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CHI HA PAURA DEL GRANDE COCOMERO?

Intervento a cura della Prof. Teresa Carratelli,già dirigente II Livello UOC A Neuropsichiatria Infantile Policlinico Universitario Umberto I Roma

 

 

Non mi soffermerò a ricordare l’organizzazione dell’Associazione Grande Cocomero , i cui scopi senza fine di lucro e i Servizi offerti in campo sociale sono stati illustrati dai propri Soci in varie sedi. Nel corso di vari anni fino al 2010 in cui ho diretto l’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile UOC A, sita in Via dei Sabelli a S. Lorenzo , con il sostegno a progetti riabilitativi patrocinati e in parte finanziati dal Comune di Roma, gli adolescenti ricoverati presso l’Unità Ospedaliera di cui sopra, con il consenso anche dei genitori , si sono giovati nelle loro brevi uscite dal reparto a svolgere attività ludico-ricreative presso i locali messi a disposizione per loro dal Presidente e i Soci di questa Associazione, che ha funzionato come uno spazio allargato all’Ospedale , separato, ma contiguo.

 

E’ doveroso per me illustrare, anche se sinteticamente, il contributo degli spazi del grande Cocomero al mantenimento di un Ospedale psichiatrico per adolescenti che fosse “aperto”, come sua cifra distintiva : le uscite Pomeridiane “brevi , ma molto desiderate “dai ragazzi dall’Ospedale erano e sono dirette verso i locali del Grande Cocomero per partecipare ai laboratori di Teatro, di Musica e di Socializzazione Ricreativa del Sé con persone del quartiere di varia origine e grado. Si tratta di persone conosciute dallo staff degli infermieri e del grande cocomero che frequentano l’Associazione e mettono le proprie abilità, le proprie conoscenze e i propri talenti al servizio dell’”Incontro” dei ragazzi e con i ragazzi. Lo scopo è quello di contribuire a una ripresa dei processi di socializzazione interrotti dal grave disturbo psicopatologico : da qui il ricovero per proteggere l’incolumità del soggetto e del suo ambiente circostante.

 

L’interesse e la soddisfazione in cui il pomeriggio i ragazzi ricoverati ritrovano gli spazi del Grande Cocomero mitigano il sentimento di inadeguatezza e di perdita della libertà personale che accompagna il loro ricovero. Le attività di tipo riabilitativo nei confronti del “comunicare e del fare assieme” sono molteplici : in particolare penso al lavoro dei volontari del Teatro per L’Ospedale da parte di registi, operatori psichiatrici, infermieri che provano a coinvolgere in giochi supervisionati di ruolo e in messe in scena testi scritti dagli stessi ragazzi ricoverati, sia in regime di degenza diurna sia in quello di degenza notturna e diurna.

 

Nel corso di circa 20 anni Il Grande Cocomero è pertanto risultato come uno Spazio di decompressione dei comportamenti violenti dominanti e spesso intensificati nel Reparto Degenza Psichiatrico per Adolescenti della UOC A privo di un giardino esterno , che, viceversa, quando lo si dispone, permette tra l’altro ai malati psichiatrici di poter camminare e attraverso il movimento trovare il modo di incanalare le pulsioni aggressive e libidiche debordanti e ritrovare una migliore coesione del senso del Sé.

 

Solo a titolo esemplificativo per il lettore per meglio comprendere il ruolo del Grande Cocomero nell’importante attività di Riabilitazione psichiatrica precoce torno a ricordare come il gruppo degli operatori del Grande Cocomero, integrando il lavoro degli infermieri psichiatrici della UOC A , abbia contribuito a far uso del teatro con i ragazzi ricoverati, come attività conoscitiva e espressiva dei propri conflitti . E’ altresì noto come gli adolescenti con seri disturbi della personalità si giovino durante il Ricovero di potere sperimentare un luogo concreto , attiguo ma separato dall’Ospedale in cui sono curati, per poter ritrovare funzioni del proprio Io capaci di separare il dentro e il fuori , la realtà psichica interiore e la realtà esterna, l’agire come scarica fine a se stessa e, invece il ritrovare la capacità di agire a “fare finta che “... e cosi consolidare il proprio esame di realtà.

 

Nei locali del grande Cocomero così come nella “casa dei vicini” del testo di Edoardo “ Le voci da dentro” attualmente magistralmente interpretato dai 2 fratelli Servillo in un teatro della nostra Città, il sogno dei nostri ragazzi ricoverati, come quello del fratello protagonista emerge “da dentro” e diventa indistinguibile dalla realtà del fuori. Gli operatori del Grande Cocomero aiutati dagli infermieri e dai medici in formazione in Neuropsichiatria Infantile dell’Umberto I , come ora così in passato, continuano a mettersi in gioco nei “copioni-sogni “ proposti dai ragazzi stessi condividendo e aiutando a separare le diverse voci emergenti dalla notte, dalle tante “ombre rappresentative “ che si accavallano, come succede in genere nel lavoro dei gruppi .

 

Per varie decine di anni il Grande Cocomero è risultato “il luogo dell’Altro”, come lo è la scena teatrale, funzionale al lavoro dell’Ospedale Psichiatrico, luogo anche rievocato nel film omonimo di Comencini ,luogo come formidabile strumento di de-compressione di molti impulsi violenti e di ideazioni confuse e frammentarie , che emergono nei break down di vario tipo e natura dei ragazzi quando “ risultano persi a se stessi “.

 

A chi – dunque - può fare paura “un luogo attiguo” a questo sui generis Ospedale Psichiatrico Aperto per Adolescenti , così utile ai processi di trasformazione della crisi psicotica in un’occasione di una nuova risposta da parte dell’Ambiente e di possibile ri-creazione o creazione del Sé ?

 

Forse, chi ha facoltà di decidere il costo equo di edifici pubblici, il cui utilizzo come per l’Associazione Grande Cocomero è senza fini di lucro , non avrà paura a trovare una soluzione economica più equa, se potrà tenere da conto questa piccola informativa da parte della sottoscritta sui rapporti tra tale Associazione e l’Unità Operativa psichiatrica per adolescenti, da intendere una ( ma non certo l’ultima ) tra le varie ragioni già illustrate da altri per cui è auspicabile l’impegno a lasciare gli spazi attuali in uso a S. Lorenzo al Grande Cocomero.

 

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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