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Sanità Regione Lazio

DECRETO 33 del Commissario ad Acta Elio Guzzanti 8/4/2010 per i programmi operativi 2010 nel piano di rientro Sanità Regione Lazio.

Ecco come 204 milioni e 300 mila euro verranno “recuperati”nella ormai disastrata SANITA’ del Lazio sempre meno rispondente ad un’offerta di salute pubblica, professionale ed umanizzata:

-47 milioni e 400 mila euro sul personale (blocco turn over; revisione fondi contrattuali, servizio mensa; riduzione Unità operative, Posizioni Organizzative, posizioni di coordinamento e prestazioni aggiuntive); questo significherà svuotamento dei fondi della contrattazione decentrata ed utilizzare, il poco che resta, per pochi raccomandati…in onor di “meritocrazia” (un esempio: al Policlinico Umberto I dalle già esorbitanti 133 posizioni organizzative ne sono state chieste 391 ?!.)

-92 milioni e 700 mila euro sugli acquisti di Beni e Servizi (prodotti farmaceutici, riduzione di almeno il 10% sui servizi, telefonia, tecnologia, consulenze); questo comporterà una riduzione inaccettabile su un servizio indispensabile come quello delle pulizie e l’igiene e sicurezza per i degenti sarà sempre più carente ed aumenteranno i rischi di infezioni ospedaliere; inoltre la centralizzazione a livello regionale di tutte le gare per materiale e servizi non è funzionale all’offerta sanitaria ma serve a garantire guadagni sicuri ad un numero più ridotto di privati.

-20 milioni sul controllo Tessere Sanitarie (esenzioni, farmaci equivalenti e distribuzione da parte delle aziende sanitarie);

-8 milioni sui farmaci usati nelle aziende sanitarie (antibiotici, antiblastici, plasma); già nelle corsie si vive una costante carenza di farmaci indispensabili e già si ricorre a farmaci personali...portati da casa insieme a tutto il resto che scarseggia (da carta igienica a lenzuoli).

-26 milioni sui finanziamenti ai privati accreditati (riabilitazione, anziani, acuti specialistica); tanto per fare un esempio: nello specifico dei servizi di neuro psichiatria infantile vengono tagliati 4 milioni di euro senza garantire nessuna alternativa nel pubblico e con gli attuali 6 mesi/1 anno di attesa per terapie urgenti e necessarie di riabilitazione motoria e cognitiva;

-3 milioni per la riorganizzazione del settore trasfusionale;

-riduzione dei laboratori pubblici da 102 nel 2007 a 75 nel 2010 (con riduzione di 30 mila unità di personale MA aumento di 12 mila prestazioni);

-24 prestazioni sanitarie ora offerte gratuitamente in ricovero diurno (tunnel carpale, intervento cataratta, riparazione ernia inguinale, amputazione dita mano/piede, ecc.) passano in regime ambulatoriale con il pagamento di ticket fino a 1000 euro

-5 milioni per le compartecipazioni dei cittadini sulla spesa farmaceutica specialistica e sulle prestazioni di P.S.; gli utenti già contribuiscono con il 35% dei loro magri redditi familiari alla spesa sanitaria “compartecipando” con i ticket esorbitanti su analisi, diagnostica, residenze per anziani e molte altre prestazioni sanitarie pagate a privati.

-nel 2009 4,5 posti letto x mille abitanti. Nel 2010 riduzione a 4 p.l. (di cui lo 0,7 per la riabilitazione). Per arrivare a 3,5 con la definitiva attuazione del piano di rientro; non ci difendiamo i posti letto perché crediamo che salute significhi prevenzione, cura e riabilitazione, ma ci chiediamo il significato della loro chiusura SENZA un’attivazione concreta dei distretti territoriali che continuano a restare solo sulla carta e di reali finanziamenti sulla prevenzione;

Da questi numeri ed osservazioni risulta chiaro l’obiettivo di far pagare ai lavoratori ed ai cittadini i loro debiti e la loro crisi. Non si interviene sugli sprechi e sui livelli clientelari che hanno favorito e favoriranno lobby industriali (basta l’esempio del vergognoso spreco di 200 milioni di euro sui vaccini inutili per la “pandemia” influenzale), che sono la causa reale del debito che la regione Lazio si trascina da molti anni e con varie legislazioni.

Si continua a percorrere la strada di tagliare sui servizi sanitari, si impongono altri esorbitanti ticket, si riduce la cura senza aumentare gli strumenti di prevenzione ed i servizi territoriali e si impone ai lavoratori un riorganizzazione lavorativa che, riducendo le unità oltre ai finanziamenti, comporterà una inevitabile caduta della qualità dell’offerta sanitaria.

Nel documento si parla anche “dell’internalizzazione di attività assistenziali dirette che sono, allo stato attuale, affidate a terzi” OVVERO LE MIGLIAIA DI OPERATORI DI DITTE E COOPERATIVE che ricoprono i vuoti d’organico in tutti i reparti delle aziende sanitarie e che, pur recependo uno stipendio il 40% inferiore a quello dei colleghi del SSR, costano alle aziende più dei loro dipendenti attraverso capitolati di milioni di euro (esempio: i 500 operatori della cooperativa OSA del Policlinico Umberto I con un capitolato per il 2010 di 17 milioni di euro!!).

Ed invece di considerare la giustezza e l’economicità di quanto hanno ottenuto i Fantasmi del Sant’Andrea con la deroga alle assunzioni e da una settimana con le loro assunzioni dirette, definiscono “di carattere straordinario” le internalizzazioni che dovranno essere decise e permesse da regione e ministeri affiancati.

Tutte difficoltà e resistenze che, come nella precedente governo regionale, erano e sono motivate da una evidente scelta politica per salvaguardare gli illeciti guadagni per i padroni di ditte e cooperative, nonostante che l’art. 41 della nostra Costituzione..anche se così ignorata e derisa.. dice “L’iniziativa privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale od in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana”!?!

Nei nostri 5 anni di lotte per l’internalizzazione dei servizi sanitari che hanno concretizzato la vittoria degli ex Fantasmi del Sant’Andrea, abbiamo dimostrato con 3 inchieste di Report, documenti dei direttori generali, lettere di funzionari regionali (da Marrazzo a Montino) CHE LE ASSUNZIONI DIRETTE sono una fonte di risparmio per la sanità regionale e l’unico strumento per eliminare l’illegale intermediazione di mano d’opera…ma ancora siamo circondati da chi vuole nella programmazione sanitaria della regione Lazio continuare a favorire interessi privati a tutto danno degli utenti e dei lavoratori.

NOI CONTINUEREMO LA LOTTA CON TUTTI COLORO CHE VOGLIONO UNA SANITA’ RISPONDENTE AI BISOGNI DI SALUTE…SENZA SE… E… SENZA MA !!!

3/5/2010

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