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Per avventurarci nella nostra psiche

PER AVVENTURARCI NELLA NOSTRA PSICHE

PSICHIATRIA: ramo della medicina che si occupa dei disturbi e delle malattie della mente.

PSICANALISI: disciplina scientifica fondata da S. Freud (1856-1939) per comprendere lo sviluppo e l’evoluzione della personalità dell’individuo nelle diversi fasi di crescita e nel suo relazionarsi, soggettivamente ed oggettivamente nel rapporto con il mondo interno e con il mondo esterno.

LE FASI DELLA CRESCITA:

I° INFANZIA (0-6 anni): fase Orale(0-1 anno); fase Anale (1-3 anni); fase Edipica (3-6 anni)

E’ caratterizzata dal maternage (cure, sguardo, accadimento materno) e dal bisogno di sicurezza; dalla scoperta dei confini corporei, dell’identità di genere, della differenza fra ME e non ME come nascita del Sé e dal gioco come strumento per lo sviluppo della personalità del bambino/a;

dalla ricerca del principio del piacere nella realizzazione dei bisogni; dalle acquisizioni spaziali, temporali, motorie; dalla necessità di separarsi ed individualizzarsi dall’oggetto d’amore I° (madre) nello scoprire e verificare le nuove capacità-acquisizioni fisiche e cognitive (dai primi passi al correre, dalla lallazione alle prime parole e frasi compiute e significate).

LATENZA (6-11 anni):

E’ caratterizzata dal bisogno del rafforzamento dell’autostima e del proprio Sé nel rapporto principalmente con gli altri (pari ed adulti). E’ un periodo che sembra tranquillo e non evidenzia particolari conflitti, ma è importante nella concretizzazione dell’Ideale dell’Io (qualcuno al quale identificarsi e prendere come esempio) e per affrontare con maggiori conoscenze e sicurezze i profondi cambiamenti adolescenziali.

ADOLESCENZA (11-23 anni): preadolescenza, adolescenza, tarda adolescenza.

E’ caratterizzata dai cambiamenti fisici e sessuali (pubertà); dalla scoperta della sessualità e sensualità verso sé stesso e verso l’altro; dal bisogno di identità con il gruppo di pari; dalla ricerca della propria indipendenza ed autonomia; dalla capacità di sapersi raccontare attraverso la Memoria Episodica che inizia a creare un collegamento fra passato, presente e futuro (autobiografia); dal bisogni di agire, sfidare e trovare adulti capaci di accettare la sfida, con autorevolezza, ascolto empatico, costanza, coerenza e, principalmente, senza abdicare il proprio ruolo; dai tanti dubbi, contraddizioni, insicurezze, alternate a tanta curiosità, energia e scoperte; dalla fatidica domanda “Chi sono io?” che si trasforma negli anni, verso l’adultità, in “Questo sono io, come progetto di vita, nel darmi e cercare strumenti per concretizzare i miei sogni ed aspettative future”.

L’adolescenza viene considerata una “seconda edizione” dell’infanzia perché permette di riattraversare tutto ciò che non è stato risolto in quella fase evolutiva, specialmente riguardo alla separazione-individuazione degli oggetti d’amore, indispensabile per la definizione/rafforzamento del proprio Sé e della propria personalità.

I 3 SISTEMI DELLA PERSONALITA’in continuo rapporto fra di loro:

-ES principio del piacere, istintualità, inconscio;

-IO principio di realtà, razionalità, conscio;

-SUPER IO principio morale, valori, ideali, regole sociali.

SE’: l’individuo nella sua complessità e personalità in rapporto con l’ambiente e l’altro.

Oggetto d’amore I°: la madre.

Oggetti d’amore:madre, padre e tutte le figure di adulti che accudiscono e si occupano del bambino/a e si rivolgonoe si interessano all’adolescente (zii, nonni, insegnati, ecc).

Alla nascita vi è un rapporto diadico Madre-Bambino/a (preoccupazione materna primaria) che, superati i primissimi mesi di vita, deve lasciare il posto ad altre scoperte ed oggetti d’amore per permettere l’indispensabile fase di separazione-individuazione che si presenta sia in prima infanzia che in adolescenza. Se questa separazione non viene permessa e favorita si arriva ad un rapporto simbiotico con il l’oggetto d’amore I° che inibisce le necessarie sperimentazioni evolutive-cognitive ed una crescita armonica.

La triade Madre-Bambino/a-Padre, intervenendo già dai primi mesi dopo la nascita, permette alla madre ed al bambino/a di superare entrambi, il necessario “prendersi cura” ed il bisogno di “essere accudito”, riportando la madre nella coppia e garantendo al bambino/a quello spazio mentale e fisico necessario per crescere, accompagnato, rafforzato ed aiutato dalla presenza, dall’ascolto e dall’amore di genitori accudenti, stimolanti e “sufficientemente buoni”, quindi non perfetti ma capaci di mettersi in gioco, insieme alla società, nel difficile compito di EDUCARE.

I primi tre anni del bambino/a sono fondamentali per lo sviluppo equilibrato della sua personalità e quando ci sono gravi patologie psichiatriche familiari, lutti, violenze, abbandoni che rendono rifiutante e non adeguato l’ambiente e gli oggetti d’amore, i comuni disagi e difficoltà della crescita diventano patologie (psicosi, disturbi del comportamento, dell’apprendimento, bipolari, isolamento sociale, ecc.) che in adolescenza si manifestano con tutta la loro violenza ed impossibilità di contenimento, vista la complessità di questa fase evolutiva.

Atti auto ed etero aggressivi, promiscuità, abbandoni scolastici, tentativi di suicidio che si confrontano con profondi momenti depressivi e con incontenibili fasi di onnipotenza.

Il corpo e la mente adolescenziale vengono attaccati, furti, fughe, violenza agite e subite, allucinazioni, deliri, come richiesta d’aiutoe strumenti per non impazzire in una realtà che non si riesce più a comprendere, ad accettare, ad affrontare, a combattere e che si nega per riuscire a sopravvivere.

Tante sono le parole ed interrogativi che esperti ed adulti “spargono” nell’aria e sui giornali rispetto agli incomprensibili agiti di un numero sempre maggiore di adolescenti che compiono atti di estrema violenza contro se stessi e contro gli altri, ma in pochi e con pochi strumenti si agisce concretamente per aiutarli a crescere.

L’offerta di PREVENZIONE, CURA RIABILITAZIONE è scarsa ed inadeguata, specialmente in questa fase di crescita, e gli adulti non sono capaci di significare gli agiti adolescenziali, di scoprire un ascolto empatico fatto di amore e di razionalità con il cuore e con la mente, di dare alternative concrete, ed una profonda sofferenza, vissuta in solitudine sia per l’adolescente che per la propria famiglia, è la sola risposta di questa società sempre più asociale e tragicamente virtuale.

Basti pensare all’attuazione della legge 180 (Legge Basaglia) che dal lontano 1978 ancora deve trovare la sua piena applicazione dalla chiusura dei manicomi alla realizzazione di strutture e strumenti riabilitativi e preventivi nei territori per arginare, comprendere ed accogliere i bi-sogni di chi, insieme ai propri familiari, deve affrontare la sofferenza di una patologia psichiatrica.

La società sta dimenticando che un suo compito fondamentale è quello di comprendere la diversità e contenere la “follia” per garantire salute e “normalità” condivisa nella realizzazione di un mondo altro e solidale…è compito di tutti NOI… e non solo di chi deve affrontare questi problemi… di ricordarglielo e pretenderlo.

Maggio 2008

Graziella Bastelli

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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