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INTERNALIZZAZIONE NELLE AZIENDE SANITARIE

Chiarimenti sulla risposta del commissario per la Sanità del Lazio alla richiesta del presidente della regione Lazio "Per il superamento del precariato"

Al Ministro della Sanità Ferruccio Fazio

Al commissario straordinario per la Sanità del Lazio Elio Guzzanti

Vice-Presidente ed Assessore all'Urbanistica Esterino Montino

Assessore al Bilancio, Programmazione economico-finanziaria e partecipazione Luigi Neri

Oggetto: Internalizzazione nelle aziende sanitarie.

Avendo letto con molta attenzione quello che viene risposto dal commissario per la Sanità del Lazio alla tarda richiesta “Per il Superamento del precariato” del presidente della regione Lazio, Esterino Montino, abbiamo da chiarire quanto segue:

-Nessuno più di noi che dal 2005 stiamo lottando contro l’illegale intermediazione di mano d’opera insieme ai coordinamenti dei precari e degli esternalizzati del Policlinico Umberto I e del Sant’Andrea, sa quale profonda differenza ci sia fra “internalizzazione” e “stabilizzazione”e quanto sia strumentale fare un enorme calderone fra precari ed esternalizzati e fra personale del comparto e della dirigenza.

L’internalizzazione NONprevede nuovi finanziamenti poiché la spesa è già presente nei bilanci aziendali nella voce “beni e servizi”, anzi l’eliminazione di un terzo soggetto (la ditta o la cooperativa) e della sua struttura amministrativa ed organizzativa, garantirebbe un evidente risparmio per l’azienda, una continuità/garanzia professionale ed il costo orario di infermieri ed ausiliari, pagato dalle aziende, diventerebbe il salario di questi operatori che, pur lavorando in tutti i servizi e reparti aziendali, ricevono stipendi molto inferiori dei loro colleghi del SSN.

-Le attuali leggi sulle diverse tipologie lavorative NON permettono l’utilizzazione di operatori esternalizzati per ricoprire vuoti d’organico, né permette che i Co.Co:Co/Pro possano ricoprire guardie e turni, spesso in reparti di emergenza, come avviene in quasi tutte le aziende sanitarie con l’illegale autorizzazione di regioni e governi.

-Un efficace funzionamento dei servizi territoriali, che dovrebbero essere gestiti con personale del SSN e non attraverso altre esternalizzazioni, ed ulteriori riduzioni o chiusure di posti letto, NON risolverebbero le verificabili carenze degli organici ricoperte con questi operatori. Per fare un esempio al Policlinico dal 2000, pur con riduzione di migliaia di posti letto e con la venuta di parte dei lavoratori del San Giacomo, da 25 infermieri siamo arrivati a 370 ed a 140 ausiliari della cooperativa OSA con una spesa attuale che è arrivata a 17 milioni di euro all’anno. L’azienda paga 23,50 euro l’ora per un infermiere e 14,80 per un ausiliario, loro ne percepiscono meno del 50% e, conseguentemente, hanno stipendi inferiori del 40% rispetto a quelli dei colleghi dipendenti aziendali con i quali condividono il lavoro quotidiano in tutti i reparti e servizi del Policlinico, compresi quelli d’emergenza. Se non ci fossero questi operatori la nostra azienda superspecialistica non potrebbe vivere! Il blocco delle assunzioni che permane da molte finanziarie e la non copertura del turn over, in aziende, come il Policlinico, dove la media dell’età dei lavoratori è di 50 anni, ha reso indispensabile l’uso/abuso delle esternalizzazioni e sempre di più renderà indispensabile il loro utilizzo. E’ quindi pretestuoso dire di non poterli assumere perché si arriverà a non averne più bisogno ed è estremamente illegale non aver preso e non prendere immediatamente provvedimenti contro il loro utilizzo se si riesce a dimostrare che non erano e non sono INDISPENSABILI.

