartizione e da luglio 2005, ci viene raccontato, che le diverse ditte si dividono i giorni del mese, ma appaiono nomi diversi da quelli scritti nelle delibere: dall’1 al 5 di ogni mese ci sarà Giovannoni; dal 6 al 10 di ogni mese AZ od Universal; dall’11 al 16 di ogni mese Valle e Fabozzi; dal 17 al 30 di ogni mese Agostani, Scifoni, Rosselli e Maceratese.

L’associazione consortile Gefit diventa Fides, con sempre Maceratese presidente, la sede legale rimane a via Beata Vergine del Carmelo con una stanza, una sedia ed una scrivania..è poco usata, mentre quella della Fides è a via Matilde di Canossa!

Ma ora proviamo a spiegarci perché delle ditte dovrebbero aver interesse a far lavori di ristrutturazione senza percepire nessun pagamento per il servizio prestato con propri dipendenti 24 ore su 24 ?

Una prima ipotesi, che viene confermata dai fatti, può essere quella che con coperture interne avevano la garanzia che nessuno avrebbe richiesto e controllato i lavori concordati.

Un’altra è che c’era la possibilità di essere chiamati, sempre per una connivenza interna, addirittura quando i pazienti non erano ancora morti, questo garantiva ai loro commessi di arrivare dai parenti prima che questi, giunti in camera mortuaria con la salma di un loro congiunto…leggessero la famosa targa pubblicitaria! Ci sono arrivate voci del pagamento di 25 euro a chiamata! Certo c’era sempre il pericolo di ditte concorrenti che avevano altri canali privilegiati..parenti fra il personale, gadgets vari (penne, agendine, panettoni a natale!?) oppure familiari dei morti che ..non avendo tanti soldi..volevano ricorrere all’AMA.

Ma quanto costa un funerale?

Quelli dell’AMA hanno prezzi calmierati, le ditte secondo il servizio (bara, fiori..) possono arrivare a proporre anche cifre di 15 mila euro!

Ma la cosa indecente era che la scelta del prezzo di fatto conteneva anche la possibilità di vedersi assegnato l’utilizzo dell’unica chiesa al piano superiore oppure delle altre 5 camere ardenti, nel sotterraneo della camera mortuaria!

Ora parliamo del personale in servizio nella camera mortuaria.

Anche se in tutte e due le delibere veniva scritto che non c’era la possibilità di garantire il servizio come azienda, c’erano 4 nostri dipendenti (un capotecnico, 2 tecnici ed un ausiliaria).

I lavoratori delle ditte dovevano essere 8, invece sono sempre stati 6. I turni invece di 8 ore sono così diventati di 12 ore (dalle 8 di mattina alle 20, dalle 20 alle 8 di mattina), senza diritti, riposi, assegni familiari, festivi e straordinari...per un totale di 1000 euro mensili con buste paghe che non riportavano mai le effettive ore prestate. Un dipendente che a giungo 2006 ha fatto vertenza per gli assegni familiari è stato pagato ma subito la Gefit, dopo 15 giorni, ha proposto agli altri una conciliazione al Ministero del Lavoro chiudendo ogni controversia con il pagamento di mille euro da agosto 2002 a luglio 2006 (in tre hanno accettato per paura di perdere il lavoro).

C’è da dire che negli anni si sono succeduti 3 lavoratori pagati in nero che facevano le sostituzioni quando i 6 andavano in ferie. Anche i commessi delle varie ditte lavorano senza contratto.

Questi lavoratori non sono stati neanche monitorati nella delibera aziendale inviata alla regione a maggio di quest’anno, come previsto e richiesto dall’art. 139 della legge finanziaria regione Lazio,n.4…. più fantasmi degli altri!?!

La camera mortuaria e la sua gestione..non aveva controlli e riscontri da parte dell’azienda che faceva finta di non vedere…perché era di fatto proprietà delle ditte che ne traevano lauti profitti, permettendo a qualcuno, per mantenere il silenzio, di mangiare qualche briciola!

E così il 16/9/05 un parente scrive al Messaggero denunciando la sparizione dei vestiti di un loro congiunto (ci viene raccontato che la vestizione dei morti era impegno dei 3 dipendenti dell’azienda..ora in pensione dopo la chiusura della camera mortuaria) ed una ditta, non nella targa pubblicitaria, denuncia la scorsa estate l’uso discriminatorio nelle assegnazioni della cappella e delle camere ardenti.

Con la chiusura della camera mortuaria l’associazione consortile GEFIT-FIDES è stata sospesa…ma non si sa del pagamento di nessuna penale per non aver rispettato quanto scritto sulle delibere ed in una proposta inviata all’azienda sottoscritta il 15/10/01 da tutte le imprese funebri che poi hanno costituito l’associazione…solo i lavoratori, quelli non raccomandati, sono senza lavoro e pagano lo schifo permesso ai loro danni e contro il sistema sanitario pubblico, visto che dei funzionari dell’azienda hanno palesemente dimostrato di avere interessi nel favorire ditte private, non svolgendo il proprio ruolo di controllo e verifica e garantendo loro profitto e copertura.

BELLO SCHIFO !!!

Cobas Sanità Università e Ricerca Policlinico Umberto I°

30/10/ 06

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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