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LUNEDI' 14 GIUGNO SCIOPERO 24 ORE DEL PUBBLICO IMPIEGO

NOI NON VOGLIAMO PAGARE LA CRISI

Con la nuova Giunta regionale il Lazio si avvia a diventare la “copia” del modello Lombardia nel Centro Italia. L’esperienza lombarda di Formigoni ha annientato il Sistema Sanitario Pubblico ed il diritto alla salute per favorire il dilagare del privato. La ricetta è tagliare posti letto e servizi, aumentare ticket e contributi regionali e comunali, imporre carichi di lavoro disumani, esternalizzare personale e servizi, squalificando e riducendo ai minimi termini l’offerta pubblica!

Per quel che ci riguarda il sistema Formigoni non è in grado di garantire l’assistenza pubblica e la prevenzione e non è quindi esportabile.

La Polverini, appena eletta presidente della Regione Lazio, pur avendo basato la sua campagna elettorale sulla “difesa” delle aziende sanitarie e dei servizi territoriali, ha attivato un Piano di interventi, nel Patto per la salute 2010-2012, che comporterà ulteriori tagli e svendite:

  • Verranno chiusi (loro dicono “disattivati”!?) 10 ospedali nelle province di Rieti, Viterbo, Latina e Roma, con l’obiettivo di tagliare in una prima fase 2.006 posti letto e successivamente altri 486.
  • Per le acuzie si passerà da 19.234 a 18.568 posti letto; per la riabilitazione post acuzie da 4.298 a 3.095; per lungodegenza medica da 1.467 a 844.
  • Attualmente ci sono 4,5 posti letto per mille abitanti, con i tagli della prima fase si arriverà a 4,08 (di cui 0,55 per la riabilitazione e 0,15 per la lungodegenza) per raggiungere 3,5 posti letto per mille abitanti entro il 2012.

 

Inoltre la logica di questi tagli NON prevede apertura o potenziamento dei servizi territoriali ed una programmazione regionale rispondente alla domanda di salute dei cittadini. Ben 24 prestazioni (tunnel carpale, intervento cataratta, riparazione ernia inguinale, ecc.) ora date in regime di ricovero diurno (ovvero gratis), verranno passate in regime ambulatoriale con ticket fino a 1.000 euro. Si ridurranno i laboratori pubblici da 102 a 75, con un taglio di 3 mila lavoratori. Si prevede un recupero di 5 milioni di euro dalla compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria e di 8 milioni dal risparmio sui farmaci .

 

Sul fronte governativo la finanziaria si prepara a scaricare sui DIPENDENTI PUBBLICI i costi della crisi :

 

Blocco delle retribuzioni per quattro anni fino al 2013, proroga per altri due anni del blocco delle assunzioni, licenziamento del 50% dei precari, elevamento a 65 anni, a partire dal 2012, dell' età pensionabile per le donne, riduzione delle finestre di uscita per coloro che matureranno il diritto ad andare in pensione, slittamento e rateizzazione della liquidazione, sono solo alcune delle ricette proposte dal governo per salvare ancora una volta banche, evasori, corrotti e speculatori finanziari.

Ma la stangata non finisce qui: con il taglio di dieci miliardi in due anni per comuni e regioni assisteremo ad un aumento della tassazione locale o all'ennesimo taglio dei servizi sociali.

Eppure proprio qualche giorno fa i dati OCSE collocavano i salari italiani agli ultimissimi posti, eppure sono circa 20 anni che vengono chiesti sacrifici ai lavoratori pubblici per ripianare un debito che nel corso del tempo è sempre aumentato.

Nel frattempo sono lievitate le retribuzioni dei manager pubblici che “contribuiranno”, bontà loro, a “risanare” il debito con un taglio del 5% della retribuzione che eccede i 90.000 euro l'anno!

Per coloro che hanno generato la crisi, nemmeno un euro di sacrificio: neanche un euro pagheranno i possessori di grandi patrimoni, o coloro che hanno usufruito dello scudo fiscale, o quegli speculatori che hanno fatto shopping finanziario con i nostri soldi.

Anzi, chi ha costruito in violazione dei piani regolatori, stuprando il territorio e anteponendo il proprio interesse personale all'interesse generale, viene premiato col probabile, mascherato condono edilizio!

 

CONTRO TUTTO QUESTO

Appuntamento ore 9.30 a Piazza della Repubblica

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