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LA PSICHIATRIA ..AL FEMMINILE!!

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Se facciamo un po’ di storia della psichiatria Sigmund Freud è il suo principale rappresentante, è colui che con le sue scoperte ed il suo pensiero iniziò a parlare di psiche, di complessi, di sintomi, di conflitti , di difese e di rimozioni, ed in modo rivoluzionario arrivò a formulare la teoria sulla sessualità infantile e sulle pulsioni sessuali .

Per primo parlò della fase orale, anale e fallica nel bambino da uno a tre anni e poi introdusse il complesso edipico nei successivi anni di vita per la scoperta delle differenze anatomiche fra i sessi. Sempre secondo Freud la sessualità della bambina, a differenza di quella del bambino, era impregnata da angosce e da sentimenti di inferiorità per la mancanza del pene, rinunciava alla masturbazione diventando passiva, masochista e narcisista, dava alla madre tutte le colpe della sua inferiorità genitale e quindi era incapace di costruirsi un Super-io autonomo, impersonale ed indipendente dalle emozioni. Addirittura il desiderio di gravidanza venne considerato un derivato dell’invidia del pene, piuttosto che il risultato di una stabile identificazione con il ruolo materno di procreazione e nutrizione primaria.

Di conseguenza, per Freud, le donne avevano un minore senso di giustizia rispetto agli uomini, erano meno pronte ad accettare le inevitabili privazioni dell’esistenza ed erano influenzate nel loro giudizio dalle emozioni.

Per fortuna per noi donne ..dopo Freud furono molte le psichiatre che riuscirono con le loro idee a cambiare radicalmente queste teorie che risentivano del periodo storico (parliamo dei primi del 900), della componente maschilista di chi le aveva teorizzate, e delle paure verso un femminile che si faceva strada con estrema ricchezza e fantasia.

*Melanie Klein nel 1932 inizia a parlare dell’importanza per la sessualità femminile della madre preedipica e rifiuta la passività ed il masochismo .

*Phillis Greenacre nel 1950 dà un esito positivo alla scoperta per le bambine della differenza fra i sessi perché , non riuscendo a competere anatomicamente con i bambini, hanno una maggiore sublimazione intellettuale e più vita fantastica e creativa, che utilizzano per la costruzione dell’ autostima.

*Judith Kestenberg nel 1970 parla del ruolo che "l’interno produttivo" svolge nello sviluppo della bambina che identificandosi precocemente con la madre, struttura la propria capacità di comprensione materna, d’intuizione, di empatia. Una identificazione con una madre preedipica amorevole permette un movimento progressivo verso la femminilità e prepara il terreno per la propria maternità, parlando addirittura di "riavvicinamento" in gravidanza alla propria madre, rivalutandone il rapporto.

*Margaret Mahler nel 1960 spiega il processo di sviluppo psicologico fra madre -bambina/o sottolineando l’importanza della relazione diadica preedipica per entrambi i sessi: nella prima fase (un mese di vita) la madre accoglie l’interesse prevalente del bambino verso le proprie sensazioni corporee. Nella seconda fase (dai due ai sei mesi) la madre è una barriera agli stimoli, eliminando gli stati di tensione e tentando di alleviare i disagi. Il bambino si percepisce ancora come un tutt’uno con la madre, è importante per la formazione della sua autostima come viene tenuto in braccio, accarezzato, avvicinato ed allontanato , come viene guardato, come gli sorride e come la madre si adatta alle sue esigenze. Nella terza fase, dopo lo stadio di separazione-individuazione, c’è la fase dell’emergenza (dai quattro ai dodici mesi) nella quale l’attenzione del bambino è sempre più rivolta all’esterno. Il bambino inizia a camminare a carponi, ad arrampicarsi ed ha la capacità di riconoscere le diversi parti del proprio corpo fino a raggiungere la posizione eretta concentrandosi sulle proprie esigenze e soddisfazioni, ha una crescente consapevolezza degli altri e può separarsi

dalla madre. Nella quarta fase (dai quindici ai ventiquattro mesi) chiamata di riavvicinamento il bambino ha di nuovo bisogno di un rapporto adesivo con la madre. Nella quinta fase (tre anni) la madre ed il bambino hanno un’immagine interna dell’altro come "prevalentemente buono" e se il secondo viene incoraggiato nelle sue capacità ed indipendenza potrà costituire autostima ed avere fiducia in se stesso e nelle sue capacità ed acquisizione.