-Se si prendono ad esempio regioni come la Lombardia, i sui Piani sanitari regionali ed i suoi bilanci, bisogna dire che ha fatto da battistrada per la privatizzazione del Sistema Sanitario ma NON ha potuto diminuire gli organici del personale d’assistenza diretta, trasformando attraverso la costituzione di IRCSS e strutture private, i contratti dei lavoratori ed espandendo le esternalizzazioni.

-La riduzione/revisione delle strutture semplici e complesse NON tocca minimamente i lavoratori che anzi subiscono aumenti insostenibili di carichi di lavoro quando si concentrano, con gli accorpamenti di reparti e servizi, dirigenze e diversi metodi/esigenze assistenziali.

-Chi è responsabile di una gestione/attuazione della sanità dovrebbe avere la capacità e volontà politica di riportare i dati reali, quando si parla di dipendenti e di salari, facendo una dovuta differenza fra i lavoratori che devono garantire i LEA e dare assistenza diretta e chi, in buona parte, è lo “spreco clientelare” di un malgoverno generalizzato. Inoltre la riforma dei contratti, nel tentativo di aumentare l’efficienza, sta arrivando ad annullare l’efficacia di un lavoro d’equipe per rendere complessiva e continuativa la risposta assistenziale, favorendo individualità e forme illimitabili di clientelismo, e prospettando per una parte di dipendenti del SSN e per tutti gli esternalizzati, stipendi miseri rispetto alle responsabilità del nostro lavoro, nelle corsie come nei territori, in rapporto ai disagi, danni, sofferenze, solitudini che si devono affrontare.

Non c’è medico che possa funzionare se non ci sono infermieri professionalmente ed umanamente attivi, ed ambedue hanno bisogno di operatori che, occupandosi delle cure igienico/sanitari e degli spazi, condividono con continuità obiettivi e valore dei progetti terapeutici. I diversi contratti, le diversità di salari e dipendenze amministrative, le divisioni fra operatori, NON rende i diritti ed i doveri strumenti di efficacia e di efficienza dell’offerta sanitaria, ma permette un’involuzione definitiva del diritto alla salute.

-Bisogna essere chiari quando si parla delle “risorse umane” per garantire salute: o si fanno gli interessi di ditte e cooperative per garantir loro illeciti profitti nelle aziende sanitarie o si può risolvere il problema, come si sta facendo all’azienda Sant’Andrea, attuando l’internalizzazione di tutti gli operatori indispensabili per l’assistenza diretta che NON possono essere né ridotti né tantomeno eliminati o sostituiti.

 

PER QUANTO PORTATO AVANTI NELLE NOSTRE LOTTE DAL 2005,

PER QUANTO DETTO IN QUESTA E NELLE INNUMEREVOLI LETTERE E DENUNCE SULL’INCONGRUENZA ED ILLEGALITA’ DELLE SCELTE REGIONALI PASSATE ED ATTUALI,

PER NON ESSERE STRUMENTO ELETTORALE E DI INTERESSI/INTRALLAZZI POLITICI,

VI CHIEDIAMO SE NON ATTIVATE L’INTERNALIZZAZIONE NELLE AZIENDE SANITARIE

UNA PRESA DI POSIZIONE SCRITTA ED ARTICOLATA SUL VOSTRO RIFIUTO, CHE SPIEGHI A NOI ED A TUTTI I CITTADINI PERCHE’, IN UNA REGIONE COME IL LAZIO COMMISSARIATA PER IL DISAVANZO SANITARIO DA ANNI, VOI IGNORATE IL DIMOSTRATO E VERIFICABILE RISPARMIO CHE OTTERRESTE ATTRAVERSO L’ELIMINAZIONE DELL’ILLEGALE INTERMEDIAZIONE DI MANO D’OPERA FRA AZIENDE/ DITTE/ COOPERATIVE ED IL CONSEGUENTE MIGLIORAMENTO DELLA OFFERTA ASSISTENZIALE DEL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO,

CONTINUANDO SOLAMENTE A TROVARE “RISPARMIO” NELLA CHIUSURA DI POSTI LETTO E SERVIZI.

 

8/2/2010

Cobas Sanità Università Ricerca

Coordinamento precari ed esternalizzati

Policlinico Umberto I

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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