Home ›› POLICLINICO ›› NORMALE FOLLIA ›› Alcuni dati utili da ricordare

Alcuni dati utili da ricordare

Alcuni dati utili da ricordare sulle condizioni della sanità in Italia ed in Europa:

(1° scheda)

In Italia 800.000 sono gli operatori sanitari. Dalle stime della Conferenza Stato e Regioni mancano ben 38.000 infermieri (più di 2.000 solo nel Lazio). Nel 2001 ci sono stati 11.000 pensionamenti. In quello stesso anno sono usciti dalle scuole solo 3.000 infermieri professionali. 8.000 sono le unità mancanti solo nel campo dell’assistenza alla salute mentale. Il rapporto fra medici ed infermieri in Inghilterra è di 1 a 10, in Italia è di 1 a 3…con situazioni dove non si raggiunge neanche l’1 ad 1.

In Europa lo standard assistenziale prevede 6,9 infermieri ogni 1.000 abitanti ma nessuno stato europeo lo raggiunge attestandosi ad una media di 4,8 e con orari di lavoro che vanno dalle 36 alle 40 ore settimanali. L’attività libero professionale anche per le figure non mediche viene introdotta con la legge n.1 dell’8/1/02 e considerata nei P.S. regionali /nazionali e nei contratti come uno strumento per ridurre la carenza degli organici pagando di più degli attuali straordinari, ma riducendo i lavoratori a massa di manovra con l’aumento dei carichi di lavoro, l’imposizione della gerarchizzazione e della flessibilità più sfrenata ed il ricatto di qualsiasi aumento legato al salario accessorio.

In Italia il rapporto Spesa Sanitaria e P.I.L. è salito dall’8,4 del 2001 all’8,6 del 2002. Paesi come il Canada, la Svizzera, la Danimarca, ma perfino la Grecia e la Turchia hanno un rapporto più alto. Gli Stati Uniti con la totale privatizzazione del SSN hanno il rapporto più alto di tutti i paesi (13,9) se consideriamo la spesa Sanitaria totale ed il PIL, ma hanno quello più basso (il 44%) se rapportiamo la spesa sanitaria pubblica con il totale della spesa sanitaria. Nel rapporto fra spesa sanitaria pubblica e spesa sanitaria totale anche l’Italia, a causa dell’aumento di finanziamenti dirottati dal pubblico al privato, è passata dal 75,3% del 2001 al 74,8% del 2002.

I finanziamenti al SSN per il 2004 sono 72 miliardi e mezzo di Euro, ma nella conferenza Stato e Regioni, della scorsa primavera, è stato denunciato che mancano ben 5 miliardi di euro per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed 1 miliardo di euro per l’assistenza ai 750 mila immigrati regolari …la partenza è già tragica!

L’ospedalizzazione è stata ridotta ad un tasso del 119% nonostante la paurosa carenza di strutture e presidi territoriali e dal 2001 assistiamo ad una programmata chiusura di migliaia di posti letto, di decine di DEA e di centinaia di servizi (Sert, Ambulatori, IGV, Dip. Salute Mentale, ecc.). Il rapporto di 5 posti letto (di cui 1 di riabilitazione) per 1.000 abitanti viene disatteso in quasi tutte le regioni italiane, con una media di 4,3 (regioni come la Calabria e la Campania si attestano a 3,4 e solo il Veneto arriva a 5).250.000 sono gli istituti pubblici e 57.000 quelli privati (la differenza fra pubblico e privato diventa quasi nulla per le strutture di lungodegenza e riabilitazione:18.000 posti letto pubblici 16.000 privati).

Riguardo alla psichiatria nello specifico: In Italia ci sono ben 5 milioni di persone con patologie psichiatriche, 1 adulto su 4 nel corso della sua vita presenta disturbi psichiatrici, ma solo il 10% di questi accede alle cure del servizio pubblico. Il 40% delle richieste rivolte ai medici di famiglia riguardano queste patologie, ben il 20% dei ricoveri in ospedali generali sono fatti per patologie depressive.Il 30% di minori viene curato in ospedali per adulti e non in area pediatrica e questa situazione diventa tragica specialmente per i ricoveri psichiatrici, visto che moltissimi adolescenti vengono ricoverati negli SPDC invece che in strutture con pazienti al di sotto dei 18 anni.

