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Federico e la sua tragedia

La stampa e le TV dopo aver sadicamente inzuppato le loro penne nelle tragedie e sofferenze umane, finalmente si sono azzittiti! Riprenderanno presto…appena potranno fare audience, appena inventeranno qualche particolare “inedito”!

La tragedia familiare che ha coinvolto Federico, un ragazzo adolescente affetto da gravi patologie psichiatriche, i suoi fratellini ed i genitori che lui stesso ha ammazzato, si richiude in quelle mura fatte di solitudine e follia, prima della sua casa che ne ha visto l’evolversi ed ora in galera, dove i suoi fantasmi e le sue paure stanno sostituendo i sogni da ragazzo che lui non è mai riuscito a vivere fino in fondo.

Noi, come operatori della Neuro Psichiatria Infantile, lo conoscevamo, da pochi mesi era in cura da noi. Prima aveva percorso altre strade di cura, e da tanto, insieme ai suoi genitori stava cercando aiuto. Non c’era farmaci miracolosi, non c’erano terapeuti maghi..la sofferenza delle patologie psichiatriche, specialmente in adolescenza, deve essere affrontata dalla società nel suo insieme scoprendo empaticamente la specificità di ascolto ed espressione dei diversi momenti di crescita .

Dalla scuola, alla piazzetta dove ci si ritrova con i pari, agli spazi negati per proiettare un sé ancora da scoprire, al bisogno di ascolto di un mondo adulto menefreghista ed accentratore incapace di accettare la sfida di una nuova generazione che si affaccia alla vita, che tende ad isolare chi chiede aiuto, siano essi figli o genitori, per non attivare i propri fantasmi e le proprie paure.

Nessuna possibilità di prevenzione, solo pochi strumenti di cura quando il problema e così evidente da non poter essere più nascosto a se stessi ed agli altri. La solitudine aumenta, la follia si fa spazio, l’irrazionalità e l’incongruenza diventano i vettori di un rapporto minacciato dalle fondamenta, e gli oggetti d’amore diventano i nemici principali di un’incapacità di ascolto e di decodifica delle emozioni. L’aggressività esplode, fa paura, ma si insinua nelle maglie di una personalità fragile, indifesa, insicura, che non ha trovato chi desse senso alla sua autostima, alle sue scoperte, al suo crescere. E’ tutto scritto nei sacri testi, nelle definizioni di famosi psichiatri e pedagogisti…ma della cruda realtà chi se ne preoccupa?! Essa diventa notizia quando avviene il “fattaccio” ed allora tutti ipocritamente a domandarsi “perché”!

Solo Federico ed i suoi fratelli hanno il diritto di domandarsi perché devono sopportare queste sofferenze, puntando il dito su tutti quelli che fanno finta di non sapere e di non vedere i bisogni di prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione per chi è affetto da patologie psichiatriche od ha disagi rispondenti a specifici periodi di crescita, a fasi della vita, a temporanee difficoltà.

Noi come operatori psichiatrici saremmo complici di questo menefreghismo se non fossimo capaci di metterci in gioco insieme ai nostri pazienti ed alle loro famiglie, lottando per ottenere qualitativamente ed umanamente tutto quello che ci serve per non permettere a deputati da strapazzo di annientare la legge 180 ed il diritto del paziente psichiatrico a scegliere la cura, ristrutturando i manicomi per nasconderci la “follia”; per concretizzare strutture territoriali specifiche per adolescenti e per adulti e capaci di offrire un alternativa abitativa, laboratori ed attività rispondenti ai bisogni di un momento o di tutta una vita; per parlare e far parlare dei propri disagi senza sentirsi marziani ma conquistando il diritto di uno sviluppo armonico delle diversi fasi della crescita in un confronto collettivo.

Riattiviamo l’immagine ormai “in disuso” di una società solidale, apriamo le nostre solitudini ad una socialità fatta di ascolto e condivisione, pretendiamo un’inversione a 360 gradi dell’involuzione del diritto alla salute.

Alcuni operatori della Neuro Psichiatria Infantile

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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