*Simona Argentieri ancora adesso scrive "in questo faticoso processo di crescita e di acquisizione della nostra identità maschile o femminile, rischiamo continuamente di cadere in due opposti errori: quello di azzerare tutte le differenze, in nome di una ideologica eguaglianza, oppure quello di esasperarle in modo arbitrario e artificioso, pretendendo di tingere di "rosa" o di "celeste" ogni gesto ed ogni qualità psichica. "Maschio" e "Femmina" non sono due categorie in opposizione ed in lotta per il predominio; ma neppure dobbiamo intendere lo storico concetto di "bisessualità" come una condanna all’ambiguità. Quando una donna, od un uomo, si sentono sufficientemente sereni e sicuri della loro femminilità o maschilità, possono anche ,senza troppa paura, mantenere vive dentro di sé quelle quote "bisessuali" che consentono di identificarsi psicologicamente con l’altro sesso e di poter scambiare e vivere i propri aspetti maschili o femminili con il proprio partner. Non più invidia del pene od angoscia di castrazione perché un uomo per penetrare deve poter aver l’immagine mentale, l’emozione, di cosa significhi essere penetrati e penetrabili. Viceversa, una donna per poter accettare la penetrazione dovrebbe avere la possibilità di sapere emozionalmente cosa significa il vissuto del penetrare. Naturalmente non intendo il fatto tecnico pene-vagina, ma intendo il compenetrarsi, il reciproco contenersi ed accogliersi, il poter entrare uno dentro l’altro senza paura. Potersi lasciare andare senza la paura di perdere se stessi per sempre, perché c’è un’altra persona capace di accoglierti e di contenere il tuo abbandono."

DA QUANTO DETTO RISULTA CHIARO CHE IL TRAUMA PRINCIPALE PER I BAMBINI DI ENTRAMBI I SESSI E’ COSTITUITO DALL’INEVITABILE SEPARAZIONE DALLA MADRE CHE LI PROTEGGE E PROVVEDE ALLE LORO NECESSITA’. PER LE BAMBINE QUESTA ESPERIENZA E’ ANCORA PIU’ DIFFICILE PERCHE’ SIN DALLA PRIMISSIMA INFANZIA SONO STATE EMOTIVAMENTE E FISICAMENTE PIU’ VICINE ED ASSIMILATE AL FEMMINILE MATERNO, HANNO UN ORGANO SESSUALE INTERNO , TUTTO DA SCOPRIRE E POCO PARAGONABILE A QUELLO MASCHILE, HANNO DA LOTTARE CONTRO UN’IDEOLOGIA MASCHILE , CONTRO ATAVICHE SOTTOMISSIONI E CONTRO RUOLI STATICI.

E’ BASILARE CONVINCERE ED ESSERE CONVINTE CHE I PROBLEMI DELLE DONNE NON SI RISOLVONO CERTO FORNENDOCI UN PENE MA ARRIVANDO A COMPRENDERE ED A TRASFORMARE I MODELLI DI RELAZIONE FAMILIARE ATTRAVERSO LA RISCOPERTA DEI RAPPORTI CON ENTRAMBI I GENITORI, PER CONIUGARE IN OGNI BAMBINA/BAMBINO GLI ASPETTI FEMMINILI E MASCHILI, ENTRAMBI COMPLEMENTARI, PER UNA ARMONICA PERSONALITA’ RAZIONALE E CREATIVA.

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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