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DAL COBAS SANITA’UNIVERSITA’ E RICERCA DEL POLICLINICO UMBERTO I…

Entro il 31/12/2012 tutte le regioni dovranno attuare il nuovo STANDARD DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA, attivando come previsto dal decreto Monti sulla revisione della spesa per regalarci…altra “equità e la stabilità”, una nuova ondata di tagli sul Sistema Sanitario Nazionale ed a pioggia sui Piani Sanitari Regionali.

Il ministero della salute e Balduzzi hanno già consegnato una bozza di decreto che dovrà essere approvato in questi giorni dalla Conferenza Stato e Regioni.

Con la solita FALSITA’ sulla “sicurezza ed interessi degli utenti” verranno chiuse intere strutture sanitarie secondo la valutazione della produttività ovvero considerando il numero dei ricoveri e la loro durata, arrivando, entro il 2015, a 3,7 posti letto per mille abitanti di cui lo 0,7% per riabilitazione e lunghe degenze, dall’attuale media di 4,2 e con ricoveri che dovranno durare al massimo 7 giorni.

Poche sono le strutture che potranno rispondere agli standard richiesti.. per esempio nel Lazio sulle 8 attuali cardiochirurgie solo 1 potrà rimanere aperta ed in Lombardia 10 su 18 ed in quasi tutte le regioni dovranno essere tagliati dai 27 ai 30.000 posti letto con la eliminazione di interi reparti. Dovranno essere eliminati (loro scrivono come al solito…“riconvertiti”) in Lombardia 6000 posti letto su 43 mila; in Piemonte 2000 su 18 mila; in Emilia 3000 su 19 mila; in Toscana 1000 su 14 mila; in Molise 700 su 1700; nel Lazio 5000 su 26 mila; in Sicilia 1000 su 19 mila; in Calabria 500 su 8 mila. In controtendenza ci sono SOLO la Campania che deve aprire 300 posti letto e l’Umbria 100!?!!!!

Intanto sulla rete nei territori e sugli Ospedali di Comunità si scrive che devono essere genericamente potenziati restando naturalmente sul generico...solo in merito agli ospedali di comunità si stabiliscono che ci dovranno essere 15-20 posti letto e che i ricoveri potranno durare 15-20 giorni…il tutto utilizzando verbi al “futuro” visto che queste strutture non esistono!

Abbiamo già verificato cosa sta succedendo nei TERRITORI dove i tagli e le carenze di organico hanno prodotto e continuano a produrre CHIUSURE di interi servizi e/o RIDUZIONI di prestazioni: pensiamo ai materno infantile, ai consultori, ai servizi di igiene mentale…che sono ormai inesistenti, non potendo più rispondere alla domanda non solo di cura, ma anche di prevenzione e riabilitazione totalmente disattesa.

Ormai la gente si rivolge al PRIVATO pagando tutto oppure pagando le assicurazioni se gli serve una riabilitazione per un bambino con problematiche motorie o cognitive, se deve fare una visita od una ricerca diagnostica urgente, se deve trovare un’assistenza domiciliare per un anziano od un malato terminale.

Che dire poi del PRIVATO IN OSPEDALE (intramoenia) che porta l’utente…e non certo per “libera scelta”…a sborsare super ticket dai 100 ai 300 euro per una visita che gli viene fatta dopo pochi giorni invece di aspettare sempre più lunghe liste di attesa!

Così il ricatto dell’attesa e la spesa ancora maggiore fanno proliferare il privato in una lenta e continua agonia del diritto alla salute e del sistema sanitario pubblico incrementando la clientela nelle cliniche private dove quasi tutti i medici possono lavorare pur essendo dipendenti pubblici. Inoltre il blocco del turn over e le esternalizzazioni di personale anche dell’ assistenza diretta sono mirate a favorire lauti guadagni per ditte e cooperative costruite appositamente per la bisogna che, con l’intermediazione di mano d’opera, vendono ore di lavoro sottopagate costando a regioni ed aziende sanitarie di più di quanto costerebbero le stesse assunzioni dirette, hanno peggiorato la QUALITA’ dell’offerta sanitaria dividendo e ricattando i lavoratori sempre più immersi in una logica clientelare, di svendita e contrapposizione, che niente può spartire con professionalità, lavoro di gruppo ed umanizzazione dell’assistenza.

TUTTO QUESTO NON E’ FINALIZZATO AD ANNULLARE GLI SPRECHI…basta considerare i vecchi e nuovi scandali e ruberie nella sanità dal Lazio alla Lombardia, dal Piemonte alla Puglia, ecc. E TANTO MENO A RISPETTARE I DIRITTI DEGLI UTENTI…loro continuano ad essere carne da macello in mano a case farmaceutiche, professionisti assassini e dirigenti ladroni…

LA LOGICA DEL POTERE CON TUTTI I SUOI DECRETI, LEGGI, PROVVEDIMENTI, CHE DAL 1990 HANNO INTRODOTTO AZIENDALIZZAZIONE, PROFITTO, MERCIFICAZIONE DELLA SALUTE..E’ STATA MIRATA, ATTRAVERSO UNA METICOLOSA RIDUZIONE, ALL’ANNULLAMENTO DEL PRINCIPIO DI SALUTE SIA COME DIRITTO CHE COME PREVENZIONE, FINANZIANDO ALL’INIZIO UNICAMENTE LA CURA, POI RESTRINGENDOLA AI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA (LEA), PER ARRIVARE AD UNA OFFERTA MINIMA RISPETTO ALLA DOMANDA.

Il tutto molto lentamente e con la carta vincente degli “sprechi” che venivano e vengono favoriti, condivisi e permessi da tutti i governi e partiti, per conquistare l’ambito obiettivo della TOTALE PRIVATIZZAZIONE DELL'ASSISTENZA E DEI SISTEMI SANITARI NAZIONALE E REGIONALI……..ED ORMAI STANNO A “BUON PUNTO”??!!

Nei nostri ospedali e territori, senza differenze ed eccezioni, subiamo con gli utenti questa tragica realtà, COME OPERATORI DELLA SALUTE non possiamo starcene zitti diventandone complici, solo NOI possiamo bloccarla e trasformarla coinvolgendo e rendendo protagonisti gli utenti dei loro/nostri diritti e della loro/nostra salute!!

 

Cobas sanità università ricerca Policlinico

14/11/2012

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