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FONDI PENSIONE DOPO IL FALLIMENTO NEL PRIVATO, ORA TOCCA AL PUBBLICO

E’ partita la propaganda sui Fondi Pensione nella Sanità e negli Enti Locali. E con essa, anche la sceneggiata di CGIL CISL UIL impegnati a contendersi a suon di accuse, “la serietà nella difesa della pensione dei lavoratori della Pubblica Amministrazione”. Uno spettacolo davvero commovente.

 

Mentre da un lato, c’è la Uil, che dopo aver firmato con la Cisl un Accordo Separato che massacra i salari e sterilizza i contratti dei lavoratori pubblici fino al 2013, s’inventa strumentalmente una trattenuta che non c’è (ci riferiamo qui al 2,50% a carico del lavoratore qualora si decida di scegliere di mettere il proprio TFR nel Fondo Perseo, quando invece nella Circolare applicativa INPDAP si precisa che poiché il governo ha introdotto il regime TFR senza cambiare titolo alla vecchia buonuscita (TFS), quest’ultima deve ovviamente continuare ad essere finanziata con le modalità precedenti) - dall’altro, abbiamo la CGIL che punta ad accalappiarsi la fiducia dei lavoratori della PA mettendo in discussione l’intera L122/2010 del governo e la successiva Circolare applicativa dell’INPDAP, ribadendo che, quest’ultima, penalizzerebbe ulteriormente il meccanismo di calcolo della liquidazione per i lavoratori in regime di TFS da gennaio 2011, producendo di fatto una perdita secca di valore superiore all’1% dello stipendio.
Non c’è che dire, proprio una bella gara !!!
Ciò che tuttavia resta inaccettabile per i lavoratori, è vedere il Sindacato Confederale, che per vocazione istituzionale avrebbe dovuto tutelare la Previdenza Pubblica, trarre oggi profitto proprio attraverso il graduale smantellamento di quest’ultima a favore di Fondi Pensione di natura privata, ben insediato nei Consigli di Amministrazione di Fondi privati assieme ai padroni.

Ciò che come COBAS (ma prima ancora come lavoratori) intendiamo rilevare è che, a oltre quattro anni dall’entrata in vigore della legge che mirava a decretarne la fine, il TFR è più vivo che mai.
Il tentativo di dirottarlo nella Previdenza Integrativa è fallito miseramente. Tentativo perseguito alacremente da una “santa alleanza” formata da partiti di governo e d'opposizione, da sindacati e padroni, da organi d’informazione ed economisti di regime. Ma il colpo grosso non è riuscito. I lavoratori italiani, che sono stati tacciati di ignoranza finan-ziaria, di mancanza di coraggio e quant’altro, nella stragrande maggioranza, non hanno abboccato e si sono tenuti ben stretto il loro TFR.

Ora il TFR torna agli onori della cronaca, perché da inizio 2011 esso è stato esteso in generale ai lavoratori del Pubblico Impiego. Naturalmente, non per la gioia e gli appetiti famelici dei sindacati confederali, ma per il futuro sereno dei lavoratori pubblici che potranno ambire finalmente ai propri Fondi pensione (Espero, Sirio, Perseo, ecc.).

Nostra cura, da qui in avanti, sarà quindi di portare ai lavoratori della Pubblica Amministrazione, in particolare della Sanità Veneziana, la maggior mole d’informazioni possibile a riprova di quanto il TFR sia preferibile ai Fondi Pensioni e di dimostrare che i “cosiddetti” vantaggi fiscali della previdenza integrativa non coprono neppure i costi di gestione, mentre, a differenza di tutti i fondi pensione, il TFR difende in maniera quasi totale dall'inflazione, laddove lo stesso contributo del datore di lavoro è facilmente vanificato dai continui crolli di Borsa come anche recentemente ha dimo-strato la crisi che ha scosso la finanza internazionale.

Non fatevi dunque incantare dalla massiccia campagna propagandistica che vuole convincervi ad abbandonare le garanzie del TFR per giocare i vostri risparmi previdenziali alla roulette dei mercati finanziari. Ricordatevi della storia di Pinocchio, ricordatevi dei soldi sotterrati nel “Campo dei Miracoli” con la promessa che sarebbero cresciuti, ricordatevi del Gatto e la Volpe !!! A PRESTO

Info su: www.azimut-onlus.org

 

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