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10 PICCOLI ITALIANI

10 PICCOLI ITALIANI…..

In un mondo attualmente sconosciuto…dove VITA e NATURA sono libere e rispettate, dove SOCIALITA’ e SOLIDARIETA’ sono concretezze, le DIVERSITA’ diventano RICCHEZZE e, in una “cultura altra”, sono le energie di cambiamento

C’era una volta dieci piccoli italiani che si ritrovano improvvisamente senza conoscersi

e senza capire il perché su una zattera in mezzo al mare.

E’ avvenuto uno stravolgimento tellurico, non previsto da nessuno dei sofisticati strumenti tecnologici, che ha stravolto, dal giorno alla notte. montagne e mari, paesi e città, longitudini e continenti. Ogni abitante del pianeta si è ritrovato in un ambiente, in una realtà, in una condizione di vita sconosciuta, con gente mai vista, senza più le proprie abitudini, conoscenze, ricchezze ed affetti.

Quello che accade ai nostri 10 piccoli italiani che si ritrovano casualmente insieme,

è solo una parte della storia..ma è la nostra storia!

…20 occhi spalancati…10 sguardi esterrefatti...mani scoordinate in movimento, corpi in tensione…qualcuno emette suoni che si trasformano in urla, pianti, ghigni, esclamazioni…solo una donna, dopo essersi guardata intorno, riesce a pronunciare il suo nome ed a proporre a tutti gli altri di provare a tranquillizzarsi pur nell’assurdità della situazione.Quel ritrovare, anche se forzatamente, i propri residui di razionalità permette ad ognuno di raccontare qualcosa di sé. Questo insieme di individui è palesemente eterogeneo, va dai 16 ai 60 anni, ci sono 5 donne e 5 uomini, l’unica cosa che li unisce è la lingua italiana che tutti e dieci conoscono bene!

Una donna è un’insegnante in pensione, allegra, femminista e single; una è una appassita casalinga insoddisfatta come donna e come madre; una è una donna in carriera altezzosa e ruvida piena di agende e telefonini ora inutilizzabili; una è un’adolescente ribelle e confusa in piena sfida con il mondo degli adulti; l’ultima è una introversa trentenne precaria nel lavoro e negli affetti.

Il maschile è rappresentato da un imprenditore fallito viziato prima dalla madre ed ora da una moglie facoltosa; da un anziano, fervido democristiano, convinto che Andreotti sia ancora al governo; uno è un punk bestia con tanto di cresta blu ed orecchini in abbondanza; uno è un mussulmano palestinese, che studia medicina ed è molto impegnato in attività per i diritti umani; uno è un omosessuale “non dichiarato”, innamorato del suo insegnante di Yoga che doveva a breve sposarsi con la sua migliore amica, dopo un fidanzamento secolare.

Immediatamente ognuno, quasi senza accorgersene, tende a far prevalere se stesso, le proprie idee, esperienze e bisogni…immaginatevi il democristiano a confronto con il punk, gli sguardi fra la ribelle ed il fallito, il ghigno dell’arrivista nei confronti della insoddisfatta, le difese dell’omosessuale nei confronti dell’integralista, la femminista che cerca un dialogo con la perdente…e poi rimischiate le diverse identità come se fossero delle carte da gioco…il dialogo si svolge fra sordi!

L’ex insegnante ed il ragazzo palestinese, quasi all’unisono, sentono di dover intervenire e riescono a riportare tutti con i piedi su questa nuova realtà che, se non riconosciuta, non potrà mai essere accettata e vissuta.

Si incomincia con il darsi dei compiti e guidando la zattera, con rami di fortuna,si attracca ad una terra vicina. Dopo essersi guardati intorno per paura di qualche altro cataclisma, tutti possono rilassarsi, la natura è ricca e rigogliosa, la terra sembra non aver confini e ci si sente in un ambiente accogliente che sembra quasi di aver già conosciuto.

Si decide una strategia collettiva partendo dalla sopravvivenza: chi cerca cibo e legna, chi si occupa di costruire un rifugio.

Per alcuni giorni ognuno “si lecca le proprie ferite” nell’elaborare i lutti ed il cambiamento di vita: i personalismi fanno scintille e le individualità sono ancora l’unica certezza conosciuta..

Le notti stellate passate insieme intorno al fuoco sciolgono piano piano le difese,

la lingua in comune permette lo scambio di idee e pensieri ma dà anche forma al nuovo che devono costruire, ognuno trova uno spazio di libertà, la natura viene abitata e condivisa e c’è spazio per tutti, nessuno si sente prevaricato ed invaso, non ci sono aspettative proiettate, ognuno si può presentare per quello che è senza paura di deludere e di sentirsi obbligato a cambiare,

i cambiamenti diventano scelte,

inizia un confronto serrato che è curiosamente divertente, la condivisione smorza le diversità ed

il GRUPPO da strumento di sopravvivenza diventa il fineper riprendere a vivere.

L’ex insegnante ed il ragazzo palestinese sono i primi a mettersi in gioco, non abdicano il ruolo dato loro dal gruppo, propongono significato agli agiti e, senza invadere, mediazione ed ascolto. Tutti gli altri, secondo le proprie capacità, diventano dei leader “occasionali”e si sperimentano sulle cose pratiche da fare e sui vissuti da reinventare in quel bizzarro gruppo sempre più riconosciuto come proprio.

Tante culture a confronto, tanti individui che diventano soggetti collettivi capaci di mettere insieme i propri vissuti, bisogni esperienze, emozioni, saperi per costruire una “CULTURA ALTRA”, dove l’Io ed il Noi sono le energie del cambiamento in divenire, dove il passato ed il presente di ognuno diventa il futuro condiviso, dove, pur nelle difficoltà, si può riprendere a sognare…

IN/IL GRUPPO…..PER ESSERE!

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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