Per fare un esempio solo nel Lazio su 271.000 adolescenti dai 14 ai 18 anni ben 27.000 presentano segni di sofferenza psichiatrica, 11.000 hanno disturbi psicopatologici e 2.700 necessitano di ricovero. Bisogna sottolineare che per il Lazio e per tutte le regioni del centro sud ci sono attualmente nelle neuropsichiatrie infantili solo 12 posti letto per il ricovero di adolescenti con patologie psichiatriche, e che quindi più del 90% delle percentuali che necessitano di tale prestazione sanitaria devono rivolgersi al privato, a strutture per adulti o rimangano in famiglia ampliando i loro disagi e patologie. Nel 2003 nel Lazio sono stati fatti solo 120 ricoveri appropriati…ovvero il 4,3% delle possibili richieste!?!

La prima esperienza con le droghe (leggere o/e pesanti) è scesa sotto i tredici anni e, nelle scuole come nei quartieri, spazi sociali, sia fisici che mentali, per fare prevenzione sono nulli.

La legge 180 del 1978, più conosciuta come legge Basaglia e come una delle leggi più avanzate in Europa sulla salute mentale, dopo aver permesso l’apertura dei manicomi e l’istituzione di servizi sanitari per la cura e di servizi territoriali (case famiglia, strutture appartamento, day hospital, laboratori protetti) per la riabilitazione, garantiva ai cittadini affetti da patologie psichiatriche di essere parte attiva del principio di cura, non riducendoli ad emarginati privati di dignità ed affetti. Dopo più di 20 anni e dopo aver ridotto quasi a zero i finanziamenti per le realtà territoriali, c’è in discussione una nuova legge che sta annientando tutte queste conquiste e sta riponendo unicamente strumenti coercitivi, con l’utilizzo, delle forze dell’ordine e di prolungamenti di regimi sanitari, per ricondurre la “follia” ad una segregazione ed ad una vergogna.

La devolution approvata a livello legislativo comporterà 21 Sistemi sanitari regionali con queste novità: Privati; fondazioni; “privati mecenati” (tipo banche); privatizzazione di tutti gli IRCCS ora pubblici; linee guida per l’attivazione di collaborazioni tra aziende sanitarie pubbliche e soggetti privati; società miste; aziende ospedaliere che, in parte o totalmente, diventano fondazioni; organismi consortili per il risparmio di costi e la competitività fra aziende; associazione in partecipazione con il pubblico che diventa l’associato con l’unico ruolo di controllo ed il privato che, come associante gestisce l’attività sanitaria; esternalizzazioni di tutti i servizi, cosa che già in parte avviene, per: manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici ed impianti, mense degenti e personale, pulizia, portineria, sevizio unico prenotazioni, fornitura e manutenzione delle sale operatorie, della farmacia, dei laboratori, della diagnostica per immagini, ecc.con l’aggiunta di regalare al privato la gestione delle attività di supporto non sanitarie e delle attività funzionali all’attività sanitaria delle strutture che lo vedono partecipe anche nella loro costruzione e gestione.

Tutto questo può avvenire fuori bilancio e con contratti di concessione nei quali il privato diventa il finanziatore, l’esecutore e il gestore del servizio che il pubblico concede senza neanche il dovere di controllo.

Inoltre in ogni regione potranno essere richiesti ticket, ovvero ulteriori contributi dei cittadini oltre alle trattenute attuate dallo stato e dai privati direttamente dalle buste paga dei lavoratori per il Sistema Sanitario Nazionale, sulle prestazione di Pronto Soccorso e sui ricoveri, come sta già avvenendo da anni su un numero sempre maggiore di farmaci e su molte prestazioni sanitarie (dalle analisi, alle visite, alla diagnostica per immagini).

Infine, con una velocità sempre più preoccupante e con governi sia di destra che di sinistra, vengono proposte ed attuate una serie di provvedimenti antitetici al diritto alla salute che, come viene sancito nella costituzione Italiana ed in quella di quasi tutti i paesi Europei, dovrebbe garantire prevenzione, cure e riabilitazione universalmente, gratuitamente e nelle strutture sanitarie pubbliche.

Gennaio 2005

Info su: www.azimut-onlus.org

 

Dai un contributo ai progetti internazionali dei Cobas

Associazione Azimut

Codice Fiscale 97342300585